33.

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Alla fine cosa rimane?
Solo il banale errore di due persone che si trovano per caso, si piacciono, si cercano.
Magari pensano che l'amore sia qualcosa di eterno, finché una delle due abbandona l'altra e scompare, così come scompaiono mille estranei che nella vita incontriamo per un attimo e non vedremo mai più.

"Hai sbagliato bionda, e anche tanto." disse Saray scuotendo la testa non appena le raccontai tutto quello che era successo tra di noi, non ne avevo parlato con nessuno per tanto tempo.
"Le ho solo detto la verità." risposi facendo spallucce facendo un'altro tiro di sigaretta, eravamo in cortile da due ore e ci stavamo godendo il sole.
Dopo quello scontro io e Zulema non avevamo più parlato e la vedevo pochissimo solamente quando dovevamo dormire, evitava il mio guardo come se le bruciasse addosso.
"È questo il tuo sbaglio bionda, non puoi sganciare una bomba del genere con lei dopo aver fatto un passo enorme, siete finite a letto insieme mica avete giocato a carte per dieci ore." disse facendomi sbuffare leggermente, non avevo ancora realizzato bene la questione.
"Da quando è successa quella cosa con le cinesi non ho paura di dire o fare ciò che voglio. Potrebbe capitarmi qualcosa di brutto da un momento all'altro e rimpianti non ne voglio." sbottai innervosendomi e buttando la cicca in terra, Saray balzò giù dal muretto e si sedette al mio fianco guardandomi attentamente.
"Perché continui a non capire? Non puoi permetterti di essere testarda con lei, dimenticatelo proprio. Un rapporto come il vostro brucia in ogni angolo, altrimenti che senso avrebbe? Dovete cercare di non scottarvi e una volta spento il fuoco tutto cambierà te lo posso assicurare, ma è ancora presto." disse mettendomi una mano sulla spalla, aveva ragione e come sempre la paura stava riaffiorando su di me per l'ennesima volta.
"Cosa devo fare?" domandai serrando la mascella arrabbiandomi un po'.
"Fossi in te ci parlerei ma con calma, il fatto che si sia lasciata andare è un grandissimo passo, devi tenerlo a mente. Zulema ha il terrore di vivere queste emozioni appieno, ha vissuto una vita dove scappava da qualsiasi cosa e pensi che rimanga così facilmente?" disse scuotendo la testa e ridendo pensando alla sua migliore amica.
"Hai ragione." le sussurrai facendo spallucce e chiudendo gli occhi, con i raggi del sole che accarezzavano il mio viso facendomi rilassare.
"Figurati bionda, la conosco da anni e so quando prova qualcosa di estremamente forte, purtroppo il suo orgoglio la sovrasta ogni secondo rinchiudendola nelle sue barriere." disse toccandosi il viso guardandomi apprensivamente, annuii e senza dire una parola mi alzai e mi recai in cella con mille pensieri in testa.

Una volta entrata la prima cosa che feci fu togliermi la felpa e sdraiarmi nel letto con lo sguardo fisso sul soffitto pensando a quella donna che mi aveva fatto perdere la testa completamente, mi ricordai delle sue parole in biblioteca e vari flashback colpirono la mia mente facendomi sussultare.
Inutile dire che mi mancava il suo tocco, il suo profumo ma sopratutto avere la consapevolezza di averla vicina a me.
Un rumore di passi attirò la mia attenzione e mi sollevai sui gomiti notando proprio lei entrare in cella e fare come se neanche ci fossi, il suo atteggiamento mi fece innervosire il triplo.
"Guarda che non sono ammalata, puoi benissimo parlarmi." sbottai senza neanche pensarci e automaticamente mi morsicai il labbro, Zulema si guardò attorno senza incrociare il mio sguardo e dopo pochi secondi sospirò scuotendo la testa i suoi occhi si incontrarono con i miei.
"Parli forse con me?" disse seria e tremai per il suo tono di voce così glaciale, eccolo lì il suo dannatissimo orgoglio.
"No, parlo con il mio amico immaginario. Si chiama Robert lo vuoi conoscere?" dissi sarcastica avvicinandomi a lei, notai che non si mosse di una virgola e il suo sguardo era in tutto il mio corpo.
"Bionda, non sto giocando." disse acida e non appena fece per spostarsi l'afferrai per un polso bloccandola e spingendola contro la scrivania.
Non sapevo che cosa mi spingeva a fare così con lei, ma volevo solamente averla vicina perché mi mancava da morire il suo tocco.
Il suo profumo mi colpì in pieno e mi avvicinai ulteriormente a lei.
"Allontanati." disse mettendo le mani sopra alle mie spalle ma scossi la testa avvicinandomi contro il suo collo.
"E se non volessi?" sussurrai sensualmente baciandole la mascella e infilando una mano sotto alla sua felpa per accarezzarle il fianco, subito sentii una scarica di brividi colpirla in pieno e sorrisi stringendomi ulteriormente a lei.
"Stupida bionda." la sentii dire nel mentre che metteva la testa di lato mordendosi il labbro e lasciandomi un attimo di controllo, anche se sapevo che sarebbe durato ben poco.
L'afferrai per i fianchi e feci ancora più pressione con il mio corpo spingendola ulteriormente e la notai irrigidirsi come una statua, già stanca di queste posizioni.
"Ti voglio." mormorai cercando le sue labbra ma Zulema mise il viso di lato per non baciarmi e mi infuriai guardandola male.
"Ho detto che ti devi allontanare." disse afferrandomi per la gola e spingendomi indietro, le lanciai un'occhiataccia ma non mi arresi.
"Voglio parlare con te." ammisi incrociando le braccia al petto con un tono abbastanza autoritario.
"Beh di sicuro non risolviamo niente se andiamo a letto." disse sarcastica e guardandomi attentamente.
Alzai gli occhi al cielo furiosa e mi avvicinai a lei notando il suo nervosismo, il mio contatto le faceva provare emozioni forti ma tanto non l'avrebbe mai ammesso.
"Non ho niente da dirti, comunque.
Quindi per quanto mi riguarda puoi anche evitare di sprecare fiato." disse congedandomi con un cenno e sdraiandosi nel letto incrociando le gambe.
Sapevo che parlava così per autodifesa, aveva paura di riaprirsi un'altra volta con me e confessarmi tutto quanto, potevo percepirlo dal suo atteggiamento menefreghista e dal suo tono di voce che non trasmetteva nessuna emozione.
"Non capisco perché anche per la minima cosa devi fare la stronza!" esclamai perdendo la pazienza e in tutta sua risposta Zulema rise chiudendo gli occhi facendomi venire una scarica di brividi, la sua risata era una delle mie cose preferite al mondo, non rideva spessissimo ma quando accadeva perdevo il fiato ogni volta.
"Purtroppo sono fatta così." disse facendo spallucce senza guardarmi per un attimo.
Io e lei scappavamo continuamente per poi rincorrerci appena non ci vedevamo più, ci ferivamo tra di noi ma eravamo pronte a sbranare chiunque al di fuori di noi due, feriva l'altro.
"Facile dire sono fatta così Zulema, ed ecco qui l'ennesima dimostrazione che non te ne frega un cazzo di me." dissi seria ma mi pentii subito dopo di aver detto quelle parole, ricordando il discorso di Saray.
Il mio scorpione aprì gli occhi e non appena mi guardò penetrandomi l'anima le voltai le spalle e uscii con passo veloce con la paura di sbagliare nuovamente.
Senza neanche volerlo mi recai da Pablo e bussai aspettando la sua risposta, non appena mi diede il consenso entrai e subito mi sorrise calorosamente.
"Ciao Macarena! Come stai?" disse indicandomi la sedia davanti a lui e mi sedetti rilassandomi subito, la sua presenza mi trasmetteva tranquillità.
"Sto bene, sono venuta qui perché avrei bisogno di un consiglio." dissi imbarazzata e toccandomi i capelli nervosamente.
Pablo annuí e non appena prese il suo block notes incominciai a raccontargli ogni dettaglio su Zulema e ciò che era successo tra noi due, essendo psicologo non poteva raccontare niente a causa del segreto professionale, quindi non mi feci nessuno scrupolo a raccontargli di noi.
"Wow, certo che passare dall'uccidervi a finire a letto insieme non è roba da tutti i giorni. Sono veramente sorpreso dal vostro rapporto così intenso ma allo stesso tempo difficile." disse non appena finii di parlare per molto tempo, raccontandogli ogni dettaglio.
"Non so che fare con lei." ammisi facendo spallucce.
"Niente, non devi fare assolutamente niente se non cercare di capire ogni aspetto del suo carattere. Ho notato in Zulema molto dolore e sopratutto tantissimo orgoglio, non puoi fare cento passi con lei in mezzo secondo, finiresti per ricominciare tutto da capo." disse sorridendomi e annuii inarcando un sopracciglio.
"Come se fosse facile." ammisi sbuffando e guardando altrove, Pablo rise leggermente e mi richiamò per avere esclusivamente l'attenzione su di lui.
"Il vero motivo per cui si sono sempre creati problemi tra voi due è perché vi fraintendete o semplicemente perché non avete ammesso ciò che volevate fin dall'inizio." disse con un tono rassicurante che mi fece sorridere.
"Ma questa volta il problema è un'altro." dissi seria e notai il mio tono di voce estraneamente stanco.
"No Macarena, è sempre stato lo stesso e l'ho capito dai vostri guardi, vi ho notate subito dalla prima riunione che abbiamo fatto. Pensi che lei abbia paura ma non ammetti a te stessa che un po' la provi anche tu, perché lei è la cosa che desideri di più ma che allo stesso tempo potrebbe distruggerti con uno solo sguardo." disse accennando un sorriso e sussultai non appena sentii la sirena per annunciare l'ora di pranzo.
Mi alzai dal mio posto senza dire una parola abbastanza confusa e non appena aprii la porta la sua voce mi bloccò.
"Non permettete alla vostra paura di farvi perdere la cosa migliore che vi sia successa, ovvero conoscervi." disse con calma e quelle parole mi colpirono come una secchiata di acqua gelida.

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