Jiminie

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Lunedì 10 Dicembre

Sono rimasto nel magazzino tutto il giorno, ho smistato alcune opere appena arrivate, controllato tutto il catalogo di quelle già conservate, riordinato l'archivio fotografico, ispezionato tutti gli interruttori, le luci d'emergenza, gli estintori e sono rimasto seduto sul divano della stanza di smistamento a fissare il muro bianco per forse un'ora, l'ho fatto perché sono un tipo preciso, non perché sto provando a ritardare l'incontro con Jimin tentando in tutti i modi di nascondermi.

Giorni fa, Claire mi aveva raccontato della telefonata del mio amico per potermi motivare, anche se lui in realtà le aveva chiesto di non dirmi niente, proprio per evitare che potessi nascondermi o fuggire alla sua visita. In passato lo avevo fatto, ma ora non voglio scappare ho solo paura, sono sicuro che oggi mi toccherà affrontare i miei demoni e non so se riuscirò a vincerli.

- DrinDrin- Nella stanza risuona quel suono stridulo, dallo schermo dell'interfono vedo qualcuno in attesa al portone di servizio sul retro, è ormai buoi fuori, ma riconoscerei Jimin ovunque.
"Jimin sono in magazzino, scendi le scale ti aspetto qui."

"Tae, dove sei?" chiede titubante dopo un paio di gradini, ha un tono strano, troppo calmo misurato. Scende ancora qualche gradino e incrocia il mio sguardo, ha forse paura di me?
Poi fa alcuni passi e l'attimo dopo mi strige in un abbraccio.
"Perdonami, perdonami per non aver capito." Sta trattenendo il pianto lo sento, lo sto facendo anch'io "Sono io quello che ha deve farsi perdonare Jimin."
Siamo rimasti così per minuti interi credo, d'un tratto eravamo di nuovo quei ragazzini di vent'anni fa, due spiriti affini, che guardavano sempre il lato positivo della vita.

Come ho potuto rinunciare al mio Jiminie, alla persona che sapeva tutto, o quasi della mia vita, l'unica parte di me che non gli avevo raccontato era quella che apparteneva a Jungkook, sono stato uno stupido.
Ci stacchiamo a fatica, ha gli occhi lucidi, mi è mancato, erano quasi due anni che non lo vedevo, ma ora è qui davanti a me, aveva ragione Claire questo è il momento giusto per affrontare il passato.
"Saliamo su a casa, ti preparo un thè così ci riscaldiamo un po' Jiminie." Lui accenna un sorriso e io mi sento già più leggero.

———————

La prima ultima volta che ho ospitato Jimin nel mio loft alla Kim Art Gallery c'era la Paris Fashion Week 2033, avevamo ingenuamente pensato di poter passare un po' di tempo insieme, ma tra tutte le sfilate a cui era stato invitato e gli eventi da presiedere eravamo rimasti insieme giusto un paio d'ore. 
Aveva provato a portarmi con lui, ma il mondo dell'alta moda aveva smesso di affascinarmi tempo prima, o meglio gli eventi pieni di riflettori avevano smesso di farlo, i completi Ysl e Celine continuano anche ora a riempire il mio armadio.
Dopo quella settimana lui era partito per un tour negli states e così erano passati mesi e mesi in cui al massimo lo vedevo in video chiamata.

"Cosa ti preparo? Ti va bene un Insam Cha?" gli chiedo, lui annuisce sedendosi sul divano.
Dopo un paio di minuti mi siedo accanto a lui, gli porgo una tazza e stringo la mia tra mani guadando il liquido al suo interno, ne bevo un sorso e lascio che il liquido mi riscaldi il corpo, poi un altro sorso.

"Tae, lo ami ancora ?"
Alzo lo sguardo su Jimin "Chi?" sussurro.
Lui cerca nei miei occhi la risposta "Jungkook." Dice solo.

La voce nella mia testa ha ricominciato ad urlare appena ha sentito il suo nome.

~~Sei stato stupido Taehyung, l'ha scoperto, ha scoperto il nostro segreto. Non l'hai detto a nessuno, nemmeno a Jungkook, quindi non è vero, sei ancora in tempo nega. Rinnega il tuo amore, era un sentimento a senso unico, è passata una vita da allora. Resta al sicuro.~~

"Io non sono innamorato di lui" mi sforzo a dire, credo di stare ridendo
" Jungkookie poi, che idea stupida"
Mi guarda ancora negli occhi Jimin ... prova a dire qualcosa ma poi si blocca, porta una mano sul mio ginocchio, fa un respiro profondo e "Sei innamorato di lui da quando aveva quindi anni, Tae." Scuote la testa sconsolato, mi guarda ancora e lo so che l'ha vista anche lui quella lacrima che mi sfugge dall'occhio sinistro, l'asciugo con la mano e sposto lo sguardo triste verso la finestra da cui si vede la città.

Sono innamorato di quel ragazzo dagli occhi grandi e profondi dal primo momento in cui l'ho incontrato.

.....

"E' complicato, è sempre stato tutto così complicato."
Sono in piedi di fronte alla finestra a guardare le luci della città che si accendono, Jimin è ancora seduto sul divano, non respira nemmeno, sta aspettando che sia pronto a parlare, lo apprezzo.

Sospiro ancora, "Come hai capito, che io insomma .,, provassi ..." Non mi fa nemmeno finire.
"Non me l'ha detto nessuno Tae, ad un certo punto è bastato osservare i tuoi occhi che lo guardavano come fosse l'unico essere umano sulla terra, per capirlo, l'hai guardato così per tutta la vita... e no, non ti ho detto che lo sapevo perché ... sono anche amico suo Tae"
ha abbassato il tono di voce, sembra incerto.  "Non volevo vederti soffrire. Ho sperato che la situazione cambiasse, che lui facesse un passo verso di te ... ma non lo ha mai fatto, lui è rimasto il solito Jungkook con i grandi sogni e tu, ... lo sguardo che si prendeva cura di lui... E dopo che è partito, quando le strade di tutti si sono divise, ho creduto che fosse un nuovo inizio. Per te. Ho pensato ingenuamente che lo avesse fatto anche per lasciarti libero di essere felice." Ha gli occhi lucidi Jimin.
"Ti ho lasciato solo anch'io, ti avevo promesso che ..." sta piangendo, seduto sul divano con le mani ad asciugarsi le guance "ci sarei stato sempre, ma ... Sono stato un pessimo amico"

"Jimin, tu non hai sbagliato, la colpa è solo mia, non darti colpe che non hai." Prendo un respiro profondo.
"Ma se ti avessi chiesto prima come stavi... e poi Parigi, ... io sapevo che era strano che avessi abbandonato la musica, ma ho preferito non immischiarmi... c'entra lui vero? Sono stato un egoista. Un stupido, perdonami Tae." Ha il volto tra le mani Jimin, singhiozza mentre si incolpa. 

"Ora ... Ascoltami. Sono io che non ti ho raccontato tutto, ti ho lasciato fuori da quella parte della mia vita, perché avevo paura, paura di rovinare tutto e alla fine ho rovinato tutto comunque, Sono stato uno codardo per tutta la vita e lui è partito e ha smesso di parlarmi e io ho chiuso fuori tutto, anche te."
Al contrario di come avevo immaginato non sto piangendo, sono calmo rassegnato credo.
"È inutile piangere ora, l'ho già fatto io per troppo tempo." Lo guardo sperando di incrociare il suo sguardo, e lo trovo, ha gli occhi lucidi e titubante mi dice:
"Raccontamelo ora ... aiutami a capire Taehyung."
Anche lui è rassegnato.

Angoletto: ringrazio chi sta leggendo questa storia, spero non sia tanto male🥺

Ne approfitto per informarvi che questo è il primo dei capitoli in cui Taehyung affronterà tutta la sua storia è il suo passato. A presto

Kim Art Gallery  - TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora