Introduzione

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PRESLEY'S POV

Era una fredda giornata di fine marzo quando ricevetti la tragica notizia dell'improvvisa perdita del padre di Santiago, Javi. Freya mi riferì che il pover'uomo ebbe un attacco cardiaco improvviso e che morì da solo e tra possibili spasmi nell'abitazione mentre il figlio era giù nel magazzino a riparare un'auto, non accorgendosi di nulla. Certo che la vita era proprio strana a volte. Sottovalutata, in altre circostanze. Imprevedibile e vendicativa in altre ancora... ma mai banale o semplice. Mai qualcosa che andasse liscio come l'olio. Ci vuole tristezza per conoscere il sapore dolce della bramata felicità, ed il tanto odiato rumore per apprezzarne l'assordante silenzio, lì sospeso, tra pensieri e battiti di cuore. Tra un sorriso che accende l'anima o una lacrima che ne deturpa gli equilibri. Perfino quelli che sembravano solidi e difficilmente intaccabili come blocchi di cemento armato.

Il giorno prima di Capodanno Santi venne e mi portò tutte le mie cose ed il cane. Tutto quanto, tranne il carillon del quale non domandai nulla a riguardo, sicura che Harry lo avesse probabilmente distrutto o gettato. Una parte di me era terrorizzata dalla scoperta di quel legame di sangue, il che spingeva la mia mente a liberarsi di lui e di tutti i peccati che avevamo inconsciamente commesso. L'altra, invece, non si dava pace per il modo in cui l'avevo allontanato, tagliandolo completamente fuori dalla mia vita. Come se non fosse mai esistito. Dopotutto, lui che colpe aveva?
Ne sapeva quanto me.
Era scioccato, furioso e triste quanto me.
Ciononostante non chiamò mai, il che mi diede tregua aiutandomi a farmene, giorno dopo giorno, una ragione. Al contrario suo, però, Owen e Chloe assieme ad una terapista mi aiutarono molto con il loro sostegno in quel lungo calvario, dal quale stavo lentamente uscendo. Le mie ferite si stavano lenendo ...ma le sue? Come stava curando le sue? Stava ancora male? Conoscendolo, nel peggiore dei modi, ovvero, optando per l'isolamento totale dal mondo e penando in una pozza di masochismo puro. Quando la madre lo chiamava il telefono era sempre staccato finché venimmo a conoscenza del fatto che avesse cambiato numero, non volendone sapere più di tutti noi. Come poterlo biasimare? Harry si sentiva solo da tutta una vita e come se non bastasse, l'avevo abbandonato pure io.

L'ultima volta che domandai di lui a Santi mi disse che aveva ordinato a tutti quanti di non farsi più vedere e che volesse restarsene da solo, nonostante fossero trascorsi ben tre mesi da quell'orribile notte di Natale.Tre mesi in cui mi era mancato tanto.
Da morire, in realtà. Diversamente da ciò che avevo imparato ad esternare, a recitare, chiudendo in una gabbia in fondo al mio cuore, Presley e Harry. Quelli che si amavano senza vincoli e timore. Quelli che avevano trovato in l'un l'altra il punto di riferimento che mancava loro da tutta una vita. Quelli morti e sepolti nella malinconia più assurda giù in fondo all'anima, dove non c'era rimedio per chi ci finiva.
Sì, perché non c'era più un Presley e Harry. Noi non dovevamo esistere, continuavo a ripetermi fino ad impormi quel pensiero, riuscendo a stupire perfino me stessa per quanto la mente umana fosse capace di mentire fino ad auto convincersi di qualcosa, giusta o sbagliata che fosse. Eravamo strani e complicati perché a volte quello che più si amava era ciò che più ti faceva soffrire, ma a te stava bene così, solo che non trovavi il coraggio di spezzare quella catena di giudizio legata come un cappio attorno al tuo cuore e che ti impediva di amare l'unica persona che in realtà, tu volevi amare.

«Ti manca?» Chiese Bowie guidando, prima che poggiasse la sua mano sopra le mie affinché smettessi di giocherellarci nervosa. Mi voltai a guardarlo non sapendo che rispondere. Come poteva non mancarmi qualcosa che mi era stata strappata via così, all'improvviso? «Scusa! Non so come diavolo mi è venuto in mente di chiederti qualcosa di simile.»

Ecco, bravo.

«Santi ci teneva tanto che fossi anche tu presente al funerale di suo padre, ma era certo che non saresti venuta.» Aggiunse mentre un luccichio inondò il mio sguardo ripensando a quanto fosse stata ingiusta la vita con lui.

Agrodolce - vol.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora