sottile attrazione

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LEI

Libera dal suo sguardo riuscii a lasciarmi andare del tutto. Lasciai che qualche lacrima sgorgasse via dai miei occhi. Non volevo farmi vedere né da Anna, né tantomeno da Eric.

Così me ne stetti sul primo degli scalini dell'ingresso, sperando che nessuno venisse a redarguirmi.

D' un tratto i fari di un'auto graffiarono i miei occhi. Pensai che fosse qualcuno pronto a soggiornare in quell'albergo.

Tirai il fiato con forza e asciugai le lacrime. Ma prima di mettermi in piedi, una sagoma abbandonò quell'auto.

E lo riconobbi nello stesso istante in cui riuscii a adocchiarlo nonostante la semioscurità. Per qualche attimo incatenammo i nostri sguardi.

Nessuno parlò. Almeno non subito. Pochi secondi dopo parlò per primo. "torna a casa con me!"disse con tono persuasivo e docile.

"Can non voglio discutere ancora!" "ti prego Sanem ... sei incinta!"

"non c'è bisogno che me lo ricordi!" "torna a casa con me!" ribadì lui. "voglio solo sbollire!"

Ravvedersi sin da subito mi sembrava fuori discussione. Eppure, ero così stanca di tutto quel trambusto. Quei litigi. Quelle bugie. Quel ritmo caotico.

"non ti lascio qui Sanem!"

M'investì con uno sguardo carico di importanza.

Lungi dal voler usare un tono accusatorio. Ma ebbi l'impulso di biasimarlo. Come se quell'accusa fosse l'unico ostacolo che mi impedisse di mollare tutto e tornare a casa con lui.

Forse volevo liberarmene e basta. "mi hai mentito!"

"non volevo farlo!" parlò d'un fiato. Sentivo che era sincero.

Parlò ancora lui.

"ti prego torna a casa ... dormirò sul divano ... ti prego!" "perché non vuoi che dorma qui?" parlai curiosa

"perché non voglio che tu stia lontana da me!" ammise ancora d'un fiato.

Se fossi stata abbastanza lucida, mi sarei opposta. Ma di colpo ne ebbi abbastanza. Volevo solo andarmene via. Tornare a casa mia. Sdraiarmi nel mio letto e dormirci su. "va bene!"

Lo vidi disegnare un sorriso genuino. Ma poi cercò di nasconderlo. Come si nasconde la polvere sotto al tappeto. Con celerità.

"vai in auto ... avverto mio fratello e andiamo!" Mi limitai ad annuire.

Quando entrò in auto ebbi l'impressione che avesse tirato un sospiro di sollievo.

LUI

Mi sentii risollevato.

Avevamo litigato. Ma non volevo per nessuna ragione dormire lontano da lei. Voleva tenere il piglio?

Poteva farlo.

Voleva privarmi della sua parola? Poteva farlo.

Ma che fosse lontana da me, era fuori discussione.

Imboccai una via che correva tra un sentiero ghiaioso e una schiera di alberi. Sembrò una pessima idea.

Impiegammo circa tre quarti d'ora per tornare a casa. Ma almeno Sanem parve volerne approfittare.

"perché non mi hai detto che conoscevi Polly?"

Sbuffai e pensai quanto le bugie potessero sembrare delle enormi montagne nonostante fossero delle innocue colline.

Avevamo entrambi giocato con la nostra fiducia reciproca.

"ha portato la colazione ... si è seduta e ha tirato fuori una foto ... non ricordavo nulla né di lei né di quel corso ... e tutt'ora non ricordo!"

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