Fu strano ritornare in Corea dopo più di un anno, sembrava quasi di essere entrato in uno di quei sogni che facevo di notte.
Tutto un po' sfocato e surreale, ma avevo bisogno di rivedere la mia famiglia, di rivedere mia madre, di ristorarmi l'anima come quando ero bambino, prima di dover affrontare la vita che mi ero scelto, quindi pochi giorni prima del mio compleanno ritornai a casa.Per me, i mesi successivi alla diffusione di quel cd che portava il mio nome, erano stati difficili, gli impegni da sostenere erano tantissimi e il dover affrontare tutto da solo fu estenuante. Avevo trovato delle persone di cui potermi fidare, ma non poter condividere a cuore aperto ansie e vittorie con qualcuno era più logorante degli impegni stessi, anche perché quel qualcuno a cui avrei voluto raccontare ogni cosa era quasi più impegnato di me.
Aspettavo quei pochi secondi in cui riuscivo a vederlo dallo schermo per riprendere a respirare dopo giorni di apnea, ma la tristezza che leggevo nei suoi occhi mi stringeva il cuore.
Avevo sperato durante quel viaggio a casa di poterlo riabbracciare, ma il destino non lo aveva reso possibile, fu così che dopo quella chiamata di Tae per il mio compleanno, mi ritrovai addosso lo sguardo severo di mia madre:"Jeon Jungkookie, perché fai ancora soffrire quel povero ragazzo, mi avevi promesso che gli avresti parlato."
Parlare, mia madre la faceva facile, per lei era tutto facile, lo era così tanto da aver capito prima di me quello che provavo per lui.
*** Se ripenso a quel giorno mi vengono ancora i brividi, pochi anni prima della divisione della band, ero tornato a casa da lei irrequieto. A stento l'avevo salutata ed ero andato a rintanarmi nella mia vecchia stanza. Lei si affacciò alla porta chiedendomi se avevo fame, e quando le risposi male, mi guardò negli occhi e rassegnata mi fece.
"Figlio mio, sai che ti amo con tutta me stessa, ma sei un cretino, è inutile che fai il geloso e ti riduci in questo stato se lui esce con qualcuno, se te lo sei fatto scappare, il problema è tuo non suo." Detto quello chiuse in malo modo la porta e mi lasciò a chiedermi come cazzo avesse fatto a sapere che ero arrabbiato perché lui aveva un nuovo tipo, ancora devo capirlo. ****"Non gli ho parlato mamma, cosa avrei dovuto dirgli che sono un coglione e cha a trent'anni non ho le palle di mettere in gioco la mia vita per lui, mi renderei solo ridicolo" risposi a mia madre, bel compleanno si prospettava.
"Ti sei già reso fin troppo ridicolo, questo rapporto è deleterio per entrambi, dovresti parlargli e far decidere a lui, se ti vuole bene si risolverà tutto. Ma come puoi continuare a guardarlo negli occhi, sono così tristi, i tuoi e soprattutto i suoi." Meno male che volevo tornare a casa per rivedere mia madre.
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Sta di fatto che ritornai in America con la testa a e il cuore più incasinato di prima, lei aveva ragione, ma come potevo parlargli dietro lo schermo di un telefono quando non ero stato in grado di dirglielo di persona.
Rientrai nel mio appartamento a LA, aprì la porta e mi ritrovai un pacco.
Senza mittente, strano pensai, se la portineria lo aveva ritirato doveva essere importante, tolsi il nastro adesivo e trovai un biglietto, la grafia era inconfondibile, me lo mandava Taehyung.Buon Compleanno Jungkookie,
Perdonami se non sono riuscito a darti un compleanno meraviglioso come quello che tu hai fatto vivere a me, spero un giorno di poter ricambiare.
Mi auguro che tu sia stato bene a casa, è stato bello rivedere tua madre, diventa sempre più bella.Mi manchi, vorrei tanto riabbracciarti, ricordati che sono sempre fiero di te, non stancarti troppo nel tour e scatta tante foto, così sapremo cosa fare quando ci rivedremo.
Il tuo TaehyungieNascosta sotto una montagna di palline di polistirolo c'era una fotocamera, la sua fotocamera quella che portava sempre al collo da ragazzo, quando eravamo in giro per il mondo.
Con le lacrime agli occhi, gli scrissi solo un misero grazie.
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Avrei dovuto parlargli, prendere un aereo, presentarmi a casa sua e dirgli quando ci tenessi a lui, ma non lo feci, non feci praticamente nulla.
Per paura delle parole, cominciai a non dirgliele più.Quando iniziò il tour, cominciai a rispondere raramente ai suoi messaggi e ancor meno al telefono quando mi chiamava, con la scusa dei concerti a cui star dietro mi lasciavo distrarre da ogni cosa pur di non pensare, mi ero detto che forse così avrei sofferto di meno, anche se poi mi portavo sempre dietro la sua fotocamera e nei giorni in cui il sole rendeva il mondo più luminoso scattavo una foto pensando a lui, mi sentivo infelice ma forse un giorno alla volta non avremmo sofferto più.
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Poi però quell'anno cominciato con Taehyung al mio fianco, giunse al termine, e con lui il rullino che aveva messo in quella fotocamera. I
I rullini erano obsoleti, ma per Taehyung avevo un'anima, così il giorno dopo Natale, lo portai da un fotografo.Era il 30 dicembre quando andai a ritirare le stampe, aprì la busta appena salii in auto, la prima foto che mi ritrovai fu Taehyung.
Uno di quegli scatti fatti allo specchio, con il suo sorriso che mi faceva battere il cuore, reggeva con una mano la fotocamera che aveva mandato a me e con l'altra il dipinto che gli avevo fatto, l'aveva scattata il giorno del mio compleanno, avevo riconosciuto quello che indossava e io per il suo non gli avevo fatto nemmeno gli auguri.
Senza rendermene conto feci partire la chiamata al telefono, con ancora le lacrime che mi bagnavano il viso, forse il cuore aveva agito prima della testa.
"Taehyungie , buon compleanno." Feci un respiro profondo "Avrei voluto farti i miei auguri di persona, ma è impossibile." Continuai "Come stai?"
"Sto bene. Mi sei mancato Jungkookie." Disse, stava trattenendo un singhiozzo.
"Tae..."
"Jungkookie, mi sei mancato tanto ." Stava piangendo, cosa avevo fatto, lo avevo fatto piangere."Tae." Dissi ancora, avevo fatto un stupidaggine, lui non doveva piangere
"Io non posso, mi dispiace." Ero stato un coglione, lo ero sempre stato e ora stava piangendo, stava piangendo per me
"Io non posso farti questo, io non posso ..." silenzio, attimi di silenzio e sospiri."Cosaa non puoi, dimmelo DIMMELO." Urlò tra le lacrime, cosa avevo fatto.
Dovevo farla finita già da tempo. Avrei dovuto chiudere ogni rapporto da quel giorno in cui l'avevo respinto dopo averlo baciato, senza costringerlo a restarmi accanto, sarebbe stato più felice senza di me."Io non posso più tenerti nella mia vita, ti farei soffrire e io non posso farti questo. Dimenticami, dimenticati di me Tae." Stavo piangendo anche io.
Spensi il cervello, spensi il telefono, lo gettai fuori dal finestrino e tornai a casa.
Sarebbe stato felice senza di me.
...... to be continued
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Kim Art Gallery - Taekook
Fanfiction- Sono Kim Taehyung, ho una nuova vita ora, lontano dalla Corea, lontano dalla mia famiglia, lontano dalla mia musica. - Taekook Future au Taehyung vive a Parigi - è diventato un gallerista. Jungkook vive a LA - ha continuato a fare il cantate. P...