Prima di entrare in cella mi asciugai le lacrime velocemente e salutai le altre abbassando lo sguardo per non creare sospetti.
"Tutto bene? Cristo bionda, fai paura." disse Saray giocando a carte con Sole.
Le altre mi guardarono con attenzione ma filai dritta a letto sdraiandomi, chiusi gli occhi e cercai di calmarmi un attimo, ciò che era successo poco fa era stato incredibile.
Feci dei respiri profondi e mi alzai di scatto, non dovevo fare così, dovevo pensare a questa situazione.
Le cose succedono, e basta, non potevo farci niente e in quel preciso istante che lei mi aveva baciata dovevo decidere come reagire.
All'essere umano servono molte cose per sentirsi vivo ma serve una sola cosa per essere vivi davvero.
Serve un cuore che batte.
Quando il nostro cuore è minacciato reagiamo in due modi: fuggiamo oppure reagiamo.
Esiste un termine scientifico per questo: combatti o fuggi.
Era l'istinto, non potevo controllarlo e nemmeno lei poteva.
"Mi spieghi che problemi hai?" esclamò Saray guardandomi incredula non appena uscii fuori, non le riposi e filai dritta negli spogliatoi per cambiarmi, notai che non c'era nessuno e afferrai i guantoni indossandoli.
Andai davanti al sacco da box e incominciai a dare dei colpi leggeri e poi sempre più forti.
Nelle mie vene scorreva rabbia, ma fortunatamente nessun rimpianto.
Provavo dei sentimenti talmente forti che mi sentivo svenire, era come se avessi ricominciato tutto da capo.
Incredibile, volevo una spiegazione per il suo comportamento, non me lo sarei mai aspettata.
Zulema era un muro alto, blindato, con mille serrature e lei con quel gesto era come se mi avesse dato tutte le chiavi, ma non avevo tolto nessun lucchetto.
Era impossibile farlo.
Continuai a colpire forte il sacco e le goccioline di sudore scendevano lungo il mio collo.
Non avevo intenzione di fermarmi, dovevo cercare di lasciar andare via tutti questi pensieri.
Io e lei non potevamo stare insieme, eravamo la fine del mondo, un apocalisse.
Allora perché mi era piaciuto così tanto?
Perché sentivo la necessità di sentire nuovamente le sue labbra sulle mie e soprattutto sentire le sue mani in tutto il mio corpo?
Diedi un pugno fortissimo e gemetti dal dolore, ma non mi fermai perché il dolore che provavo dentro era niente a confronto.
"Bionda." disse una voce al mio fianco ma non mi girai continuando a fare quello che stavo facendo.
Saray ad un certo punto si mise davanti a me e per poco non la colpii in faccia.
"Sei impazzita?" dissi togliendomi i guantoni per poi asciugarmi il sudore con l'asciugamano, avevo l'affanno e mi sedetti cercando di recuperare fiato.
"Mi spieghi che cazzo hai?" disse lei sedendosi al mio fianco, la guardai attentamente e sospirai abbassando la testa.
"Ci siamo baciate." sussurrai toccandomi i capelli nervosamente.
"Cosa?" urlò incredula ma le misi una mano sulla bocca.
"Non urlare cazzo, non deve saperlo nessuno chiaro?" dissi seria, la gitana annuì e ritornai al mio posto.
"Bionda cazzo io non ci posso credere, quando è successo?" disse euforica come non mai.
"1 ora fa circa, in biblioteca." dissi guardandomi attorno, Saray spalancò la bocca incredula e alzò le mani felice.
"Oddio l'hai baciata." sussurrò felice, mi girai di scatto verso di lei e scossi la testa.
"E qui che ti sbagli, perché cara mia, è lei che ha baciato me." dissi puntandole un dito contro, Saray sgranò gli occhi e si alzò.
"Cazzo!" urlò alzando la voce.
"Porca puttana, siediti e non urlare." ringhiai in panico facendola risedere, la ragazza davanti a me non disse nulla e aveva gli occhi sbarrati non smettendo di guardarmi.
"Sai cosa significa questo?" disse piano.
"Cosa? Sentiamo." dissi alzando gli occhi al cielo.
"Le piaci cazzo! Ed io avevo ragione, fin dall'inizio." disse sorridendomi, non le risposi e inarcai un sopracciglio.
"Io non le piaccio Saray, quel bacio non ha significato nulla per me." dissi mentendo spudoratamente, Saray rise e si alzò guardandomi esorridendomi.
"Leva la maschera Ferreiro, o avrai per sempre questi dubbi esistenziali." disse canticchiando lasciandomi sola, sbuffai rumorosamente e filai dritta in doccia.Erano le 5.30 del pomeriggio e decisi di uscire in cortile, indossai la felpa e mi recai fuori.
Il cielo era completamente rosso, dato che si stava inoltrando la sera.
In certi punti ardeva come brace, c'erano anche alcune briciole nere, simili a grani di pepe in mezzo a tutto quel porpora.
Era uno spettacolo e mentre guardavo questa meraviglia mi accesi una sigaretta e inspirai lentamente facendo uscire il fumo delle labbra.
Mi guardai attorno e osservai attentamente tutte le altre persone, era strano vederle così tranquille qui dentro, volevo avere anche io un attimo di spensieratezza.
Ma la verità è che pensavo a quelle maledette labbra che si erano posate sulle mie, Zulema aveva letteralmente aperto una ferita nel mio cuore, era inevitabile e dovevo aspettarmelo.
Sospirai pesantemente e andai a sedermi nel muretto guardando il cielo, pensai a mio fratello Roman, da quando mi avevano trasferito non era mai venuto a trovarmi.
Mi mancava terribilmente la mia famiglia, i miei vecchi amici, il mio lavoro.
Era tutto svanito, per colpa di quella donna che mi aveva fatto perdere la testa totalmente, alzai la testa e guardai il cielo facendo dei lunghi sospiri per regolare il mio battito cardiaco accelerato.
Ad un tratto mi sentii abbracciare da dietro e Kabila mi diede un lungo bacio sulla guancia stringendomi a sé.
Non parlammo e insieme guardammo il tramonto che piano piano ci stava lasciando.
Serrai la mascella infuriandomi perché volevo un'altra persona in quel momento.
"Chi ti sta facendo battere forte il cuore?" mi disse sussurrando e aumentando la presa, scoppiai a ridere e mi girai verso di lei sorridendole per poi allontanarmi.
"Nessuno." mormorai per poi farle l'occhiolino e buttare la sigaretta ormai finita.
"Non ci credo neanche morta ma non insisto, lo scoprirò tanto." disse lei sorridendo per poi sbuffare, ricambiai il sorriso e scossi la testa divertita per poi andare dentro dato che si stava sfreddando notevolmente."Ferreiro sei in ritardo, vai a sederti." disse Hierro non appena entrai in mensa, feci una smorfia infastidita e afferrai il vassoio che mi porse gentilmente Antonia.
Mi voltai per andare a sedermi e improvvisamente mi cadde tutto a terra perché i miei occhi erano incollati in quelli di Zulema.
Non ero pronta a vederla dopo tutto quello che era successo.
"Ferreiro! Che cazzo fai?" urlò Hierro venendomi incontro ma venne bloccato da Palacios, in sala improvvisamente calò il silenzio e tutti gli sguardi erano puntati su di me, due detenute vennero e pulirono il casino che avevo fatto.
"Mi dispiace." mormorai sottovoce toccandomi i capelli nervosamente.
Guardai il mio scorpione e sorrise divertita nel vedermi così in panico.
"Ferreiro, ti avevo detto che alla prossima cazzata ti avr-" incominciò Hierro ma venne interrotto.
"Non esagerare, non ha ucciso nessuno è stato un'incidente." disse Palacios brusco.
Gli feci un piccolo sorriso e andai a prendere un'altro vassoio velocemente per poi sedermi nel tavolo dove stavano tutte le altre.
"Brava, hai fatto un bel puttanaio bionda." disse Saray ridendo, scossi la testa sbuffando e mangiai in silenzio, non credevo che rivedere Zulema mi avrebbe fatto questo effetto.
Quest'ultima ridacchiò e alzai la testa di scatto guardandola.
"Che cazzo hai da ridere?" dissi infuriandomi e incatenando i miei occhi ai suoi, solo dopo due secondi mi resi conto dell'errore, perché Zulema mi guardò con uno sguardo omicida.
Mi morsicai il labbro inferiore più forte che potevo e mi agitai sul posto.
"Chi ti ha detto che puoi parlarmi?" disse seria serrando le labbra in una smorfia dura non interrompendo il nostro contatto visivo.
"Non parlarle in questo modo." intervenne ad un certo punto Riccia, sussultai leggermente e mi girai dalla sua parte implorandole con lo sguardo di smetterla ma non mi ascoltò.
Zulema la guardò e sorrise divertita incrociando le mani attentamente.
"Altrimenti?" disse sfidandola con il suo solito atteggiamento duro.
"Altrimenti ti spacco il culo." disse la ragazza al mio fianco.
Il mio scorpione scoppiò a ridere attirando l'attenzione delle persone sedute vicino a noi.
"Kabila, smettila cazzo." le sussurrai preoccupata afferrandole il braccio e stringendoglielo, ci tenevo a lei e avevo paura che le potesse succedere qualcosa.
Infatti mi guardò e sospirò accennandomi un piccolo sorriso per tranquillizzarmi.
"D'accordo." disse finendo di mangiare per poi alzarsi e andarsene lasciandomi sola.
Sbuffai rumorosamente e l'appetito mi passò ma per evitare guai mangiai tutto quello che avevo sul piatto.
Le altre avevano ripreso a parlare e Saray e Bambi parlavano addirittura di come gli uccelli maschi facevano di tutto per attirare l'attenzione degli uccelli femmine.
"Cazzo te lo giuro, si mettono a fare delle mosse strane per corteggiarle." disse Saray gesticolando, Bambi rise divertita e scosse la testa incredula.
"Poi devi spiegarmi dove hai visto tutte queste stronzate." disse quest'ultima puntandole un dito contro, la gitana aprì la bocca sconvolta e si risolve a Zulema con gli occhi sbarrati.
"Zule cazzo, diglielo anche tu che quel documentario è bellissimo. Non capiscono niente." disse Saray sospirando, la donna davanti a me incatenò i suoi occhi con i miei e vidi un lampo di sfida attraversarle il volto.
"È stato un documentario, come dire, molto intenso." disse guardandomi con un ghigno malefico sul viso, era chiaramente una provocazione e stetti al gioco, la guardai dritta negli occhi e bevvi un sorso d'acqua.
"Saray, posso farti una domanda dato che hai guardato questo documentario con attenzione?" domandai alla mia amica mentre quest'ultima smise di parlare con le altre e rivolse tutta la sua attenzione a me.
"Certo bionda, dimmi." disse sorridendomi, tossicchiai leggermente per schiarirmi la voce e guardai Zulema che non staccava per nessuna ragione al mondo gli occhi da me.
"Ma dopo che questi uccelli le hanno corteggiate e hanno raggiunto il loro obbiettivo, scappano lasciandole da sole?" dissi con un tono tagliente non guardando la mia regina araba, con la coda dell'occhio la vidi sussultare leggermente ma ridacchiò divertita dalla mia domanda.
Saray invece mi guardava sorpresa perché aveva capito che mi stavo riferendo al bacio.
"Io non lo s-" disse quest'ultima ma venne interrotta.
"Ti rispondo io, bionda." disse Zulema ad un tratto, serrai la mascella e incrociai le braccia al petto.
"Bene, illuminami." mormorai cercando di assumere un tono da menefreghista.
"Se evidentemente le lasciano sole è perché non sono riuscite a soddisfare le loro esigenze." disse facendomi un sorrisetto divertito, sgranai gli occhi e diventai rossa dalla rabbia, mi aveva tolto le parole di bocca sfottendomi con una semplice frase e spiazzandomi completamente.
Era proprio una grandissima figlia di puttana.
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amnesia
Fanfiction➵ ZURENA. (gxg) E se dopo tutto quell'odio nascesse un'amore inaspettato? Non potevo odiarla dopo tutto quello che mi aveva fatto provare anche con un semplice tocco. Non potevo scappare dai miei sentimenti più profondi. Perché io e lei siamo sempre...