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PRESLEY'S POV

Comprai un po' di pane, della marmellata per una crostata, della frutta e mi incamminai verso casa, sperando che i ragazzi non si fossero ancora svegliati dato che volevo preparare loro la colazione. «Ah, accidenti!» Bofonchiai quando il sacchetto di plastica si ruppe e delle albicocche finirono al suolo, rotolando in discesa giù in fondo al viale. «No, no, no!» Le inseguii cercando di acchiapparle in tempo, finché si fermarono ai piedi di qualcuno.
Sollevai il naso e riconobbi Tommy. Era da qualche giorno che non ci avevo più parlato e non lo avevo rivisto, precisamente, dalla discussione alle vigne.

«Hey, ciao.» Mi abbozzò un lieve sorriso, piegandosi a raccogliere la frutta. «Ecco, tieni.»

«Grazie.» Mormorai infilandola in borsa, la quale si ruppe definitivamente, facendo cadere tutto a terra.

«Ah....» sospirai. Non era di certo la mia giornata.

«Dai, ti aiuto io....» la raccolse riempiendosi le braccia mentre feci lo stesso «...ti accompagno fin sotto casa. State qui vicino?»

«Sì.»

Lui sapeva che non stavo più nella villa?

«Bene! Non sei più passata alle vigne.» Parve imbarazzato come se stesse cercando in tutti i modi di rompere il ghiaccio, seppur contento di avermi incontrata. «E non ho avuto più modo di poterti domandare scusa.»

Ascoltai, mentre mi seguì tra i piccoli vicoli.

«Mi dispiace di averti giudicata, Peps. È solo che ho confessato a Deva che mi piacevi e che ti trovavo carina e lei mi ha messo in testa queste idee anche se avrei dovuto prima parlarne con te. Mi sono comportato da stupido e ammetto che mi sento molto in colpa per averti trattata in quella maniera. Tu non lo meriti.» Sospirò afflitto, mentre pensai "bell'amica di merda, Deva." Tese le labbra, mostrandomi la sua frustrazione ed aspettando che aprissi bocca.

«Io non sono arrabbiata né con te e neppure con lei.» Lo rasserenai con un sorriso. «Mi aspettavo semplicemente un po' più di comprensione. Soprattutto dopo che le avessi chiaro e tondo spiegato l'intera situazione.Tutto qui.»

«Hai ragione.» Mi assecondò, mentre ci fermammo sotto il portone principale della piccola palazzina dove si diede un'occhiata in giro.

«Sono arrivata.»

«Conosco la zona.» Esclamò porgendomi con cura la frutta che riuscii a reggere nella t-shirt, utilizzandola come sacca. «Tu come stai? Sono venuto a sapere dal signor Antonio che sei stata poco bene e che ti sei trasferita qui. Le cose non andavano in villa?»

Avevo avuto un attacco di panico e ne erano già venuti a conoscenza tutti quanti? Però, le voci correvano e si spargevano in fretta. «Sto bene e sì, abbiamo preferito stare qui in paese almeno fino al matrimonio di Chloe e del signor Owen.»

«Poi ritornerai negli States....» accennò un sorriso colmo di tristezza «....Beh, fatti vedere in giro qualche volta. Non andartene senza salutarmi, ladruncola

Annuii. «Tranquillo.»

Sorrise anche se notai molto rammarico nei suoi occhi e la cosa mi dispiacque perché avevamo davvero tutti i presupposti per incominciare un'amicizia fantastica insieme.

«Comunque, Presley, anche Deva è mortificata. Me lo ha rivelato lei stessa. Dice che le manchi sia tu che le vostre avventure.»
Strano, perfino da una che l'ultima volta aveva detto forte e chiaro che non ci voleva avere a che fare con una come me ma annuii, non avendo la minima voglia di polemizzare.

«Sono sempre disposta ad un confronto.» Lo dissi in tutta sincerità, anche se ebbi la netta sensazione che lei non volesse affatto chiarire, ma passare da vittima agli occhi di Tommy, soprattutto dopo l'ultima discussione. «Quando vuole, sa dove trovarmi.»

Agrodolce - vol.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora