Un epilogo d'amore vero e infinito

1.4K 122 38
                                    

Alcuni anni dopo...

LEI

"bambini, tutti a tavola!" gridai.

Il silenzio fu immediatamente interrotto dal brusio delle loro voci.

Bianca stava discutendo al telefono con la sua migliore amica. A breve avrebbe compiuto quindici anni.

Eric, il nostro secondo figlio aveva solo dodici anni e stava litigando con sua sorella Anna, cercando di rivendicare i diritti di fratello maggiore.

Anna era la nostra ultima figlia. Aveva sei anni e, a differenza dei suoi fratelli, avevamo cercato quel piccolo dono, lo avevamo programmato, desiderato e atteso ed era arrivata. Can invece era comodamente adagiato sull'ultimo degli scalini ed era al telefono.

Discuteva con uno dei fornitori del ristornate.

I miei genitori avevano ancora il ristorante in fondo alla strada, ma non era più l'unico. Il marchio Aydin era divenuto un marchio di garanzia. Ed erano nate due nuove sedi. Una in pieno centro della città, amministrata da Levon ed Anna la mia migliore amica; erano divenuti marito e moglie poco dopo essersi conosciuti. Un'altra sede a pochi passi dal nostro quartiere, amministrata da me e Can.

"abbiamo due compleanni questo fine settimana!" disse Can, non appena ebbe riagganciato.

"mamma, non hai dimenticato vero che questa sera vado a cenare da Lisa?" chiese Bianca, mentre si accomodava a tavola.

"non ho dimenticato!" sussurrai mentre versavo la zuppa nei loro piatti vuoti. "ci vai perché vuoi vedere suo fratello!" Eric accusò Bianca.

"chi è suo fratello?" chiese Can fissando Bianca. "papà, dice solo cose stupide Eric!"

"dico la verità!" si difese.

"è vero ti piace suo fratello, l'ho letto nel tuo diario!" aggiunse Anna. Bianca portò una mano alla bocca.

"in questa casa non c'è privacy, questa sera vado a dormire dai nonni!" gridò.

"questa sera non vai da nessuna parte, è il nostro anniversario e ceniamo insieme!" negò Can.

Non ero certa che fosse davvero quella la ragione per cui Can non volesse che Bianca uscisse di casa. Forse la vera causa era perlopiù il fratello maggiore di Lisa. Ma tacqui. Ci accomodammo e iniziammo a mangiare, ma il silenzio non calò mai. I nostri tre figli discutevano spesso, ma senza rabbia, era più che altro un gioco. Can invece sembrava nervoso e provava a fare domande a Bianca. Mi persi ad osservarlo.

Era il nostro anniversario. Erano passati ben quattordici anni dal nostro matrimonio. Ed io ero ancora totalmente innamorata di lui, anche più di prima, Can si voltò e mi osservò, probabilmente sentendosi scrutato. I suoi occhi mi guardavano con lo stesso fascino, lo stesso amore e la stessa attrazione di sempre.

Eravamo ancora noi Can e Sanem, solo con qualche figlio in più: Bianca, Eric ed Anna. "mamma, abbiamo finito, possiamo andare a giocare in strada?" chiese la piccola Anna ormai già in piedi.

Mi limitai ad annuire.

Alla fine, non avevamo più cambiato casa, era giusto che i nostri figli crescessero nel quartiere in cui eravamo cresciuti noi, nel quartiere in cui Can ed io ci eravamo conosciuti, innamorati.

Finalmente i nostri figli sgattaiolarono fuori e ci fu un attimo di silenzio. "ti va di venire con me?" chiese Can fissandomi.

Annuii. In quegli anni avevo imparato ancor di più a fidarmi di lui. E potevo leggere nei suoi occhi il guizzo di gioia.

Forse c'era una sorpresa.

Mi trascinò per mano e mi condusse sino a casa dei signori Divit. Ci intrufolammo sul retro e raggiungemmo gli scalini posteriori.

"ti ricordi di quello scalino?" chiese Can, senza lasciare la mia mano. Fui pervasa da un ricordo.

Lui-

Fissai il punto in cui quella pietra aveva scalfito il gradino. C'erano dei frammenti di legno.

Soffiai e notai una scritta. Can e Sanem.

E avevo sorriso. Immediatamente.Eravamo simili. E quello era il suo modo di provarmelo.

Aveva inciso i nostri nomi.

Lanciai un ultimo sguardo alla bambina, prima di tornare in casa. I suoi occhi mi stavano ancora scrutando.

"certo che ricordo!" dissi "vieni con me!"

Ci avvicinammo e notai che sull'ultimo degli scalini non c'era più solo quella scritta, ovvero Can e Sanem come ricordavo, ma c'erano altri tre nomi: Bianca, Eric, Anna. "ne abbiamo fatta di strada vero, signora Divit?"

Parlò retorico mentre mi tirava a sé pronto a baciarmi con lo stesso desiderio di sempre. Mi limitai a sorridere e senza esitare lo baciai.

Una voce ci interruppe. "ma che schifo!"

Era Bianca.

"che ci fai qui dai nonni?" chiese Can, vedendola spuntare dall'uscio sul retro. "sono passata a trovarli, avevo bisogno di parlare con il nonno!"

Bianca aveva un rapporto speciale con il signor Divit. E Can ne era fiero. "guarda quella scritta!" dissi ed indicai lo scalino.

Bianca adagiò lo sguardo e lesse. "perché ci sono i nostri nomi?"

Can si distaccò e raggiunse sua figlia.

"se hai un po' di tempo per noi ti raccontiamo una storia!"

Bianca sorrise e si mise a sedere, proprio a pochi passi da quella scritta. "sono tutt'orecchi!"

"tutto ebbe inizio al mio ritorno, tornai in questa casa e ad aprire la porta di casa mia c'era tua madre..."

"e che ci faceva in casa dei nonni se tu non c'eri?"

"ascolta la storia!" la incitai e mi accomodai accanto a loro. Volevo ascoltarla anche io.

E avrei voluto ascoltarla per l'eternità.

La mano di Can raggiunse la mia e strinse forte la presa. Ne ebbi la certezza.

Sarebbe stato così per l'eternità.



Ti voglio ancora💞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora