21.

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Nero.
Correvo senza sosta in un punto indefinito mentre una strana sensazione si prendeva possesso del mio corpo.
Paura, tanta paura.
Venni catapultata in un'altra dimensione e mi guardai attorno notando che era tutto bianco, anche se mi spostavo non trovavo nessuna uscita, c'era sempre una luce bianca che mi accecava.
Mi accasciai a terra cercando di regolare il mio respiro chiudendo gli occhi sperando che tutto questo finisse al più presto.
Mi mancava il fiato, e sentivo il mio petto pesante come se ci fosse un macigno grandissimo.
Dopo lunghi attimi di silenzio sentii una voce attorno a me che mi fece sobbalzare.

"Quali sono le tue più grandi paure?"

Subito pensai ai miei genitori, al fatto che li avevo persi per sempre, e la mia paura era perdere anche mio fratello Román.
Pensai alla solitudine, mi faceva paura diventarne dipendente senza mai aprirmi con nessuno né tantomeno costruirmi una famiglia.
C'erano tante cose di cui avevo il terrore e forse una di queste era diventare madre dato che avevo perso mio figlio per colpa di quella donna che mi aveva fatto perdere la testa fin dall'inizio.
"Basta!" esclamai chiudendo gli occhi con forza cercando di scacciare via questi pensieri.
Di colpo calò il silenzio e non sentivo nemmeno una mosca volare, il bianco se ne andò e quando aprii gli occhi mi trovai in un deserto dove c'erano tanti cactus e alberi.
Davanti a me c'era un'hotel che non avevo mai visto in vita mia, mi guardai attorno e percepivo un caldo afoso sconvolgersi letteralmente, come minimo c'erano quasi 40 gradi.
Mi avvicinai con cautela guardandomi attorno e una volta che alzai lo sguardo per leggere l'insegna la mia vista si offuscò non riuscendo a leggere bene le lettere.
"Hotel Oas-" dissi strabuzzando gli occhi per mettere a fuoco ma non riuscii a identificare per bene le altre lettere mancanti.
Che significava tutto questo?
Perché mi trovavo in questo posto senza mai averlo visto prima?
Corsi verso l'entrata per chiedere informazioni ma non appena aprii la porta davanti a me si presentò un'altra stanza vuota con le pareti bianche e nere.
"Aiuto!" urlai colpendo il muro con forza e urlai fino a perdere il fiato nei polmoni.
Era impossibile che mi sentiva qualcuno, urlavo dando pugni e calci ma non ricevevo nessuna risposta fino a quando quella voce mi fece sobbalzare di nuovo.

"Il tuo desiderio più grande?"

Mi vennero i brividi e improvvisamente sentii tanto freddo, soffiai per riscaldarmi le mani e dalla mia bocca uscii il fumo a causa della temperatura bassissima.
Davanti a me apparve Zulema, girata di spalle con i suoi inconfondibili capelli neri come la pece e lentamente allungai una mano verso di lei per toccarla.
Quindi era lei uno dei miei più grandi desideri, ma allo stesso tempo una delle mie paure più grandi.
Non appena afferrai la sua spalla per farla voltare nella mia direzione aprii gli occhi svegliandomi di scatto.
Sentivo le goccioline di sudore scendermi lungo il collo e la fronte, i denti sbattevano tra di loro a causa del freddo che stavo provando e il mio corpo era ricoperto dai brividi.
Mi guardai attorno con gli occhi sbarrati e mi accorsi che era solamente un sogno ed io mi trovavo in carcere, sempre nella solita merda.
"Stai bene?" disse una voce al mio fianco e mi girai sconvolta trovandomi Zulema.
In cella non c'era nessun altro ed era strano stato dato che era ora di cena, che ci faceva lei con me?
"Non lo so." mormorai riprendendo fiato, mi distesi nuovamente e la spalla mi fece un male da morire e oltretutto avevo la gola secca.
Tossicchiai leggermente e Zulema capì al volo porgendomi un bicchiere d'acqua fresca con una medicina all'interno che bevvi tutto d'un fiato.
"Bionda era solo un sogno, stavi urlando fino a poco fa." disse seria sedendosi al mio fianco guardandomi con attenzione.
"Solo un sogno, sì." mormorai ironica con voce lieve ma lei mi sentì comunque.
"Da quanto tempo va avanti così?" disse confusa.
"Da quando mi sono risvegliata dal coma e ho rimesso piede qui dentro." mormorai debolmente accoccolandomi di più sotto le coperte ma il freddo non cessò.
"Bionda stai tremando, aspetta." disse afferrando la sua coperta per mettermela sopra alla mia e la guardai male.
"Zulema non puoi dormire senza, c'è freddo." sussurrai non smettendo di tremare.
"Fa niente." sussurrò avvicinandosi a me e appoggiando le labbra sulla mia fronte, il suo profumo mi fece rilassare all'istante e chiusi gli occhi sperando che quel contatto non finisse.
"Hai la febbre, scotti." disse staccandosi rimboccandomi le coperte ancora di più ma il freddo che provavo era troppo grande.
Non appena si alzò dal letto le afferrai il polso bloccandola e la tirai verso di me, vidi che inarcò un sopracciglio confusa e sorrisi per la sua bellezza.
"Rimani." sussurrai sospirando sperando che accettasse, la volevo vicina, Zulema sbuffò divertita e si tolse le scarpe per poi spostare le coperte e infilarsi nel mio letto, mi girai verso di lei e mi accoccolai nell'incavo del suo collo.
Lentamente mi accarezzò i capelli, e notai che in un primo momento si irrigidì ma dopo un po' si rilassò e mi strinse di più a sé.
Il calore che emanava il suo corpo mi fece stare subito meglio e ne approfittai per intrecciare le gambe con le sue per stringerla ancora di più.
"Che hai sognato?" sussurrò nel mentre che mi accarezzava lentamente il viso.
"Tante cose messe assieme." mormorai sospirando, l'idea di averla vista così nitidamente davanti a me mi fece venire i brividi e di conseguenza affondai ancora di più il viso sul suo collo.
Zulema non rispose e lentamente mi addormentai cullata dal suo profumo e dalle sue carezze.

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