4.

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"Fottuto cacciavite." imprecai sottovoce stringendolo con molta più forza del normale, volevo finire e andare via.
"Se riuscirete ad aggiustare questa lampada rotta, avrete un giorno libero." disse Palacios camminando attorno ai tavoli e sbuffai rumorosamente alzando gli occhi guardando Zulema.
Mi incantai vedendo la sua espressione concentrata mentre svitava con tutta la facilità di questo mondo alcune viti.
"Zulema, non credevo che sapessi fare queste cose." disse Saray ridendo affianco a lei, quest'ultima scosse la testa divertita e i suoi occhi incontrarono i miei, sorrise maliziosamente non staccando per un attimo il nostro contatto visivo.
"Io ci so fare, con le mani." disse guardandomi con il suo solito sguardo penetrante e avvampai per quella risposta percependo dei i brividi lungo la mia spina dorsale.
Era forse una provocazione quella?
Serrai la mascella e mi infuriai non appena la lampadina di Zulema si accese al primo colpo dopo vari minuti.
"Sei proprio una figlia di puttana!" esclamò Saray dandole una spallata amichevole e l'araba rise divertita.
"Bene Zulema, domani avrai il giorno libero." disse Palacios accennandole un sorriso nervoso, come al solito.
La mora si alzò e mi fece l'occhiolino per poi andarsene lasciandomi come al solito, senza parole.

"Il torneo incomincia domani, ti senti pronta?" disse Bambi lanciandomi una bottiglia d'acqua che afferrai al volo.
Annuii e bevvi riposandomi 5 minuti dato che mi stavo allenando da più di 1 ora ed ero sfinita, però avevo tanta adrenalina in corpo.
Volevo scaricare via tutta questa tensione, avevo un casino in testa che continuava ad urlare il suo nome.
Per me tutti questi sentimenti erano nuovi, sopratutto per lei.
Però bisognava cambiare, evolversi, adattarsi, mordere la vita.
E grazie a Zulema la mia vita era cambiata radicalmente.
Sentii le goccioline di sudore scendermi lungo il collo nel mentre che riprendevo fiato, mi rimisi i guantoni e conclusi l'allenamento per poi filare dritta nelle docce e lavarmi.
Una volta finito, mi rivestii e decisi di truccarmi un pochino per essere decente, nel mentre che mi mettevo il mascara sentii delle voci alle mie spalle.
Non mi girai e guardai Alex tramite lo specchio davanti a me ma non si accorse della mia presenza e continuò a parlare con le sue amiche, erano in 6.
"Voglio coglierla di sorpresa e ucciderla, tanto non ho niente da perdere." disse gesticolando seria, inarcai un sopracciglio confusa non capendo le sue intenzioni e continuarono a parlare ma non riuscii a capire fino a quando una di loro disse una frase che mi fece gelare all'istante.

"Non me ne frega un cazzo se è la regina araba qui dentro, deve morire al più presto."

Sgranai gli occhi e serrai le labbra in una smorfia dura, non sapevano a cosa andavano incontro, non conoscevano Zulema ed ero sicura che le avrebbe uccise tutte e 6.
Finii di truccarmi in silenzio per poi raccogliere le mie cose e andare via da lì senza farmi vedere.
"Dobbiamo parlare." dissi una volta che fui arrivata nella sua cella, Zulema era comodamente sdraiata nel letto e appena mi vide non si mosse di un millimetro, infatti mi arrabbiai davanti al suo menefreghismo.
"E tu chi saresti, novellina?" disse una detenuta alzandosi dalla sua brandina per venirmi incontro, era il triplo di me e mi faceva ribrezzo solamente a guardarla.
Però la superavo in altezza e di conseguenza mi avvicinai a lei squadrandola attentamente.
"Chi saresti tu, piuttosto." dissi serrando i pugni e sentii Zulema ridere leggermente mentre il nervoso aumentò.
"Goya, fatti un giro." disse quest'ultima con tono duro, la ragazza davanti a me annuì spaventata e velocemente uscì dalla cella lanciandomi un'occhiataccia.
La seguii con lo sguardo e serrai la mascella furiosa, ma chi si credeva di essere?
"Calmati, bionda!" esclamò Saray notando il mio nervosismo mettendomi un braccio attorno alle spalle, a quel gesto Zulema scattò e si alzò guardandomi interrogativa e confusa.
"Che vuoi?" disse fredda e mi morsicai il labbro avvicinandomi di più a lei, per guardarla meglio negli occhi.
"Possiamo parlare?" dissi nervosa e in tutta sua risposta alzò le mani indifferente per poi prendere una sigaretta.
"Ti ascolto." disse portandola alle labbra per poi accenderla, i miei occhi seguirono ogni suo movimento e mi incantai guardandola.
Possibile che fosse così bella?
"Cazzo bionda, mi consumi se continui a guardarmi in questo modo." disse dopo un po' facendo ridere anche Saray.
"Alex e le altre vogliono ucciderti, le ho sentite parlare poco fa nel bagno." dissi incrociando le braccia al petto e le mie guance erano un pochino rosse.
"Che?" disse Zulema divertita facendo uscire il fumo da un lato, incurvando le labbra nella sua solita smorfia.
"Mi hai sentita bene, quelle stronze vogliono essere le padrone qui dentro." dissi alzando gli occhi al cielo e lanciando un'occhiata alla gitana, Zulema non mi rispose e si limitò a guardarmi dritta negli occhi.
"E da quando, tu vieni a dirmi queste cose?Credevo che volessi uccidermi con loro." disse sarcastica per poi ridere e la guardai male ma sostenni il suo sguardo gelido.
Non avevo più paura del suo atteggiamento intimidatorio, sostenevo il suo contatto visivo.
"Cosa c'è di così strano?" dissi innervosendomi non riuscendo ad essere normale davanti al suo sguardo serio.
"Mhm, non so." disse Zulema passando la sigaretta a Saray per poi avvicinarsi ad un centimetro dal mio viso, i miei occhi erano incollati ai suoi e non resistetti a tanto avvicinamento, il mio sguardo si posò sulle sue labbra perfette e volevo tanto baciarla.
Lei se ne accorse e mi sorrise divertita mostrando i suoi denti bianchi e perfetti, si porse al mio orecchio per sussurrarmi qualcosa e sentii le gambe cedermi, era incredibile l'effetto che mi faceva questa donna.
"Non ti starai mica affezionando a me, bionda?" sussurrò sensualmente per poi allontanarsi piano e guardarmi attentamente, il mio corpo fu coperto dai brividi e serrai la mascella guardandola.
Inarcai un sopracciglio e mi avvicinai ad un soffio dalle sue labbra, la vidi irrigidirsi leggermente e fu sorpresa da questo mio comportamento.
Ah quindi le facevo effetto? Bene.
Se pensava di prendere il controllo su di me si sbagliava di grosso.
"Neanche morta." risposi mentendo spudoratamente guardando un'ultima volta le sue labbra seria, mi allontanai dal suo corpo e uscii dalla cella soddisfatta più che mai, nel frattempo sentivo Saray gioire.
Neanche il tempo di fare di fare due passi e mi ritrovai incollata al muro con il corpo di Zulema che sovrastava il mio, cercai di allontanarla a malincuore ma lei era più forte di me e non lasciò la presa.
Il suo profumo invase le mie narici e i suoi capelli lisci mi solleticavano il collo.
"Cos'era quello?" disse furiosa contro il mio orecchio, era dietro di me e le davo le spalle quindi fece più pressione mentre la mia faccia aderiva contro al muro, gemetti dal dolore e cercai di allontanarla con scarsi risultati.
"Quello cosa?" dissi innocentemente e questa risposta la fece infuriare ancora di più, potevo percepirlo da come stringeva il mio fianco con forza.
Mi uscii un gemito di dolore improvviso, probabilmente mi avrebbe lasciato il segno la figlia di puttana lurida.
"Bionda, non giocare con me." ringhiò per poi farmi voltare nella sua direzione, i suoi occhi erano carichi di rabbia, di sorpresa ma anche di desiderio.
Mi mettevano paura, letteralmente.
"Mi fai male, lasciami." dissi mettendole le mani sulle spalle ma le prese e le inchiodò al muro, sopra alla mia testa.
"Da quando ti importa di me? Dimmelo." disse avvicinandosi seria al mio volto, non le risposi e la guardai male cercando di liberarmi ma peggiorai solo le cose perché con mossa veloce mise la coscia tra le mie gambe e soffocai un gemito di piacere.
Aveva capito tutto quanto, aveva capito che mi faceva effetto, sapeva che era il mio punto debole.
La vidi sorridere divertita davanti alla mia reazione e automaticamente mi morsicai il labbro.
"Non ho mai detto questo." dissi trovando un minimo di lucidità ma non avevo davvero le forze di affrontarla.
"Ma lo dimostri bionda, altroché." disse aumentando la presa sui miei polsi e con lei perdevo ogni briciolo di autocontrollo, diventavo vulnerabile sotto al suo sguardo.
Ero qui attaccata al muro, con lei che mi sovrastava completamente.
Alcune detenute ci guardavano sorprese ma Zulema le fulminava con lo sguardo facendole andare via impaurite.
"Hai finito?" dissi furiosa stanca di questa posizione e la vidi leccarsi le labbra lentamente scuotendo la testa.
"Dillo che ti importa." disse guardandomi dritta negli occhi, feci per risponderle ma il suo sguardo si posò sulle mie labbra e la vidi avvicinarsi.
Il suo profumo mi fece andare in un'altro mondo, non ragionavo più, mi pietrificai sul posto e le parole mi morirono in gola.
Fece per sfiorarmi il labbro inferiore e chiusi gli occhi automaticamente aspettando un suo bacio che non arrivò.
Si allontanò e mi guardò divertita dalla mia reazione, letteralmente inaspettata.
"Come sospettavo." disse lasciandomi i polsi dolorosamente e andandosene con un sorriso del cazzo stampato in volto.
Appena la persi di vista ripresi a respirare e lasciai un grosso sospiro, dio Zulema.
Fottuto elfo dell'inferno.

"Finalmente si inizia a ragionare." disse Tere gustando il suo pollo come se fosse la cosa più buona di questo mondo.
Antonia era ritornata nelle cucine e il cibo era decisamente migliore, annuii felice e finii il mio pasto con gusto, domani c'era il torneo e dovevo essere in forze.
Sentii delle risate da lontano e mi girai guardando Zulema scherzare con Saray, mi focalizzai un secondo a guardarla e sorrisi sentendo il suono della sua risata.
"Hey!" esclamò Riccia sedendosi al mio fianco scoccandomi un bacio rumoroso sulla guancia, sentii lo sguardo di qualcuno bruciarmi sulla schiena.
Il suo sguardo.
Ricambiai il saluto e le feci un sorriso per poi iniziare a giocare con le sue treccine.
Erano bellissime e le stavano veramente bene, incominciammo a scherzare tra di noi e il resto della cena passò così.
Nel mentre che andavo in cella riconobbi la guardia che mi aveva preso dall'ospedale.
Hierro.
Lo vidi parlare con Zulema e quest'ultima si porse a lui per sussurrargli qualcosa ad un centimetro dalle sue labbra, per poi sorridere manipolandolo come voleva.
Strinsi i pugni dalla rabbia e sentii lo stomaco contorcersi, non potevo essere gelosa di lei, mi sarei rovinata e basta.
Dovevo instaurare una distanza tra di noi, una linea rossa indistruttibile.
E non doveva essere superata, per nessuna ragione al mondo.

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