LEI
Ero immobile.
Frank fissava il pavimento. Avrei voluto perseguire l'obiettivo. Provare a fare chiarezza sulla vicenda.
"Frank ... parla!"lo incitai
In lui non c'era nessuna espressione che conoscessi davvero. Non riuscivo ad interpretare il suo stato d'animo. Non lo conoscevo abbastanza.
Dopo un attimo ancora di silenzio. Prese un respiro e parlò. Pronto ad una deposizione. "ho chiesto in prestito alcuni soldi e ora dovrei restituirli ... ma è da ormai alcuni mesi che avrei dovuto ... per cui dovrò restituirgli molto più di quanto mi abbia prestato!" "quanto Frank?"chiesi allibita.
Ero certa che uno sguardo al suo passato sarebbe stato molto più spaventoso di quanto non avessi mai immaginato o creduto.
Sospirai.
Pronunciò la cifra. E non riuscii a fare altro: strabuzzai gli occhi e portai la mano alla bocca.
Fui percorsa da un brivido. Cercai una soluzione.
Quale?
"potresti chiedere di pagare un po' alla volta!" parlai d'un fiato. "non vuole!"
"posso provare a parlarci io ?!" azzardai.
"no Sanem ... chiederò un prestito ai nostri genitori!"ammise "no!"mi opposi.
Non avrei voluto sembrare aggressiva. Non era ciò che avrei fatto se fossi stata lucida. Ma non lo ero. Non ero lucida. Il senno stava scivolando via.
Non volevo che i miei genitori soffrissero e si immettessero in vicende troppo grosse per loro. Forse avrebbero potuto raggiungere quella cifra. Ma avrebbero di certo avuto problemi economici. Ripercussioni gravose. E poi avevano già sofferto abbastanza, non volevo che si preoccupassero per il passato dissoluto di Frank. Non volevo che si sentissero in colpa. Non più.
"dammi un po' di tempo ... torno in Italia e provo a rimediare qualcosa ... ti invierò la cifra qui!"
L'idea mi parve sensata. Non avrei potuto fare altro. Avrei chiesto un prestito a Fattore e avrei lavorato gratuitamente ogni giorno.
Pensai che forse al momento non avrei dovuto dire nulla a Can. Si sarebbe preoccupato per me e avrebbe cercato di scacciare via da me il peso, addossandosi ogni problema. Come sempre.
"grazie sorellina!"sussurrò dispiaciuto di aver creato problemi.
" a cosa serve la famiglia?"parlai con sarcasmo mentre in realtà speravo solo di riuscire a risolvere da sola quella spiacevole situazione in cui si era cacciato Frank.
Senza che nessuno si ferisse.
LUI
Meg non badò alle nostre parole. Dedicò le sue attenzioni all'ecografia.
Sembrava così orgogliosa e fiera. Più di quanto lo fosse Nate. "secondo me somiglia a Sanem "sussurrò
"ti dico che invece somiglia a Can!"controbatté Nate.
Scoppiai a ridere. Non era assolutamente possibile definire i tratti del piccolo. Sanem era incinta da poco.
Ma la loro ingenuità e la loro bontà d'animo erano ciò che da bambino mi aveva sempre spinto a trascorrere del tempo con loro. Ciò che mi aveva sempre spinto a raggiungere casa loro per riportare mio fratello in casa per la cena. Ciò che mi aveva spinto sin da bambino, a sedermi a tavola con loro e a raccontargli parte dei miei propositi. Forse era proprio a loro che avevo detto per la prima volta di voler partire. Di voler vivere lontano. "vado a controllare il ristorante!"disse Meg mettendosi in piedi