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PRESLEY'S POV

«Aspetta, Maria, ti do una mano.» mi alzai dalla sedia per aiutare la signora con le portate. Stavamo cenando tutti quanti assieme, ma Deva e Lena erano corse via con il signor Antonio, dalla nonna che sfortunatamente stava poco bene, mentre lei non poteva dovendo occuparsi di tutta casa. Mi si spezzò il cuore a vederla in quella condizione ; con il sorriso stampato in faccia e con gli occhi colmi di lacrime. Era palese che stesse in pensiero per la sua povera mamma, anche se le avevo detto più volte di andare da lei e che ci avrei pensato io qui.

«È pagata per quello!» Esclamò Naomi, con insensibilità che mise in difficoltà anche la donna.

«La signorina ha ragione, Peps...» smorzò un sorriso «...tu siediti e mangia con calma, tesoro!»

Non le diedi retta ed afferrai dei piatti che portai in cucina, dove mi raggiunse e mi rimproverò. «Piccola mia, il lavoro è una cosa ed i problemi personali un'altra. Io qui sto lavorando. E poi, Naomi, ha ragione! Sono io che devo occuparmi di voi, intesi?»

«Ma...-»

«Niente, ma!»

Sbuffai, per poi afferrare dei bicchieri dal lavello incominciando a lavarli sotto i suoi occhi. Naomi poteva andare a farsi benedire da un'altra parte.

«Ho capito, ho capito...» borbottò rendendosi conto di quanto fosse dura la mia testa «...sei speciale, Presley, ed apprezzo il fatto che nonostante tutto io riceva sempre rispetto da parte tua! Ma ora fila subito di là che vi porto il dolce, la frutta ed i caffè.»

«Sa che può andare, vero? Sua madre ha bisogno di lei.»

Mi accarezzò la guancia con dolcezza ed annuì. «Lo so.»

Giunta di là, prima ancora che potessi sedermi ascoltai la conversazione che aveva diviso in due il gruppo. «Questi vengono pagati per non fare niente!» Sbottò la biondina con il caschetto, quasi di proposito, notandomi. «La mia stanza non viene mai riordinata a dovere. Le figlie di Maria stanno sempre o dalla nonna o con Peps a divertirsi...» aggiunse «...non capisco per cosa venga pagata questa gente incapace!»

«Modera i termini.» Consigliai, afferrando in mano una brocca piena d'acqua mentre lei sorrise.

«Perché? Io dico quello che voglio, e non sarai di certo una come te ad impedirmelo.» Disse sfidandomi beffarda.

«Scusa...» intervenne Santiago sollevando il sopracciglio con aria infastidita mentre Celine riprese a malincuore quella strega della sorella «...ripeti! Una come lei..?»

«Visto che ti piace così tanto servire...» allungò il bicchiere nella mia direzione lasciandomi capire quello che voleva facessi «..perché non mi servi versandomi dell'acqua.»

Sorrisi. «Ma certo, tutta quella che vuoi!» Gliela rovesciai beccandola in pieno viso e petto, mentre tra i sussulti degli altri e la risata di Santi, scattò in piedi imbizzarrita e sbigottita come se le avessi gettato merda e non due gocce d'acqua.

«Presley!» Esclamò Maria non aspettandosi affatto quel gesto da parte mia, come del resto nessuno di loro. Nessuno tranne il riccio che si stava godendo la scena, fiero. «Oh, signore mio!»

«Sei una stronza!» Ringhiò venendomi incontro ; ci azzuffammo stringendoci reciprocamente e con violenza, perché nemmeno io mi tirai di certo indietro davanti ai suoi modi, anche se in realtà tentai solo di difendermi e liberarmi dalle sue unghie lunghe senza farle del male. «Orfanella da quattro soldi!!»

«Ora basta!» Disse Santiago per smorzare gli animi, mentre Robert non si intromise affatto.

Scalciai irrequieta, venendo bloccata ed afferrata in braccio da qualcuno che sghignazzava divertito alle mie spalle, mentre Nathan e Celine le impedirono di raggiungermi, rimproverandola di qualcosa. «Ecco, vattene via!!» Gridò provocandomi mentre mi dimenai cercando di liberarmi dalla presa. «Guai a te se ti becco...bravo....porta via tua sorella!»

Agrodolce - vol.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora