5. Fuga dalla prigione ?

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"Benvenuta in russia"

L'hostess apre il portellone dell'aereo e mi arriva addosso una ventata di aria fredda, anzi ghiacciata che mi fa rabbrividire.

Andrey mi prende per la vita e prova di spingermi fuori, faccio opposizione avendo addosso solo una misera maglietta perchè sicuramente non riesco a sopportare questo freddo, essendo abituata al caldo della calabria.

"H-ho fred-d-do" balbetto appena mi guarda per capire cosa ho.

"Hai ragione! Non ci avevo pensato" inizia a sfilarsi il cappotto ma prima di toglierlo del tutto si ferma.

"Oramai questa è la tua nuova casa quindi prima ti abitui a questo freddo meglio é!... o mi sbaglio ?" dice sfidandomi con lo sguardo e io non so come mai ma gli rispondo a tono.

"Si ti sbagli di grosso bastardo!! Non mi abituerò al freddo perchè questa non sarà la mia casa. Riuscirò a scappare da te e te la farò pagare !!" dico tutto a un fiato.

"Se la metti cosi a casa avrai una bella sorpresina, adesso andiamo !!"

Mi afferra la vita, mi carica sulle sue spalle e si incammina fuori.

Provo a liberarmi tirandogli pugni sulla schiena ma non gli fanno niente, anzi mi fanno guadagnare una sculacciata sul didietro.

Appena usciamo dal jet l'aria gelida si attacca sulle mie braccia e gambe, smetto di colpirlo dato che inizio a tremare.

Mamma mia che freddo! Qui non ci saranno più di cinque gradi...

Poco prima di perdere i sensi, data l'aria gelida, Andrey apre lo sportello di una macchina, mi appoggia sui sedili posteriori e lo chiude.

Apro gli occhi lentamente e noto di trovarmi in un suv nero, davanti c'è un tizio che sta parlando con Andrey ma non riesco a capire cosa si stanno dicendo poiché c'è un pannello che mi divide dal posto del conducente.

Appena finiscono di parlare l'autista mette in moto partendo senza il mafioso nella vettura.

Tiro un sospiro di sollievo visto che sarò per un po' senza di lui.

Dato che siamo solo io e quest'uomo cerco una via di fuga guardando in torno. Tento di aprire una portiera ma come mi aspettavo era bloccata, infondo tentar non nuoce... il divisorio si abbassa... o forse con queste persone si.

"Tanto non potete scappare signorina Petrov, anche se ci riusciste lui vi ritroverà" dice guardandomi dallo specchietto retrovisore.

"Se fossi in voi signoria non farei arrabbiare ancora di più il signor Volkov, è già abbastanza alterato visto dove mi ha detto di portarvi"

Sentendo queste parole sbianco, dove mi vuole portare?

L'autista non aggiunge altro e rialza il divisore.

Dopo poco la macchina si ferma, un uomo mi apre lo sportello, mi appoggia una giacca sulle spalle e dopo averlo ringraziato scendo dalla vettura.

Davanti a me si vede un immensa bellissima villa, che mi fa rimanere a bocca aperta.

Non ne avevo mai viste di cosi grandi.

L'uomo mi conduce verso l'entrata per poi lasciarmi in mano a un altro uomo, molto più possente dei buttafuori nelle discoteche più famose della mia zona, di sicuro con lui non riuscirò a ribellarmi visto che è il triplo di me

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L'uomo mi conduce verso l'entrata per poi lasciarmi in mano a un altro uomo, molto più possente dei buttafuori nelle discoteche più famose della mia zona, di sicuro con lui non riuscirò a ribellarmi visto che è il triplo di me.

"Adesso mi segui senza fare storie, non voglio problemi con lo Zar" dice severo anche se mette molta meno paura rispetto ad Andrey.

Senza fare storie lo seguo.

Non entriamo dal ingresso principale ma da una porta sotto una rampa di scale, che sicuramente non promette nulla di buono.

L'uomo la apre e mi ritrovo in un corridoio buio e cupo, pieno di crepe sui muri e adornato con adorabili ragnatele. Adorabili per modo di dire...
Siamo sicuramente in un seminterrato, e per mia esperienza porta solo guai.

Arriviamo davanti a una porta blindata che ha 4 serrature, lui le apre velocemente e mi spinge all'interno.

Mi ritrovo davanti a una sorta di prigione.

Ci sono 6 celle fornite solo di un wc, un letto ammuffito, un lavandino, delle catene che pendono dal soffitto e un paio vicino al letto.

Qui dentro non ci resto. Devo trovare un modo per scappare... piuttosto mi faccio ammazzare.

Mentre trova la chiave per aprire una delle celle mi accorgo che aveva lasciato la porta blindata aperta, non ci penso nemmeno per più di un secondo e inizio a correre nella direzione percorsa precedentemente.

Fortunatamente ho sempre fatto attività sportiva e quindi riesco a correre molto veloce, infatti l'uomo non mi riesce a stare dietro.

Esco da quel sotterraneo e corro nella fitta vegetazione che mi ritrovo davanti.

Mi volto indietro e non vedo nessuno... forse ce l'ho fatta, anche se mi sembra fin troppo semplice.
Purtroppo le mie preghiere non si avverano e mi ritrovo davanti un muro di oltre 4 metri.

Tutte le mie speranze crollano e mi accascio a terra con le spalle su questo maledetto muro che impedisce la mia libertà.

Vorrei tentare di scavalcarlo ma sicuramente non ci riuscirei perchè non ha nessun punto di appoggio, per non parlare del fatto che io e l'arrampicata siamo due cose opposte visto che non sono mai riuscita ad arrampicarmi su un semplice albero.

Cosa darei adesso per ritornare alla spensieratezza che avevo solo 1 settimana fa.

Ripensando alla mia vecchia vita qualche lacrima scende lungo il viso. Non voglio stare rinchiusa in questo posto con persone mafiose che mi stanno facendo solo male, l'unico più gentile con me fino ad ora è stato quell'uomo che mi ha donato la giacca che tengo stretta al mio corpo cercando di coprire anche le gambe.

A risvegliarmi dai miei pensieri sono dei passi che vengono verso di me. Alzo lo sguardo e vedo i suoi occhi che mostrano tutto il fuoco che ha dentro, si capisce che è arrabbiato e anche molto.

"S-scusa se sono scappata ma non volevo stare in quel posto. Sarò brava ma ti prego non portarmi li" dico sotto voce con le lacrime agli occhi tenendo lo sguardo basso.

"Va bene, ti voglio dare un po' di fiducia. Ma al primo errore sai cosa ti aspetta"

"G-grazie Andrey, farò tutto quello che vuoi basta che non mi riporti in quel posto"

"Vedremo... adesso alzati e vieni con me"

Mi alzo e lo seguo, ma pochi passi dopo si ferma all'improvviso.

"Mi sono dimenticato di dirti che non mi devi chiamare mai e dico mai con il mio nome. Ti rivolgerai a me solo con Zar o signor Volkov. Intesi ?"

Annuisco con la testa e stranamente riesco anche a mantenere il contatto visivo.

"INTESI ?!" urla, così capisco che voleva una risposta verbale.

"Si signor V-volkov"

Detto ciò mi prende per il polso e mi trascina fuori dal bosco.

Tra amore e odioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora