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PRESLEY'S POV



Mi avvicinai lentamente alle spalle delle due ragazze dalle chiome dorate, mentre Robert fu il primo a notarmi

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Mi avvicinai lentamente alle spalle delle due ragazze dalle chiome dorate, mentre Robert fu il primo a notarmi. Allontanò il bicchiere di limonata dalle labbra e con un sorrisone si alzò dalla sua sedia per venirmi incontro pronto a presentarsi. Era altissimo e davvero carino, dalla pelle pallida, dai capelli castani e con i dettagli del volto virili e ben definiti degni di un uomo sulla trentina. «Hey, tu devi essere Presley!» Mi abbracciò, poi dedicò le sue attenzioni anche al cane che scodinzolò ai suoi piedi mentre una delle biondine, quella con i capelli più lunghi ci raggiunse velocemente. Anche lei si presentò educatamente mentre la più giovane, con i capelli a caschetto se ne infischiò rimanendo al telefono a chiacchierare con qualcuno.

«Io sono Celine!»

Ricambiai il suo bellissimo sorriso specchiandomi nei suoi occhi azzurri belli come il cielo

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Ricambiai il suo bellissimo sorriso specchiandomi nei suoi occhi azzurri belli come il cielo. Era una giovane donna abbastanza alta e curvy, con seno e fianchi prosperosi ed una vita stretta. Una Marilyn Monroe dei nostri giorni, bellissima ed estremamente femminile . «Owen mi ha parlato parecchio di voi due!» Mormorai mentre Robert richiamò più volte l'altra ragazza che brontolò annoiata, mettendo a disagio anche quella che capii fosse sua sorella maggiore.

«Dai, Presley, accomodati con noi...» consigliò infine Celine che ringraziai accettando volentieri prima di prendere posto mentre la signora Maria ci portò una bella crostata di mirtilli e dei biscotti che aveva appena sfornato «...lei è Naomi, mia sorella.»

«Ciao.» Le allungai la mano che fissò come se avessi la peste bubbonica, prima di allungare svogliatamente la sua per stringermi le dita. Caspita...pensai tra me e me. Che scorbutica! Anche se in realtà ci pensò Robert a giustificarla, riferendomi che il viaggio fosse stato parecchio stressante e che fossero tutti un po' turbati anche per via del fuso orario.

«Non ti preoccupare. Piuttosto, come state? Avete già avuto modo di dare un'occhiata alle stanze?» Mi sentii in dovere di fare gli oneri di casa, proprio come avevo promesso a Owen.

«Io ho scelto quella accanto alle scale.» Esclamò Naomi annoiata, mantenendo lo sguardo fisso sull'aggeggio dove picchiettò le dita velocemente non rendendosi affatto conto di quale paradiso terrestre la circondasse. Accennai un sorriso perché quella sarebbe dovuta essere camera mia.

Agrodolce - vol.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora