19.

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Il mio sguardo era fisso su Zulema non appena la vidi dirigersi verso Alex entrando nella loro cella.
"Porca troia." sussurrò Tere toccandosi la fronte e scuotendo la testa, ero appoggiata nello stipite della porta e non le staccavo gli occhi di dosso.
"Ma cosa è successo?" sussurrò Bambi raggiungendomi e mettendosi al mio fianco.
"Saray ha discusso con Allison e l'ha fatta incazzare terribilmente, Zulema ora vorrebbe parlare con loro." dissi senza nemmeno guardarla, monitoravo ogni suo movimento in tal caso si trovasse in difficoltà.
L'avevo supplicata di non farlo ma ovviamente non mi aveva ascoltata, era testarda come una roccia.
"Sei tu che mi hai provocata, io sono venuta a parlarti in tranquillità, stronza del cazzo!" esclamò Saray furiosa avvicinandosi pericolosamente ad Allison, mi porsi di più a loro per sentire meglio la conversazione e capire meglio.
"Hai bisogno della guardia del corpo per venire a parlarci? Sei patetica." disse quest'ultima ridendo insieme alle altre.
"Zule, fermami perché le spacco il culo." disse la gitana mordendosi la mano e allontanandosi, scossi la testa incredula e sentii subito la tensione e l'adrenalina frasi spazio dentro di me.
"Te l'ho fatta passare liscia una volta, ma quando c'è la mia migliore amica di mezzo non ho pietà per nessuno." intervenne Zulema infuriandosi e serrando la mascella.
Sorrisi leggermente per il fatto che la proteggeva in qualsiasi occasione ma mi incupii subito non appena Allison l'afferrò per la gola, scattai subito verso di lei e le diedi una spallata facendola cadere a terra.
"Non azzardarti a toccarla cazzo." urlai furiosa per poi girarmi verso il mio scorpione che stava tossendo leggermente.
"Ah eccoti, ti stavo giusto aspettando." disse Allison sorridendomi, fece per colpirmi ma le diedi uno schiaffo con tutta la mia forza e serrai la mascella guardandola male.
"Stronza." mormorò gemendo dal dolore, Alex venne subito nella mia direzione ma Zulema la bloccò all'istante.
"Ringrazia che non ti ho spaccato la faccia quando ti ho visto nel bagno, ma posso farlo ora più che volentieri." sussurrò con sguardo omicida spingendomi indietro.
"Hai interrotto un momento abbastanza importante per noi." mormorò Alex facendomi l'occhiolino facendo infuriare Zulema di più.
"Importante un cazzo, solo Dio sa cosa le stavi per fare." disse quest'ultima arrabbiata come non mai.
"E a te cosa te ne importa? Non mi pare che sia la tua fidanzata." disse guardandola confusa, effettivamente aveva ragione io e lei non stavamo insieme e di conseguenza ero sorpresa dal fatto che avesse queste reazioni nei miei confronti.
Infatti mi girai e la guardai aspettando una sua risposta che non tardò ad arrivare spezzandomi letteralmente in due.
"Infatti, non è la mia fidanzata. Non è niente per me." disse facendo un sorriso amaro senza degnarmi di uno sguardo.
Serrai la mascella furiosa e la prima cosa che mi venne in mente di fare fu andarmene da quella strana situazione che si era creata rintanandomi nella cella.
Camminai avanti e indietro cercando di ricacciare le lacrime indietro e mi morsicai il labbro inferiore facendo dei respiri profondi.
Non avevo nessun motivo di arrabbiarmi dato che aveva detto la verità, ma volevo che fosse tutto diverso.
Nella mia mente nascondevo tutti i miei sentimenti e le mie emozioni, ma il mio corpo quando si trattava di lei mi tradiva comunque.
Ed io avevo una paura fottuta che questo non poteva accadere perché le cose belle venivano prese quando le avevamo davanti, perché altrimenti le prendeva qualcun altro.
E averla tutta per me era uno dei miei desideri più grandi, che senso aveva continuare a scappare quando l'unica cosa che volevo era starle accanto?
Non avevo mai desiderato le cose facili, avevo sempre voluto quelle grandi, cose ambiziose fuori dalla mia portata.
Esprimevo desideri, avevo bisogno di aiuto, avevo paura e sapevo di chiedere troppo però continuavo ad esprimerli perché magari qualche volta si avveravano.
Continuavo a mentire a me stessa perché ero sicura che la verità mi avrebbe ferita maledettamente, e infatti avevo appena ricevuto la prova.
"Stai bene?" disse Saray toccandomi la spalla facendomi voltare nella sua direzione risvegliandomi dalla realtà.
Annuii e le feci un piccolo sorriso notando Zulema dietro, aveva un piccolo taglio nel suo zigomo sinistro e mi catapultai verso di lei togliendo tutto l'orgoglio che avevo dentro.
"Chi te lo ha fatto?" dissi afferrandole il mento e spostandole il viso di lato per esaminarlo meglio, usciva parecchio sangue essendo in un punto così delicato.
"Secondo te? Alex." disse sbuffando per poi stendersi nel suo letto chiudendo gli occhi.
Perché era così bella anche in questo stato?
"Vado a vedere se Antonia ha bisogno di aiuto in cucina dato che è quasi ora di cena." disse Saray lasciandoci sole e nel mentre che usciva mi fece l'occhiolino e un piccolo saltello in aria.
Scossi la testa divertita e mi girai verso Zulema un po' preoccupata, afferrai il cotone con il disinfettante e mi avvicinai a lei.
"Zulema ti devo medicare, Carlos è fuori servizio e non può." dissi avvicinandomi a lei ma non si mosse di un millimetro.
"Bionda, sei noiosa." sussurrò infastidita facendomi alzare gli occhi al cielo.
"E tu sei sempre la solita testarda, dai siediti così mi risulta più semplice." dissi avvicinandomi ma non me la diede vinta.
"No." rispose mettendosi ancora più comoda senza aprire gli occhi, persi la pazienza e sbuffai, era così infantile a volte.
"Bene, vorrà dire che farò di testa mia." dissi sedendomi al suo fianco e con cautela le tamponai piano il taglio.
Volevo sapere perché se lo era fatto, ma essendomene andata non potevo scoprirlo.
Zulema aveva ancora gli occhi chiusi e la guardai seria, i nostri visi erano vicinissimi e avevo paura a toccarla, come se si potesse rompere da un momento all'altro.
La sentii gemere dal dolore non appena feci più pressione e guardai le sue labbra avvicinandomi ancora di più, non appena percepii i miei movimenti aprii gli occhi e mi guardò intensamente.
"Perché te ne sei andata?" disse facendo scivolare un dito nella mia clavicola esposta e provocandomi miliardi di brividi, infatti sorrise per la mia reazione.
"Non volevo passare casini." mormorai facendo spallucce e sospirai di sollievo non appena il sangue cessò di uscire dal suo zigomo.
"Bugiarda." sussurrò continuando il suo percorso toccando il mio collo e la mia mascella marcata provocandomi non so quante emozioni.
"Ti sto dicendo la verità." risposi ansimando leggermente, il mio respiro era già irregolare e un calore nel basso ventre mi fece tremare le gambe.
"Ancora una volta neghi, perché?" mi domandò Zulema pacatamente e mi morsicai il labbro nervosa, mi aveva spiazzata completamente e non sapevo che dirle.
Sopratutto in una situazione dove lei era sdraiata ed io stavo sopra sovrastandola con il mio corpo per medicargli un taglio che si era provocata.
Assurdo come le cose potevano cambiare in un attimo, il fatto era che la sua risposta non me l'aspettavo, mi era arrivata dritta in faccia come una secchiata di acqua gelida e avevo preferito andarmene piuttosto che stare lì e confessarle tutto quanto mostrandomi fragile.
"Ti sto dicendo la verità." dissi brusca perdendo la pazienza, con lei non riuscivo a stare calma quando faceva così.
I nostri caratteri così diversi si scontravano ripetutamente per avere la meglio su ogni cosa, ed io con lei perdevo sempre.
"Mi fa male ancora." disse dopo un po' indicandosi il taglio e cambiando letteralmente discorso facendo finta di nulla, con lei era così.
Era la luna di giorno e il sole di notte.
"Sei incredibile cazzo." sussurrai avvicinandomi al suo viso, Zulema rise e mi bloccai guardando il suo sorriso, il mio sguardo era posato sulle sue labbra e per una volta diedi ascolto al mio cuore e mi avvicinai lentamente sfiorando il mio naso con il suo.
Potevo evitarla quante volte volevo ma in fin dei conti, la decisione era sempre la mia e l'unica voce che mi diceva di non farlo era dentro alla mia testa, mentre il cuore mi diceva ciò che probabilmente sapevo già, quella che quasi sempre aveva ragione.
Zulema non disse una parola e aveva lo sguardo fisso su di me e ogni tanto guardava le mie labbra mordendosi automaticamente le sue, gesto che mi fece uscire fuori di testa completamente.
La guardai un'ultima volta prima di baciarla dolcemente, sentii subito la sua lingua insinuarsi dentro la bocca per cercare la mia e non appena si intrecciarono mi uscii un gemito di piacere chiudendo gli occhi.
Sentii la sua mano nel mio viso e con mossa veloce invertí le posizioni posizionandomi sotto di lei, era logico dato che non voleva mai farsi dominare, l'avevo capito dal momento che ero entrata qui dentro.
"Zulema." sussurrai non appena mi morsicò il labbro e lo tirò piano con i suoi denti, le misi una mano sulla mascella e l'attirai a me baciandola avidamente ma i miei polsi vennero inchiodati contro le sbarre di ferro del letto.
Mi mancò il fiato e guardai la donna sopra di me che mise una coscia in mezzo alle mie gambe per spalancarle e mettersi in mezzo, con tutta la facilità di questo mondo.
Continuò a baciarmi e sorrisi sulle sue labbra come un'idiota, mi era mancata tanto ma allo stesso tempo non volevo illudermi per non starci male un'altra volta.
Non volevo darle troppo di me, non volevo darle letteralmente tutto il controllo perché insieme saremo esplose in una realtà al di fuori dal normale, mi ero imposta dal primo momento una linea rossa da non superare.
E noi stavamo al limite senza mai toccarla ma c'eravamo quasi a disintegrarla in mille pezzi.
Legai le gambe attorno alla sua vita e inarcai la schiena non appena si dedicò al mio collo leccandolo e mordendolo a suo piacimento facendomi gemere ma mi bloccai facendo silenzio.
Un brivido di eccitazione percorse il mio corpo non appena le sue labbra si spostarono nel mio seno destro, mi sentii il cuore esplodere nel petto non appena lo baciò con tutta la lentezza di questo mondo facendomi andare completamente in tilt.
Gemetti rumorosamente non appena mi morsicò e mi tappai subito la bocca stringendo ancora di più la presa sulla sua vita, Zulema rise divertita e risalì ad un centimetro dal mio viso.
"Vedo che stai apprezzando abbastanza o sbaglio?" disse sfottendomi con il suo solito sorrisetto stronzo, mi liberò un polso e ne approfittai afferrandola per la nuca e baciandola appassionatamente.
Sentii un gemito provenire dalla sua gola e sorrisi intrecciando la lingua con la sua e rilassandomi tra le sue braccia.
Il suo sapore mi era mancato terribilmente tanto e inspirai il suo profumo che mi calmò i nervi e mi fece dimenticare tutto quanto.
Ad un certo punto sentii la sua mano insinuarsi sotto la mia canottiera afferrandomi per un fianco e scese facendomi dei cerchi immaginari nel ventre non staccando le labbra dalle mie.
Questa donna mi stava facendo letteralmente impazzire e lo sapeva bene, il suo tocco era talmente delicato che mi venne un magone allo stomaco.
Era come se aveva paura di rompermi e di toccarmi, c'era un muro invisibile davanti a sé che le permetteva di avere un minimo di autocontrollo, me ne accorgevo da come si comportava ogni volta.
Le lasciai una scia di baci sul collo e lei ne approfittò per dedicarsi alla mia mascella facendomi gemere per l'ennesima volta.
Ci baciammo per un tempo indefinito e sussultai non appena suonò la sirena per la cena, Zulema si staccò piano dal mio corpo e subito ricercai le sue labbra ma si allontanò facendomi imbestialire.
Scese dal letto e non appena fece per uscire si voltò nella mia direzione.
"Grazie per avermi medicato il taglio comunque." disse scuotendo la testa divertita e ridendo, per poi sistemarsi i capelli leggermente scompigliati a causa mia.
Avevo gli occhi sgranati e l'affanno, mentre lei era la persona più calma di questo mondo.
"Fanculo." sussurrai alzandomi di scatto e infilandomi la felpa, sentivo il suo profumo nella mia pelle riecheggiare attorno a me facendomi sorridere come un'idiota.
Era successo tutto in un'attimo e avevo perso la cognizione del tempo e la percezione della realtà, ma non mi importava.
E se le sirena non avesse suonato fino a dove ci saremo spinte?
Mi leccai il labbro inferiore un pochino dolorante a causa dei suoi morsi e uscii dalla cella dirigendomi in sala mensa.

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