Jungkook p.1

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POV Jimin
20 Dicembre 2035

Erano le 9.00 di una assolata mattina Parigina, ero atterrato a Parigi un'ora prima e in taxi stavo andando all'albergo di Jungkook.
Avevo provato a chiamarlo, ma sospettavo dormisse ancora.

Prima di salire in aereo lo avevo sentito, era appena rientrato da uno shooting al Grand Plais e doveva andare a parlare con i responsabili delle organizzazioni no profit che avevano organizzato l'evento.
Sarebbe andato in mondo visione e lui non poteva lasciare nulla al caso.

Taehyung invece continuava a restare chiuso nell'atelier della sua Galleria e speravo che lì restasse fino a domani, quando sarei andato a trovarlo.

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Il Ritz non era un Hotel qualsiasi di Parigi, era l'Hotel per eccellenza, per mia fortuna negli anni della band eravamo stati loro ospiti parecchie volte, così quando chiesi in reception di accompagnarmi nella suite di Jungkook non fecero storie.

Quando feci irruzione nella camera da letto di quel cretino del mio amico, era ancora beatamente tra le braccia di morfeo, con tanto di mascherina sugli occhi e tende tirate.
Prima spalancai la finestra, dopo gli spostai la mascherina urlandogli "Sveglia pigrone"

Fece un salto di quasi un metro, io scoppiai a ridere, ma almeno si era svegliato.
Mi guardò spaventato, e prima che potesse dire nulla, lo anticipai: "Alzati, ho già fatto portare la colazione in camera, abbiamo tanto di cui parlare."
Lui si tirò su a fatica e mi seguì in salotto per iniziare una lunga lunghissima giornata.

Due cappuccini e un paio di Croissant dopo eravamo pronti, o almeno io lo ero, lui sembrava un zombie, "Jeon Jungkook" gli dissi "da dove vuoi cominciare?"
Jungkook fece un respiro profondo, alzò lo sguardo che teneva ancora incollato al vassoio dei croissant al centro del tavolo e provò: "Io...

"Ero spaventato Jimin, lo ero all'epoca e lo sono ancora adesso, pensavo che con l'età adulta avrei tirato fuori un po' di coraggio, ma sono rimasto lo stesso codardo di quando avevo vent'anni."
Aveva il volto stanco, lui che sotto i riflettori appariva sempre un ragazzino. Seduto in quella stanza d'albergo mi sembrava diventato adulto dall'oggi al domani, con le rughe appena accennate sulla fronte e lo sguardo di chi porta il peso delle esperienze sulle spalle.

Ma io non potevo lasciare che si piangesse addosso, così incalzai: "Da cosa sei spaventato Jungkook?"
Accennò quello che più che un sorriso sembrava una smorfia: "Io .... Ho sempre avuto paura di quello che provavo, .... di quello che provavo per lui.
Mi rendeva debole e io non potevo permettermelo, dovevo essere forte o sarei rimasto schiacciato da tutto il resto."

"Non capisco Jungkook, non ti capisco, lo hai allontanato per questo, per paura."
"Si.... Avevo paura che avremmo sofferto entrambi." Disse lui con lo sguardo perso.

Era proprio perso, e con il tono più calmo e rassicurante che riuscii a trovare gli dissi
"Sei un coglione Jungkook e di sentimenti non ne hai mai capito un cazzo, spiegami da dove nasce questa paura, o potrei diventare violento."
Si voltò verso di me, fece un respiro profondo e cominciò:

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POV Jungkook
[La storia di Jungkook ]

A quattordici anni pensavo che entrare a far parte di una band fosse una figata, avrei avuto la possibilità di diventare famoso, di far ascoltare la mia voce agli altri, di vivere di musica, ma non avevo fatto i conti con la mia timidezza.
Il mondo di cui volvevo far parte era grande, luminoso e senza freni inibitori e io me ne ero reso conto solo dopo esserci finito dentro.
Fortuna o forse il fato vollero però, che pochi mesi dopo il mio ingresso in quel mondo, un altro ragazzino poco più grande di me avesse avuto la stessa possibilità, fu così in un giorno di settembre conobbi Taehyung, lui sembrava fatto per quel mondo luminoso, aveva gli occhi grandi, il sorriso contagioso e la disinvoltura di chi era nato per stare sotto i riflettori.

Fu solo grazie a lui, che un passo alla volta, riuscì a non farmi spaventare dall'ambiente in cui mi ero ritrovato , lui era stato il mio appiglio in ogni situazione, non si faceva spaventare mai da nulla, affrontava sempre tutto a testa alta.
Mi aveva insegnato a rialzarmi dopo le cadute, a non farmi abbattere dagli errori, perché erano essenziali per migliorarsi e soprattutto mi aveva insegnato come uscire dal mio guscio.
Quel guscio di timidezza e mancata fiducia in se stessi che mi portavo dietro, da sempre, Taehyung era riuscito ad oltrepassare ogni barriera, perché credeva in me, e io per non deluderlo avevo deciso di aprirmi agli altri.

E' stupido lo so, ma io lo ammiravo, Taehyung riusciva ad essere se stesso in ogni situazione, la sua personalità che molti definivano ingombrante, per me era unica, era perfetta per lui che non aveva paura del giudizio degli altri, non si faceva scalfire da nulla, non si faceva cambiare per sembrare qualcun altro, perché al contrario mio lui si piaceva.

Perfino la sua omosessualità non era stata un limite, mi ricordo perfettamente il giorno in cui me lo disse, ingenuamente pensai che anche lui fosse fragile, che le sue lacrime fossero una debolezza, mi sentii quasi in dovere di proteggerlo, ma quando lo vidi fare coming out anche con gli altri, sicuro di se, capì che lui era più forte di quanto immaginassi e che forse aveva mostrato il suo lato docile solo ai miei occhi.

Taehyung mostrava la vulnerabilità del suo carattere solo a me, e io lo adoravo, perché arrivava a testa bassa cercando un abbraccio che mai gli avrei negato, lo faceva quando una canzone o un film lo avevano colpito o quando dopo aver chiamato la sua famiglia ne sentiva la mancanza.
Poteva sembrare strano, ma mi faceva sentire importante, non volevo che nessuno lo vedesse in quel modo, il suo mostrarsi indifeso era di una bellezza disarmane e egoisticamente era il mio Taehyungie.

Per la mia 'dipendenza' da Taehyung, Jimin mi prendeva in giro, diceva che Tae era luce e io ero l'ombra, se un giorno la luce non ci fosse più stata, io sarei scomparso, dovevo fare qualcosa o prima o poi sarei sparito davvero. I primi tempi mi arrabbiavo, perché mi sentivo offeso, ma scoprii a mie spese che avevo ragione.

.... to be continued

Angoletto: perdonatemi comunque è finalmente arrivato Jungkook =D
Come sempre i personaggi e ciò che fanno e pensano sono frutto della mia immaginazione, quindi non portategli rancore.

Grazie a tutti quelli che stanno leggendo questa storia, è strano sapere che qualcuno legga quello che scrivo, grazie.

Kim Art Gallery  - TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora