LEI
"fai ciò che vuoi!" gli dissi
Mi fissò con uno sguardo profondo.
Uno sguardo che nascondeva molte sfumature diverse: ardore, passione, rispetto, amore. Non potei resistere. Reagii a quella spirale di emozioni che lessi nei suoi occhi.
Alzai le mani e le infilai tra i suoi capelli. Giocai con le dita. Sfiorai la sua nuca e sentii il calore della sua pelle dirompere in quel contatto.
Non riuscii a resistere.
Mi chinai appena e lo baciai, sfiorando le sue labbra con delicatezza. Ma Can non esitò.
Ne approfittò per giocare con la sua lingua. Mi invitò a dischiudere le labbra e insinuò la sua lingua dentro la mia bocca. Mi baciò con una voglia spasmodica.
La stessa che celavo anche io nel cantuccio del mio animo. Si mise in piedi e continuò a baciarmi.
Si infransero onde di benessere nello stesso istante in cui con le mani lo attirai a me. Facendo aderire i nostri corpi.
Sfiorai le sue spalle e quando con le mani giunsi al fondo della sua schiena, si distaccò. "sdraiati!"mi ordinò con sguardo serio, sebbene tinto di docile malizia.
Mi accomodai sulla punta del letto e scivolai verso il centro. Ma Can parve contrariato. Afferrò le mie cosce con le sue mani e mi attirò con forza verso sé.
Sorrisi. Consapevole di cosa stesse per fare.
Si chinò e assaporò il mio copro. Mordicchiò ai lati delle mie gambe. Giocò con la sua lingua sulla mia pelle estremamente sensibile.
Sentivo il calore affluire in ogni punto preciso del mio corpo. Eravamo solo all'inizio e già non riuscivo a trattenermi.
Il mio corpo reagì a ciò che stava facendo e parve che Can fosse soddisfatto. Parve che avesse ottenuto ciò che voleva.
Si allontanò per un secondo.
E ne approfittai per tornare verso il centro del letto. Spingendo sui miei gomiti.
Non attese che compissi il gesto. Adagiò le sue ginocchia contro il materasso, e il peso del suo corpo mi fece scivolare verso lui.
Can sfilò definitivamente il corpetto.
Si perse solo per un secondo ad osservarmi. Giusto il tempo che la mia pelle si accaldasse e che il mio cuore prendesse a martellare per l'imbarazzo.
Si chinò e coprì il mio ventre con un bacio. Come se non fosse sufficiente quel contatto effimero, si sollevò col corpo e raggiunse le mie labbra.
Intanto la sua mano prese a vagare sul mio corpo, mi sfiorò un fianco e quando giunse al seno, chiuse una presa salda che mandò in tilt il mio autocontrollo.
Emisi un sospiro silenzioso proprio nella sua bocca.
Si chinò nell'incavo del mio collo, ma non riuscivo a prestare attenzione a cosa la sua lingua stesse tracciando proprio sotto al mio orecchio.
Non riuscivo a pensare ad altro che alle sue mani sul mio corpo che vagavano senza ritrosia.
Sfiorava il mio seno. Sfiorava il mio fianco. E lambiva il mio ventre. Quando parve averne abbastanza, tornò ad ergersi dritto sulle sue ginocchia. Prima che potesse procedere, avevo già il respiro ansante.
Mi sollevai, facendo leva col busto e infilai le mani sotto la sua camicia. Presi a sbottonarla e me lo lasciò fare.
Prestai attenzione ai bottoni, perché avevo fretta. Quando riuscii a liberarlo da quell'indumento d'intralcio, mi limitai ad ammirare il suo petto. E notai quanto fosse contratto dal piacere che ancora non era divampato. Come se il suo copro avesse già previsto quanto piacere avremo raggiunto.