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NATHAN'S POV

Sorvegliai per giorni interi ogni mossa di Maria aspettando il momento esatto che la donna commettesse il passo falso, affinché potessi seguirla e scoprire che cosa avesse in mente. Lei e Chloe, da ciò che ero venuto a conoscenza, erano buone amiche e nonostante la donna avesse cresciuto Harry e gli volesse bene, non avrebbe deluso il volere dell'amica. Ironia della sorte un taxi si fermò dinanzi alla villa verso il tardo pomeriggio e curioso mi avvicinai per scoprire se l'uomo stava aspettando la stessa persona che temevo fosse io e che notai arrivare poco dopo. Era vestita ed aveva sciolto i capelli, tant'è che quasi non la riconobbi per quanto fosse diventata graziosa. Si guardò attorno e poi salì nei sedili posteriori, cosa che feci anche io poco dopo, invitando l'uomo a partire mentre lei deglutì non sapendo come comportarsi.

«Signorino Hart...» Balbettò, e quello stato d'animo ansioso non era semplicemente dettato dalla mia presenza in auto. C'era altro sotto che la turbava fino al punto da privarla di fiato.

I sensi di colpa ti stanno divorando viva, non è così, Maria?

«Nathan.» Esclamai abbozzandole un sorriso finto, notando anche come il suo petto si sollevò e si abbassò velocemente o la fronte incominciò a brillare per via di uno strato leggero di sudore. «Dove vai di bello, Maria?»

«In paese per...» si inumidì le labbra ricoperte di un rossetto color mattone, anche se parve che la saliva nella sua bocca si fosse asciutta del tutto «...delle compere.»

«Uhm, immagino che da queste parti ci si vesta così per andare a fare compere.» La scrutai attentamente da cima a fondo sapendo bene che frutta e verdura ci venissero recapitate in villa da camioncini a posta, ogni singola mattina ed anche quasi tutto il resto degli alimenti. «Non ti dispiace se vengo con te, vero? Anche io volevo passare in paese per comprare un libro a Presley.»

Mi diede la netta sensazione che sarebbe svenuta da un momento all'altro tant'è che da paonazza sbiancò immediatamente udendo la mia affermazione.

«Sempre se per te non è un problema...» aggiunsi  «...oppure non stavi affatto andando a fare compere?» La misi alle strette mentre disse qualcosa in italiano all'autista che svoltò verso Colle Sant'Elsa e non seguì la strada che dirigeva a Siena, dov'era il laboratorio delle analisi. CAZZO! Tesi la mascella perché constatai che mi avesse appena infinocchiato con quella scaltra mossa, il che mi avrebbe obbligato a scendere dall'auto e a perderla di vista anche se ero certo sarebbe andata al laboratorio di Siena. Giunti in paese notai un taxi nei pressi dei giardinetti, così, la ringraziai per la corsa e scesi fingendo che me ne sarei andato per i fatti miei. Non appena l'auto della donna si allontanò presi posto nell'altra ed invitai il tassista a raggiungere il luogo stabilito convinto che la avrei beccata lì.

Non seppi esattamente il perché feci tutto quello dato che il possibile sabotaggio di quel DNA non avrebbe fatto altro che spianarmi la strada con Peps e levarmi dalle palle Harry una volta per tutte, ma ci tenevo a scoprire anche perché la donna non voleva rivelare ai due che Hawk non fosse il vero padre della ragazzina. Cosa c'era sotto di tanto tragico, tanto da frenarla a confessare la realtà?

Giunsi a Siena prima di Maria, così, mi fermai in un bar di fronte ad aspettare che la donna arrivasse e facesse il suo ingresso. E bingo! Non ci mise molto, aveva perfino cambiato taxi, temendo che avessi potuto seguirla e c'era anche un uomo con lei. Era scaltra ma non come credeva. La clinica era già chiusa anche se le luci all'interno erano ancora accese, lo notai dalla vetrata dove comparve un ragazzo vestito con un camice color azzurro corse subito ad aprire la porta, come se li stesse in realtà aspettando. Sorrise ad entrambi e li invitò ad entrare, dove incontrarono un'altra donna alla quale riferirono qualcosa mentre mi spostai di poco per avere una visuale migliore affinché potessi scattare anche qualche foto per comprometterli nel caso mi sarebbe servito. L'uomo, che probabilmente era un qualche avvocato, tirò fuori un paio di fogli che fui certo fossero contratti di privacy e la questione stava davvero degenerando.

Agrodolce - vol.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora