vai via se vuoi...

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LEI

I rintocchi dell'orologio da muro mi ricordavano costantemente di dover inviare quella collana a Frank.

Ma la verità era che non avevo ancora trovato il coraggio. E quella collana nella mia tasca iniziava a pesare come un sasso.

Sembrava un'idea sbagliata.

Non volevo fare un torto a Can. Né tanto meno mancargli di rispetto. Ma non volevo lasciare Frank in balia dei suoi guai.

Guai, che senza ombra di dubbio, si sarebbero ripercossi sui miei genitori e sul ristorante.

Qual'era la soluzione giusta che non avrebbe ferito nessuno?

Avrei potuto raccontare a Can la verità. Ma si sarebbe affannato a riparare con le sue forze i miei crucci.

E allora?

Cosa avrei ottenuto?

Avrei difeso i miei genitori, dimenticando di tutelare Can. "non ne posso più!"parlai ad alta voce

Qualcuno picchiò alla porta. "posso esserle d'aiuto!"

Guidai il mio sguardo all'uscio. Vidi Anna. Balzai in piedi. "che ci fai qui?"chiesi a metà tra lo stupore e la gioia. "sono qui per aiutarti ... due meglio di uno!"disse fiera

D'un tratto una voce emerse dal fondo del corridoio dell'azienda. "tre meglio di uno!"precisò

Eric sbucò pochi secondi dopo oltre lo stipite della porta. "anche tu qui?"chiesi sbalordita

"Anna mi ha raccontato di Frank!"ammise cautamente

Avevo accennato la vicenda alla mia amica quando Can ci aveva lasciate sole. A casa mia.

E averlo fatto divenne un vero e proprio sollievo.

"e ci sono novità!"aggiunsi finalmente fiera di poter condividere quel peso con i miei due migliori amici.

"racconta!"borbottò Anna già seduta sul basso divano del mio ufficio. La collana nella mia tasca iniziava a pesare un po' meno.

Presi un respiro. E cercai di rilassarmi almeno un po'.

Forse mi avrebbero aiutato a trovare la soluzione migliore. Se solo avessi potuto sapere il guaio in cui mi stavo cacciando.

"propongo pausa pranzo ... un buon panino e due chiacchiere!"sussurrò Eric avvicinandosi e posando una mano sulla mia pancia

Si preoccupava che mi agitassi. O che non mi nutrissi.

Buon sangue non mente. Pensai. Proprio come suo fratello.

"hai detto a Can che sei qui?"

Eric scosse il capo e si chinò a posare un bacio sul mio ventre.

LUI

"abbiamo finito!"gridai al ragazzo

Avevo appena ultimato un servizio fotografico estenuante e noioso. Lanciai uno sguardo al telefono.

Pensai che fare una sorpresa a Sanem sarebbe stata una perfetta idea.

Dopo la notte appena trascorsa non riuscivo a sopire la voglia di lei. Delle sue labbra. Del suo profumo.

Uscii e presi un taxi. Raggiunsi l'agenzia ed entrai.

Ormai conoscevo bene quell'azienda e non ci volle molto per raggiungere l'ufficio al primo piano.

Quell'ufficio ...

Entrai e fui sorpreso nel trovare la stanza vuota. "è fuori per la pausa pranzo!"

Ti voglio ancora💞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora