non vorrei mentirti ma ...

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LEI

Mosse qualche passo fino alla scrivania. Mi cedé un pacchetto rosso.

Cos'era?

"lo apra!"disse

Mi sentivo confusa.

Ma cercai di ubbidire. O quanto meno di mostrarmi compartecipe.

Dovevo mostrarmi in qualche modo acquiescente se avessi voluto davvero chiedergli quel prestito.

Fu difficile aprire quel pacchetto. Aveva un nastro rosso ben attorcigliato. Finalmente aprii quello scatolo e una vistosissima collana graffiò i miei occhi con un luccichio avvilente.

Era davvero grossa. Aveva due fili intarsiati ed intrecciati. E ogni singola pietrina emetteva uno scintillio disarmante.

Sembrava davvero un regalo costosissimo.

"Signor Fattore ... perché?"chiesi troppo spontaneamente "Sanem ... leggi il biglietto!"

Tergiversai per qualche istante.

Avevo due domande che aleggiavano in me.

Da quando ero diventata Sanem e non più signora Sanem? E soprattutto dov'era il biglietto?

Frugai al di sotto della collana e lo trovai. C'era scritto:

Alla miglior impiegata del mese. L'azienda ti ringrazia.

"signor Fattore non posso accettare ... è un regalo troppo costoso ... vi ho solo aiutati ad ottenere una campagna e di certo tutto questo sfarzo sarebbe troppo ...!"

"Sanem!" parlò d'un fiato impedendomi di continuare "grazie a quella campagna potrò comprare altre venti di queste collane ... accetta questo regalo da parte di tutta l'azienda!"

Da parte di tutta l'azienda.

Quella frase riecheggiò in me. E stemperò l'ansia. Forse non ci sarebbe stato nulla di troppo sbagliato.

Mi ero imbattuta in un regalo troppo costoso e troppo appariscente.

Eppure, qualsiasi ambigua connotazione si dissolse divenendo solo e unicamente un compenso lavorativo.

Forse accettare quel regalo sarebbe stato semplicemente giusto?

Forse avrei potuto mandare quella collana a Frank e non chiedere più alcun prestito?

Forse quella era la soluzione immediata che mi avrebbe permesso di aiutare Frank senza ferire nessuno?

Sbuffai e pensai solo a quanta voglia avessi di tornare a casa e rilassarmi. Di scrollare via ogni problema.

Avvertivo la stanchezza di quei giorni e le preoccupazioni gravare su di me. Ero stanca.

LUI

" e quindi ho capito solo dopo che fossi quel Can Divit!" Quel?

Non ero certo che Polly stesse cercando di ammaliarmi.

Forse voleva solo ricordare il passato. Forse voleva solo essere sincera. Ma di certo non avrei potuto mostrarmi contrario.

Avevo un piano. Avevo bisogno di quel lavoro.

Sanem aspettava un bambino ed io volevo farle una sorpresa. Volevo comprare una nuova casa. Una casa ancora più grande. Dove avremo vissuto noi tre.

Polly si mise in piedi.

"vado ... ci vediamo domani!"sussurrò e si protese per baciarmi Mi allontanai, cedendole la mano.

Sembrò irritata e in parte mi dispiacque. Ma se avessi dovuto continuare a lavorare per lei di certo non volevo che si creassero false idee.

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