15. Traditore

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"Come si chiama tuo padre?" mi chiede girando intorno alla mia sedia come se fossi una preda.

"R-robert Petrov"

"Quanti anni ha ?"

"52 compiuti da poco"

"Bene! Dove abitate?"

"In un paesino della Calabria vicino a Tropea"

"Come si chiama questo paesino?" dice fermandosi davanti a me e appoggiando le mani sui braccioli della mia sedia.

"Mi scusi ma posso sapere perchè sono qui?" domandai gentilmente senza rispondere.

"Vuoi proprio saperlo?" chiede e rispondo annuendo con la testa.

"19 anni fa tuo padre mi disse di voler ritirarsi dalla mafia per una donna che aveva conosciuto. Gli risposi che questo non poteva succedere visto che era il mio braccio destro, e lui si alleò con la mafia tedesca. Gli rivelò tutto ciò che sapeva e in cambio ricevette la loro protezione per cambiare vita.
I tedeschi ci fecero un attacco, morirono 27 dei miei uomini e io mi beccai un proiettile vicino al cuore che però come ben vedi non mi ha ucciso".

Rimango in silenzio.
Non è possibile che mio padre era un mafioso...

"Adesso tu mi servi per arrivare a lui!"

"Non metterò mai mio padre nelle tue mani!!" gli urlo contro.

Lui si alza, prende un telefono e un coltellino dal cassetto.

"Decidi o lo chiami oppure ti metto questo coltello nella tua carne fin quando non lo chiami!"

"Allora ammazzami pure!" appena finisco di parlare mi conficca il coltellino nella gamba. Urlo dal dolore e inizio a piangere.

"Vuoi parlare o devo continuare? Tanto lo troverò lo stesso! Tu accorci solo i tempi"

"Io non ti di-" mi blocco perchè gira il coltello nella ferita e ricomincio a urlare dal dolore.

Qualcuno inizia a bussare alla porta.

"VIKTOR COSA STAI FACENDO ALLA RAGAZZA?! HO CHIAMATO ANDREY E STA CORRENDO QUI, MENTRE KIRA È IN LACRIME NELLA SUA STANZA. TI PREGO FERMATI!! LEI NON HA NESSUNA COLPA!!" urla Liliana dal fuori la stanza.

"NON TI DEVE INTERESSARE QUELLO CHE FACCIO! TORNA IN SOGGIORNO E NON ROMPERE!!" le risponde.

Intanto ho ancora il coltellino nella gamba e il sangue che cola lungo tutta la gamba.

"Ritorniamo a noi. Chiama tuo padre!"

"S-signore no-n so il s-s-uo numero" dico singhiozzando.

"Non ci credo. Sforzati di ricordarlo, è in gioco la tua vita!" dice togliendo il coltello dalla gamba.

Tiro un urlo fortissimo e con le mani cerco di bloccare la fuoriuscita di sangue.

"Signore le giuro che non lo ricordo!"

Stava per ripiantarmi il coltellino in un altro punto quando Andrey iniziò a bussare alla porta.

"PADRE APRI LA PORTA!!"

"ANDREY NON TI CI METTERE ANCHE TU! SONO QUESTIONI CHE RIGUARDANO SOLO ME!"

"NO! RIGUARDANO ME, PERCHÈ ADESSO LO ZAR SONO IO E QUINDI TU APRI QUESTA CAZZO DI PORTA OPPURE LA SFONDO"

Il padre sbuffando va ad aprire la porta.

Appena entra Andrey corre subito verso di me.

"Cosa cazzo ti ha fatto?" chiede agitato togliendosi la maglietta che aveva e me la lega intorno alla ferita.

"M-mio padre l'ha tradito e voleva il suo numero. Ma io non lo so" rispondo in lacrime.

"Andiamo a casa" dice prendendomi in braccio e lasciandomi un bacio sulla fronte.

"DOMANI TI VOGLIO ALLA VILLA!" urla al padre per poi uscire sbattendo la porta.

All'ingresso troviamo Kira in lacrime.

"Ti prego Andrey portami con te. Non voglio stare con papà!" chiede lei.
"Andiamo"

Siamo in macchina e Andrey cerca di fermare il sangue dalla ferita, mentre Ivan guida come un pazzo per tornare alla villa.

Fortunatamente non sento più dolore visto che mi ha fatto una puntura di antidolorifico e mi ha già detto che alla villa mi aspetta un dottore.

"Piccola smettila di pingere sei con me! Lui non ti farà più del male" mi dice tenendomi in braccio.

"A-andrey ho paura per mio padre" sussurro appoggiando la testa sul suo petto.

"Farò il possibile per proteggerlo, promesso!" dice scandendo bene l'ultima parola.

Arriviamo alla villa e vengo portata sul tavolo della sala da pranzo dove si è posizionato il dottore per medicarmi.

Dopo poco finisce e Andrey mi porta in camera, sdraiandosi sul letto affianco a me.
Mi addormento rilassata tra le sue braccia.

Tra amore e odioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora