nel bosco ...io e te...

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LUI

Non avevo pensato di approfittare dell'atmosfera.

La quiete. La natura. Il lento scorrere del ruscello. I fruscii tra le foglie. Però forse quella svolta sarebbe stata quella definitiva.

La verità era che per quanto cercassimo di fingere. Per quanto cercassimo di tenerci lontani. Per quanto cercassimo di far prevalere l'orgoglio, il nostro amore era più forte. La osservai, mentre cercava di ricomporsi. Aveva i capelli ancora lievemente scompigliati.

Non riuscivo a descrivere l'amore che provavo nell'osservarla. Nel condividere i minuti della giornata con lei.

Amavo ogni cosa di lei. Il suo sorriso. La sua dolcezza. È inutile dire quanto amassi il suo profumo impresso sulla mia pelle.

Restai fermo ad osservarla. Con pieno compiacimento e orgoglio di aver scelto –per una volta –la cosa migliore per me: Lei.

E presto sarebbe stato Loro.

Divagò con lo sguardo. Lanciava occhiate al suolo, come se fosse alla ricerca di qualcosa.

"ho perso il mio bracciale!"sussurrò

Lanciai uno sguardo anche io e tra le foglie, vidi uno scintillio. "credo sia lì!" indicai quel punto molto più vicino a me che a lei. "oh ok!"bisbigliò senza guardarmi

Mi sbagliavo.

La bufera non era ancora del tutto passata.

Prima il bacio. E poi la disillusione che quel bacio non fosse bastato.

Poi finalmente c'era stato ciò che avevo desiderato da troppo tempo. E di nuovo la disillusione che nemmeno fosse bastato, per quanto piacevole fosse stato.

Eravamo ancora lontani dalla riconciliazione. Pensai demoralizzato. Sbuffai e parlai con tono sicuro.

"hai vinto tu ... ma ora voglio sapere cosa ti turba ancora!" Semplicemente non rispose.

Si alzò, scuotendo via le altre foglie e raccolse il suo bracciale.

Cercò di metterlo autonomamente. Si sporse col bacino per adagiare il polso contro il ventre e tenere sorretto il bracciale in quella presa salda.

Con l'altra mano cercava di agganciarlo.

Fu in quell'istante che notai quanto la pancia le fosse cresciuta.

Aveva una perfetta sporgenza tondeggiante. Nascosta da quella sottile maglia.

Sorrisi e stanco di gettare via i momenti, mi misi in piedi. La raggiunsi e le prestai aiuto. Ci volle un secondo. Riuscii ad agganciare il bracciale.

"grazie!"sussurrò poco convinta

Quando sollevò il capo e puntò dritto nei miei occhi, fui tentato dal baciarla ancora. Eravamo molto vicini. Pericolosamente vicini. Ma dovevo risolvere quella questione. Una sfida al mio autocontrollo. Come sempre.

Forse Sanem non s'era mai considerata una creatura seducente, ma avrei potuto giurarlo che si sbagliava.

Uno solo sguardo e riusciva a mandare in frantumi i miei propositi. "sei ancora arrabbiata?"le chiesi catturando il suo sguardo "secondo te? "disse d'un fiato.

Come se non stesse aspettando altro che quel confronto.

"poco fa non sembravi arrabbiata!"cercai di istigarla sarcasticamente. Finse indifferenza.

"sono ancora arrabbiata con te!"sussurrò mentre sfilava dalla tasca della sua giacca il cellulare.

"se non mi dici cosa ho fatto, non possiamo risolvere la questione!"la provocai con sguardo fiducioso e docile. Ma nemmeno dovette notarlo. Continuava a giocherellare con il suo telefono.

Ti voglio ancora💞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora