spa

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LUI

Non ci volle molto.

Affinché riuscissi ad usare le mie arti persuasive. Alla reception c'era una donna.

Avevo versato del caffè sulla mia maglietta. Faceva parte del piano.

"potrebbe indicarmi gli spogliatoi del personale, avrei bisogno di cambiarmi alla svelta!" "ci sono gli spogliatoi per i clienti!"aveva risposto

"sì ma c'è la mia ex fidanzata e non voglio fare la figura dello stupido con lei ... ci metto davvero un attimo!"

Le feci un occhiolino e bastò. Mi cedé le chiavi.

"me le riporti fra un istante!" mi intimò.

Entrai negli spogliatoi del personale. Afferrai una divisa e la nascosi nei bagni liberi proprio accanto.

Poi uscii, con indosso una t-shirt pulita, e restituii prontamente le chiavi alla donna. Corsi ai bagni, indossai la divisa e iniziai a vagare per l'edificio, sperando che nessuno mi riconoscesse.

In uno scorcio di quell'enorme edificio scorsi Sanem, Levon, Deniz e un'altra donna che non avevo mai visto prima.

Sanem provò involontariamente a voltarsi. Reclinai il capo e mossi passi veloci.

Mi nascosi subito dietro l'angolo, in ascolto.

Sembrava che fossimo balzati nel nostro passato. Sanem. La mia gelosia. Il mio origliare le conversazioni.

Sorrisi.

Eppure, la gelosia dell'appartenenza era molto più tagliente.

Sporsi il capo oltre il muro, e parve ancora che Sanem lanciasse uno sguardo nella mia direzione.

Tornai a nascondermi ed attesi.

Dopo una manciata di minuti, sentii la sua voce avvicinarsi. Mi nascosi in una delle stanze libere e lasciai la porta dischiusa per origliare.

Era al telefono con Anna. Ascoltai la conversazione.

"sì, tra poco vado a fare un massaggio e subito dopo la sauna!"

E la sauna poteva andare bene. Ma quel massaggio ...

"no Can è a casa con Bianca!"

Mi sentii in colpa.

Ciò nonostante, mi bastò un attimo che focalizzassi il massaggio e quelle mani sulla sua schiena e la ragione divenne una valida scusante.

E la colpa di poco prima fu spazzata via con uno sbuffo di vento leggero.

"certo, non volevo indossare il costume ma mi hanno obbligato, Levon dice che se non sono abbastanza spogliata, chiunque potrebbe rifiutarsi di farmi il massaggio!" Spogliata ...

Iniziai a giocherellare con le dita della mia mano. Massaggiai la mia barba e cercai di non sbuffare.

Dovevo origliare ancora.

"Deniz mi ha detto che il massaggiatore è un uomo robusto e attraente ... lei è già stata qui prima!"

Persi il senno, letteralmente, in definitiva.

Era un uomo. E lei sarebbe stata in costume, spogliata, disponibile al tocco sul suo corpo.

"ora devo riagganciare, ci sentiamo dopo!"disse

La vidi avviarsi lungo il corridoio, poi si voltò, scelse la stanza 309 ed entrò. Mi affrettai. La seguii.

Lanciai uno sguardo alla stanza, attraverso il piccolo spiraglio. Era sola.

Entrai con spavalderia, e mi voltai immediatamente di spalle, intanto giocai con la chiave nella serratura.

Sperai che ancora non mi avesse riconosciuto. "devo spogliarmi?"chiese con un tono ambiguo

Strinsi il pugno e mi limitai ad emettere un suono che somigliasse ad un si.

La sentii armeggiare.

Mi voltai ed era distesa a pancia in giù. Su un lettino bianco. Il suo viso era incastrato in un buco dal quale doveva intravedersi il pavimento.

Mi sfilai il cappuccio e portai la mano alla bocca.

Ciò che indossava, non era assolutamente un costume. Era una stoffa piccola e striminzita, più simile ad una biancheria intima.

La curva morbida del suo sedere accompagnava un incavo della schiena ben marcato. Iniziai a sudare.

Si sarebbe davvero esposta così facilmente? Ero curioso, fino a che punto si sarebbe spinta?

Cercai una crema e senza pensarci troppo la adagiai sulla sua schiena. Sussultò a causa del freddo, probabilmente.

Iniziai a spalmarle la crema con delicatezza. Senza sfiorarle il sedere. Per lo più sulla schiena alta.

"è da molto che lavora qui? "chiese

Mi limitai ad emettere lo stesso suono di prima. Qualcosa di simile ad un si. Ancora. Non riuscivo a riconoscerla.

Stava cercando addirittura una conversazione con quell'uomo.

Pensai che se non fossi stato io, se davvero ci fosse stato il massaggiatore robusto, di certo non avrebbe esitato a fare ciò che avevo in mente. Così lo feci.

Spalmai quella crema anche nell'incavo della schiena e poi le mie mani si diressero verso i suoi glutei.

Non si mosse. Non si oppose. Stavo perdendo il controllo.

"con chi hai lasciato Bianca?"chiese d'un tratto 

Mi bloccai.

La sentii ridacchiare. Poi si sollevò e si mise a sedere.

Mi fissò, mordendosi un labbro. Era divertita. Sin troppo divertita. Tirai un sospiro di sollievo.

"dimmi che quella conversazione telefonica con Anna era falsa!"dissi 

Scoppiò a ridere.

"dovrò punirti per ciò che hai fatto!"aggiunse con aria maliziosa 

"lo sapevi sin da subito vero? "le chiesi

Si limitò ad annuire e quasi parve imitare lo stesso suono gutturale che avevo emesso io poco prima, simile ad un .

Era furba.

"sin da quando ho messo piede fuori dalla porta!" ammise compiaciuta. Scoppiai a ridere anche io.

Non aspettavo altro.



Ti voglio ancora💞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora