24.

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Il rumore della sirena mi fece sobbalzare e con cautela aprii gli occhi, accoccolandomi ancora di più sotto le coperte.
Ieri non appena Zulema se n'era andata mi ero rifugiata in bagno per poi ritornare in cella facendo finta di dormire, la verità era che non avevo smesso un secondo di pensare a quello che era successo tra noi due, era una cosa talmente surreale che non riuscivo a comprendere come poteva essere accaduto.
Il mio sguardo si posò proprio su di lei e tremai dato che era la prima volta che la guardavo dopo ieri sera, non aveva un velo di trucco e il suo tatuaggio faceva risaltare ancora di più il suo viso.
Inutile negare che avevo una voglia matta di infilarmi nel suo letto e stringerla a me e sapere cosa le passava per la testa, ma non era possibile perché sapevo già che con me non avrebbe mai parlato per davvero.
Non appena sentì il mio sguardo bruciare su di lei si girò guardandomi con attenzione ma la evitai velocemente alzandomi dal letto e dirigendomi in bagno prima che si riempisse.
Mi spogliai e non appena l'acqua calda mi colpii in pieno mi svegliai adattandomi ancora di più alla realtà e come al solito era una merda totale, afferrai la spugna e lentamente lavai il mio corpo ma gemetti non appena sfiorai un punto sotto alla clavicola, abbassai lo sguardo e notai i segni che mi aveva lasciato Zulema il giorno precedente.
"Sei sempre la solita figlia di puttana." dissi sbuffando lavandomi i capelli, non volevo che altre persone vedessero quei segni, sennò avrebbero fatto mille domande e onestamente non sapevo nemmeno io le risposte.
Avvolsi il mio corpo nell'asciugamano e sorrisi sentendo l'odore del mio bagnoschiuma riecheggiare nell'aria ma avevo ancora il suo profumo su di me, era lieve ma lo sentivo eccome.
"Hey non mi hai aspettata!" esclamò Kabila nel mentre che mi infilavo le felpa e le feci un sorriso dispiaciuto tamponandomi i capelli umidi e spazzolandoli sciogliendo tutti i nodi.
"Scusami Riccia, ma voglio andare a fare subito colazione visto che sono a digiuno da ieri." dissi sorridendole serrando subito la mascella pensando allo scontro avvenuto con Alex, Kabila annuì per poi spogliarsi e andare in doccia parlando con altre detenute, intanto mi sedetti e non appena mi infilai le scarpe notai Saray sorridermi e farmi l'occhiolino divertita, aveva appena finito di fare la doccia e i suoi capelli bagnati risultavano ancora più lunghi del dovuto.
Raccolsi le mie cose e con passo sicuro ritornai in cella ma non appena entrai mi bloccai di colpo vedendo Zulema seduta nella scrivania davanti allo specchio.
Mi avvicinai con cautela e notai che stava finendo di mettersi il mascara, la guardai con attenzione e aveva tracciato una linea perfetta di eye-liner facendomi completamente impazzire.
Aveva ancora i capelli umidi tirati all'indietro, era talmente bella che non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso e infatti lei se ne accorse ma non mi disse nulla continuando a fare quello che stava facendo, evitandomi come suo solito.
"Maca andiamo?" disse Tere risvegliandomi dal mio stato di trance e annuii seguendola guardando un'ultima volta la mia regina araba.

Non appena mi sedetti al tavolo sospirai di sollievo facendo colazione sentendomi subito meglio ritrovando le giuste energie, Saray ci raggiunse e sorrisi notando i suoi i capelli sciolti e mossi, le donavano particolarmente.
"Allora carissime, oggi potrete entrare in cella solamente alle 7 perché sarà occupata dalla sottoscritta." disse quest'ultima alzando il cucchiaino in aria e puntandocelo contro.
Intanto Zulema ci aveva raggiunto e si era seduta davanti a me senza neanche guardarmi per un secondo, quindi decisi di fare la stessa cosa con lei.
"Finalmente scopi? Era ora." disse Bambi ridendo e velocemente mi andò l'acqua di traverso facendo sobbalzare Riccia al mio fianco.
"Sto bene." dissi riprendendomi e tossicchiando non appena mi toccò la spalla preoccupata, Zulema intanto stava sbucciando la sua mela e con tutta la tranquillità di questo mondo se ne mise un pezzo in bocca masticando lentamente.
"Non devo scopare ragazzina, devo fare una cosa ancora più importante, e voi non mi ostacolerete." disse seria continuando a mangiare.
"Con quel cucchiaino in mano, non sei credibile mi dispiace." disse ad un certo punto Zulema per poi scoppiare a ridere, tremai non solo nel sentire la sua voce ma anche per la sua risata che mi era mancata.
Serrai la mascella e finii il mio pasto in silenzio ma sentii comunque il suo sguardo impresso su di me.
"Zule, non sfidarmi." disse Saray seria avvicinando l'oggetto vicino al suo collo, sussultai non appena vidi alcuni segni violacei a malapena visibili ma li notai comunque, strabuzzai gli occhi e realizzai che ero stata proprio io a farglieli ieri sera.
"Sto piangendo dalla paura, guardami." disse quest'ultima prendendola in giro ma notò il mio sguardo sul suo collo, improvvisamente smise di ridere e mi guardò con attenzione.
Scossi la testa sospirando e decisi di evitarla iniziando una conversazione con Kabila, ma nonostante questo non staccò per nessuna ragione al mondo gli occhi da me.
"Allora sono proprio curiosa di sapere che cosa farai." dissi rivolgendomi a Saray con un sorriso sulle labbra.
"Vedrai bionda, Babbo Natale scenderà dal cielo e mi farà i complimenti." disse facendomi l'occhiolino e scoppiai a ridere insieme alle altre.

"3 Scaffale, numero 282." disse Sole passandomi l'ennesimo libro, sbuffai e andai velocemente nel posto dove mi aveva indicato.
Avevo deciso di aiutarla così avrei liberato la mente per un po', ma in realtà non ci riuscivo minimamente perché pensavo solo e costantemente a Zulema e a ciò che era successo.
Era inevitabile purtroppo e stando qui in biblioteca non mi aiutava dato i ricordi a cui ero legata.
"Tutto bene?" disse Sole riordinando alcuni libri, annuii dandole le spalle ma la sua voce mi richiamò facendomi voltare nella sua direzione.
"Puoi mentire a tutti, ma non a me." disse facendomi un cenno e con cautela mi avvicinai a lei sedendomi nella sedia posizionata al suo fianco.
"Cosa è successo con Zulema?" disse infastidita per tutte le cose che erano successe ancora non era "voluta" appieno, ecco perché ogni volta che veniva nominata c'era sempre un pizzico di odio nel tono di voce.
"Cosa dovrebbe essere successo?" le domandai confusa facendo finta di niente, Sole ad un certo punto rise e scosse la testa abbassandosi alla mia altezza e prendendomi le mani per poi stringerle forte.
"Ho qualche anno in più di te, mio marito è morto ma credimi, lo amavo davvero tanto e non smetto per un secondo di pensare a lui. La vita è stata ingiusta, togliendoci anche la minima cosa. Non lasciare accada evitalo finché sei in tempo." ammise con gli occhi lucidi, notavo tutta la sua sofferenza e il rimpianto nei suoi occhi.
"Tu e Zulema forse non siete brave a parole, ma con i fatti dimostrate praticamente tutto, si vede dai vostri comportamenti e credo di non essere l'unica ad averlo notato." continuò facendomi arrossire leggermente ma serrai la mascella.
"Cosa dovrei fare con lei?" le domandai in un sussurro appena udibile.
"Conoscerla fino infondo, sopportare ogni sfumatura del suo carattere e sopratutto adattarti alla persona che è. Zulema è una cosa inaspettata ogni giorno, mi ricordo quando aveva messo piede qui dentro per la prima volta e non appena si era abituata a questo ambiente, aveva marcato subito il territorio diventando un'autentica figlia di puttana. È una donna che ha sofferto molto e si nota, anche se lo nasconde." disse sospirando tristemente per poi alzarsi non staccando le mani delle mie.
Inarcai un sopracciglio non appena vidi il suo sguardo perso nel vuoto, stava sicuramente pensando a qualcosa ma non feci nessuna domanda visto che si trattava di Zulema.
Sole aveva ragione, il mio scorpione era diventato immune a qualsiasi tipo di veleno a causa del suo passato, inalzando davanti a se muri di ghiaccio impossibili da sciogliere.
"Ho paura, tanta." dissi scrollando le spalle e liberandomi di un grande peso sul petto.
"Spesso l'amore lo si comprende a causa della sofferenza, ecco perché non avendo mai sofferto tanti fingono di saper amare." disse la donna davanti a me sorridendomi amorevolmente, aveva ragione e ricambiai il sorriso per poi rialzarmi finendo di aiutarla.
Subito pensai a Zuelma e a quante volte era morta per poi rinascere, due cose erano sicure in questa vita: una che si moriva e l'altra che si rinasceva finché nel corpo non avevi più fiato, e con lei ogni volta era come andare in apnea.

Una volta uscita dalla biblioteca decisi di andare fuori a prendere una boccata d'aria e respirare a pieni polmoni, afferrai il pacchetto di sigarette dalla tasca e ne estrassi una portandola sulle labbra per poi accenderla inspirando il fumo.
Mi guardai attorno e inarcai un sopracciglio confusa non appena vidi una cosa strana sul pavimento, mi avvicinai piano e non appena la guardai più da vicino mi abbassai in terra appoggiando una mano su di essa.
Anche se avevano cercato di nasconderlo con la vernice non potevo non notare l'enorme macchia rossa, sembrava che ci fosse stato sangue denso per molto tempo e aveva macchiato una buona parte del campo da basket.
Era strano il fatto che io l'avessi notato solo adesso, non ci avevo prestato molta attenzione ma ora che lo guardavo più da vicino doveva essere effettivamente così.
"Che cazzo è successo?" domandai ad una detenuta ma non mi rispose scrollando le spalle ed evitandomi velocemente, percepivo una strana sensazione in corpo, come un brutto presentimento dalla quale dovevo stare alla larga.
Feci un'altro tiro di sigaretta e mi guardai attorno notando che avevo tutti gli occhi puntati su di me, mi alzai da terra e serrai la mascella sedendomi nel muretto fumando.
Sapevo che era successo qualcosa, ma non capivo quando e come, avevo paura perché ero sicura che scoprendo la verità la mia vita avrebbe avuto una svolta a dir poco enorme.
Chiusi gli occhi rilassandomi lasciando che i raggi del sole riscaldassero il mio viso, non smettevo di pensare a Zulema e del perché si era fatta quel tatuaggio sotto all'occhio.

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