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PRESLEY'S POV

"L'ho trovata, stai tranquillo!...non c'è campo...ma sta bene."
Parve informare qualcuno al telefono. «Peps...» tirò un sospiro di sollievo piegandosi in due per riprendere fiato mentre notai che fosse fradicio «...dai, non dare retta a quelle stronzate. Che pensino quello che vogliono!»
Non aprii bocca.  «Stai bene? Perché sei fuggita via così? Mi hai fatto prendere un colpo!»

«Vattene, Harry!»

Notai la sua fronte corrugarsi grazie alle forti luci provenienti da un casolare sulla punta smussata di una collina non lontana da noi. «Che significa "vattene Harry"

Lo guardai arrabbiata. «Quello che hai capito!» Nascosi il viso tra le mie braccia e morsi il labbro inferiore costringendomi a non versare più nemmeno una lacrima. «È tutta colpa tua.» Tirai su con il naso e singhiozzai, non riuscendo a prendere fiato adeguatamente. «Se te ne fossi rimasto negli Stati Uniti, tutto questo non sarebbe accaduto.»
Lo sentii avanzare lentamente, facendomi ombra con il suo corpo mentre mi venne in mente la prima volta che ci incontrammo. Pioveva, anche quando venne a cercarmi in motel e mi rincorse per quella merda di graffio che feci sulla sua Mustang.
Ecco che le lacrime ricominciarono a sgorgare fuori dai miei occhi come fiumi in piena. Quante volte avevo desiderato di non averlo mai incontrato? E quante volte mi ero pentita di aver anche solo pensata ad un'assurdità simile? Tante. Infinite.

Accarezzò la mia testa, spostandomi all'indietro i capelli umidi per cercare il mio viso. «Forse non sarebbe mai accaduto, ma io non ce la facevo a starti lontano. Non ci stavo riuscendo più, Peps, e so per certo che la mia presenza ti turba e ti infastidisce.» Esclamò mentre sollevai la testa incrociando i suoi occhi. «A volte due persone devono separarsi per rendersi conto di quanto hanno bisogno di stare insieme. Eh sì, inizialmente ho detto "che se ne vada a farsi fottere...non la voglio più vedere" perché faceva male non sapere se dovevo aspettarti oppure dimenticarti.»
Tese la mascella e poi sbuffò, lasciando uscire fuori forse la parte più vulnerabile di sé. Quella più vera. «Eppure, io dentro me , lo sapevo già quanto avevo bisogno di te. Lo sapevo da molto prima che me ne rendessi conto, e ho bisogno di te tuttora , Preley!»

«Stai delirando.» Mi sollevai in piedi, pulendomi gli occhi e mettendomi più al riparo da quella pioggia che si trasformò in un vero e proprio temporale, cosa che fece anche lui. Altro che pioggerella d'estate. Sussultai terrorizzata dopo un feroce tuono mentre si affrettò subito a tranquillizzarmi tra le sue braccia, anche se fu un gesto meccanico. Posai le mani delicatamente sul suo petto bagnato che si sollevava e si abbassava in modo frenetico, e lo spinsi via, affinché rompesse l'approccio. Rimase fermo a fissarmi impassibile e deluso mentre le goccioline scivolavano lentamente sul suo viso. «Sbagli tutto. Tu non devi guardarmi così, Harry!»

«Come ti guardo?»

Deglutii, lasciandoglielo palesemente intuire.

«Come qualcuno che ti ama? Lo sai che ti amo! E so bene come ti guardo...» alzò il tono di voce mentre sbuffai piangendo e sapendo bene quanto fosse difficile per lui esternarsi in quel modo «...e sappi che continuerò a farlo cosicché tu non ti perda mai. Cosicché tu non sminuisca mai la bellezza rara che sei o la bontà d'animo che si cela nel tuo immenso cuore. Cosicché tu abbia sempre una costante percezione di quanto sei strabiliante, intelligente e bella da far paura.» Mormorò bloccando con i palmi delle sue enormi e calde mani la mia faccia, pulendomi in seguito le lacrime. «Fragile ma allo stesso tempo forte come un piccolo fiore sbocciato sul ciglio di una strada rivestita di cemento armato. Capito? Ti guardo e continuerò a farlo non potendo fare altro, ma mi assicurerò sempre che tu non tu perda mai, Peps!» Lo ascoltai con attenzione quando il suo sguardo si rivestì di un velo lucido che di conseguenza frantumò il mio cuore in mille pezzettini di coriandoli.

Agrodolce - vol.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora