PRESLEY'S POV
Era domenica, e da almeno un paio di giorni io e Harry ci ignoravamo come se fossimo nemici di vecchia data. Mi ci ero imbattuta un paio di volte uscendo dal bagno, ma nessuno dei due aveva avuto il coraggio o il piacere di salutare per primo e la cosa mi stava bene anche perché quando passavamo troppo tempo insieme o litigavamo oppure avevamo le bocche appiccicate tra loro. Eravamo costantemente rabbiosi nei confronti di l'un l'altra, ancora un po' innamorati e passionali ma pronti ad odiarci e a sbraitarci contro in ogni momento , per colpa di tutta quell'assurda situazione. Lui era ancora rimasto appeso ad una qualche menzogna presentatasi con l'aspetto di una speranza in cui credeva ardentemente. Anche io non avrei mai voluto scoprire che fossi innamorata di mio fratello, dell'uomo al quale mi ero concessa fisicamente e mentalmente, donandogli tutta me stessa. Eppure era capitato. Eravamo vittime. E seppur non lo davo a vedere, non significava che non provavo sofferenza o avevo smesso di amarlo, ma cercavo solamente di farlo ragionare, anche se in realtà non ne voleva sapere.
Sbuffai avvilita, dando un'occhiata al panorama che la porta finestra mi regalava. Lui e Santi avevano trascorso tanto tempo fuori, forse a Siena o Firenze, tornando solo la sera tardi e quasi sempre ubriachi mentre mi ero tenuta occupata con Nathan, facendogli da guida personale e mostrandogli tutte le bellezze che offriva quel luogo. Spesso andavamo alle cantine dove lui constatava con cura l'andamento della vendemmia, parlava con i lavoratori complimentandosi con loro e altre volte mi accompagnava nelle passeggiate con Peppermint o semplicemente per raccogliere fiori e frutti. Gli avevo presentato anche Tommy, ed i due parvero molto in sintonia, cosa mai accaduta con quell'idiota di Harry che prendeva di mira chiunque mi ronzasse attorno mettendomi anche in difficoltà.
Smisi di dipingere quando Deva mi portò in stanza il libro che Maria mi aveva consigliato giorni prima, riferendomi anche che sua nonna stesse un po' meglio e che il pranzo fosse quasi pronto.
«Hai davvero picchiato Naomi?» Domandò tanto curiosa quanto sbigottita. Nemmeno con lei avevo avuto modo e tempo per starci insieme, anche perché aiutava la madre tutto il tempo, data l'assenza di Lena.
«Cosa? Picchiata? No! Ci siamo strattonate. Ma chi te l'ha detto?»
«Santiago e devo dire che ti imita davvero bene.» Ridacchiò ripensando a quel pettegolo.
«Quando?»
«Poco fa.» Riferì, anche se non sapevo neppure che fossero in casa. «Comunque ho visto che le sorelle sono uscite presto per andare a fare shopping a Firenze. Perché non sei andata con loro?»
Perché non mi avevano invitato.
«Ho già tutto quello che mi serve.» Le abbozzai un sorriso, raggiungendola per portarle via dalle mani il libro. «Incomincerò a leggerlo da questa sera.»«Ci tengo a ringraziarti perché è davvero nobile da parte tua il fatto che tu abbia difeso mia mamma.»
«Lo rifarei ancora.»
Sorrise, per poi avvicinarsi a dare una sbirciata ai fogli pieni di pennellate. «Sono bellissimi...» sussurrò tra i denti fissandoli attentamente «...sei bravissima, Peps, una vera artista!»
«No, non lo sono. Mi diverto e basta.» Mormorai lusingata mentre si soffermò su un paio che resse nelle sue mani e li scrutò con perplessità.
«Li hai fatti per-...» si girò a lanciarmi un'occhiata che non capii «...Harry? È astratto e dal volto non definito ma avrei giurato fosse tuo fratello. Ti ha chiesto di fargli un ritratto?»
Deglutii raggiungendola. «Ma no, non è lui.» Le portai via dalle mani per guardare meglio mentre mi indicò il taglio esatto degli occhi. Quel verde pazzesco che li riempiva e che avevo dipinto inconsciamente non pensando affatto a lui. «Non è lui.» Insistei, cercando di convincere più me stessa che la mia amica.
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Agrodolce - vol.2
Fanfiction{Sequel di Agrodolce} Presley trascorrerà l'estate nel cuore della Toscana immersa in paesaggi mozzafiato di vigne ed uliveti, piccoli borghi e feste campagnole per riprendersi quella spensieratezza che la tragica notizia della scoperta che l'amore...