calda fiducia...

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LUI

Non appena vidi Sanem varcare l'uscio, il mio cuore prese a martellare come se fosse la prima volta.

Era sul primo degli scalini.

Lo stupore l'aveva immobilizzata.

"per questo non c'eri mai!"dedusse lei, lanciando ancora occhiate al ristorante, ora nuovo.

E in parte era vero. Non c'ero a causa del lavoro. E non c'ero a causa delle ristrutturazioni.

Avevo partecipato attivamente con le idee, con cospicui finanziamenti diretti, incentivi e mano d'opera gratuita.

"quella parete l'ho imbiancata io!"dissi, prima di sfoderare un sorriso "con queste mani!"scherzai, mostrandogliele a mezz'aria.

Si morse un labbro.

Avvampò e non finse di ignorare quel rossore.

"sarebbe stato particolarmente stimolante vederti all'opera!"ammise e divenne ancora più rossa.

Scoppiai a ridere e capii che quella distanza doveva essere colmata. Prima che il mio cuore balzasse fuori dal petto per raggiungerla.

Mi affrettai e attraversai la sala.

Prese un respiro, pronta a parlare. Ma glielo impedii. Eravamo alla stessa altezza.

Sanem era ancora immobile sul primo dei pochi scalini.

Posai le mie labbra sulle sue. Affondai, appropriandomi della morbidezza estremamente calda delle sue labbra.

Ma non poteva bastarmi.

Aspettai che cogliesse l'invito e non appena le sue labbra si dischiusero, la baciai nel modo in cui avevo bisogno di farlo.

Bloccando il suo viso con le mie mani. Assaporando ogni angolo della sua bocca.

Feci scivolare una mano. Per accarezzare il fondo della sua schiena calda.

La baciai, lasciando che le nostre lingue si sfiorassero senza imbarazzo. Lasciando che il suo sapore mi pervadesse.

Insinuai la mano tra i suoi capelli e la spinsi ancor più vicina di quanto lo fosse già. Quel bacio incendiò entrambi. E capii quale sarebbe stato l'epilogo.

Ebbi l'impulso di divorala. Letteralmente.

E lei non parve contraria. Allungò una mano e permise alla chiave di scivolare nella serratura.

Aveva chiuso il locale, per evitare interruzioni.

Mi venne da sorridere, ma avevo le labbra troppo impegnate ad assaggiare i lembi di pelle scoperti.

Sembrò colta da un fremito, che si diramò nelle mie labbra.

Le sue mani raggiunsero il bordo della mia maglietta e lo sfilarono via dai jeans. Mi distaccai, sollevai le braccia e le permisi di portare a termine l'azione.

Ma non fu abbastanza. Raggiunse il bottone e lo allentò. Le sue mani si inoltrarono di poco e spinsero via i miei jeans.

Stavo iniziando a pensare che non avrei resistito. "sai che odio quando sei troppo vestita!"le sussurrai. Sorrise, spingendosi un po' più lontana da me.

Sollevò le braccia, suggerendomi di procedere. La spogliai con la stessa foga che aveva attraversato le mie labbra poco prima.

Ormai abbastanza liberi, tornai a concentrarmi sui baci, sul tocco delle mie mani sul suo corpo. Sul tocco delle sue mani sul mio corpo.

Fremevo. Le terminazioni nervose emanavano scintille di calore in ogni punto. Raggiunsi il gancio del suo reggiseno e lo sfilai via, lanciandolo in un angolo. Le afferrai i glutei e la invitai a saltare.

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