Jungkook p. 2

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(Just remember: Le situazioni e le personalità dei protagonisti sono frutto della mia immaginazione.)

Diventare un cantante durante l'adolescenza, aveva stravolto la mia vita, andavo a scuola, mi ero fatto degli amici, ma non potevo fare ciò che tutti gli altri facevano, avevo troppi impegni e troppe restrizioni da rispettare. Trovavo difficile rapportarmi in modo vero con i miei coetanei e per un ragazzino inesperto in ogni campo, capire come gestire i sentimenti era anche più traumatico.

A 17 anni non avevo ancora dato il mio primo bacio e i miei Hyungs che mi provocavano, non erano d'aiuto, così avevo provato ad uscire con qualche ragazza, non mi dispiaceva la loro compagnia, ai miei occhi erano dolci, aggraziate, però non avevano nulla di unico, nulla ch mi colpisse, o ancor di più mi facesse sentire importante. Con gli anni avevo accumulato le mie esperienze, ma alla fine preferivo andare fuori con i miei amici, restare a casa a giocare ai videogiochi o andare al cinema con Taehyung, le ragazze erano l'ultimo dei miei passatempi.

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Da ragazzino, credevo di essere un rospo o un coniglio, come spesso mi chiamavano, mentre definivano Taehyung un alieno. Con gli anni io sono rimasto un coniglio pieno di muscoli con un taglio di capelli più figo e Taehyung invece era diventato bellissimo, ogni parte di lui lo era e si imbarazza quando qualcuno glielo diceva, lui era sempre perfetto, tanto da sembrare dipinto.

Io ero fortunato perché quel Taehyung che mi ricordava i personaggi ritratti da Waterhouse, ogni tanto si addormentava nel mio letto guardando i film, quel Taehyung, mi scattava le foto di nascosto quando diceva che la luce era perfetta, quel ragazzo amava i luoghi poco affollati, i paesaggi desolati e la bellezza in se, quel Taehyung che amava l'arte senza rendersi conto di farne parte, restava sempre al mio fianco senza lasciarmi mai solo.

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Io Jeon Jungkook durante la mia vita sono stato uno stupido, e lo sono stato soprattutto con lui. Il bacio di cui parlava Jimin, è stato l'errore più grande che abbia mai fatto, e me ne pento ogni giorno, perché sono stato un codardo.

Lui Kim Taehyung non mi avrebbe mai fatto del male, non mi avrebbe negato nulla e io lo costrinsi a baciarmi, con la scusa di fare nuove esperienze.
La verità era che volvevo sentire quanto fossero morbide le sue labbra a contatto con le mie, avevo sognato quel bacio per mesi, volevo vedere nei suoi occhi il riflesso dei miei, volevo che fosse mio in ogni sua parte.

Ma non ero pronto a quello che vidi nei suoi occhi lucidi, quando poggiò una mano sulla guancia e poi chiuse le palpebre posando la sua bocca sulla mia.
Lui provava qualcosa per me e io gli avrei spezzato il cuore, lo stesso che sentivo battere impazzito sotto la mano che gli avevo poggiato sul petto. Ero stato stupido perché non ero pronto a mostrarmi indifeso davanti a lui.

Come un codardo, dopo quel dono che mi aveva fatto, risi, lo ridicolizzai perché non avevo le palle di dirgli che anche io provavo qualcosa per luu.

Ma Taehyung non mi fece del male, perché era un angelo, mi rimase accanto anche quella volta.
Cosa avrei fatto se lui si fosse allontanato da me? Sarei svanito come diceva Jimin?

Il perché lo rinnegai, non riuscii a spiegarlo nemmeno a me stesso, avevo paura e di cosa poi, che mi piacesse un ragazzo o che quel ragazzo fosse Taehyung? Lui che conosceva tutti i lati peggiori di me, lui che non mi avrebbe mai voltato le spalle.
Avevo paura di cosa, di soffrire?

Come un vigliacco, decisi che mantenere il nostro rapporto invariato sarebbe stato più facile per tutti, anche se l'equilibrio tra noi ero stato io a romperlo.
Lo avevo fatto soffrire, lui che si mostrava vulnerabile solo a me.

Io avevo deciso di rimanere fermo, ma lui dopo quel bacio era cambiato, era cresciuto, non era più il ragazzo spensierato e audace che avevo incontrato anni prima, era diventato un uomo forte e determinato, sarcastico e a tratti freddo, ed ero stato io a farlo diventare così.

Dopo quel giorno aveva continuato a prendersi cura di quel ragazzino pieno di paure, che ero io, non si era allontanato come avrebbe dovuto, ma nel suo sguardo leggevo la malinconia.
Poteva ridere ,ma i suoi occhi non mentivano mai, lo avevo fatto soffrire e forse continuavo a farlo, ma non potevo allontanarlo, perché saperlo lontano avrebbe fatto soffrire anche me.

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Durante gli anni passati insieme, non lo avevo mai visto uscire con nessuno, se non con i suoi amici, mentre io decantavo le mie conquiste per farmi grande agli occhi degli Hyungs.
Dopo però,  lui aveva cominciato a frequentare dei ragazzi e io come un coglione non potevo dire nulla, ero geloso, ma non avevo il diritto di esserlo, lui non era mio.

Così più per ripicca verso me stesso, finivo ad uscire con tipe a caso pur di non pensarci, a tornare a casa ubriaco e soprattutto a fare i salti di gioia quando entrando nella hall della Hybe la trovavo invasa di rose, segno che Taehyung aveva scaricato il tipo con cui si vedeva. Già ero un coglione.

Se avessi tenuto almeno un po' alla felicità di Taehyung, avrei potuto essere come minimo un buon amico, avrei potuto aiutarlo ad essere felice. Ma non sono mai stato degno di lui, perché avevo paura che qualcuno lo portasse via da me, e alla fine sono rimasto solo con le mie paure.

Paure che si erano moltiplicate.
Non c'era più solo la paura di ciò che provavo, ma anche quella di non essere abbastanza, di ciò che pensavano gli altri, del confronto, dei giudizi e di perdere il mondo dorato in cui vivevo, io non ero mai stato forte, avevo paura di tutto.
L'unico che era riuscito ad abbattere quel muro era stato Taehyung, ma senza di lui a illuminarmi costantemente la vita e la testa, avevo ricostruito quel muro un mattone alla volta. Gli unici spiragli rimasti, erano quelli che lo stesso Taehyung aveva contribuito a fare, perché nonostante tutto lui credeva ancora in me.
Anche se non era più il Tae ragazzino, che abbracciandomi mi faceva sentire che non ero solo ad affrontare le cose, a modo suo mi dava un po' di coraggio, non c'erano più
le sue braccia attorno al mio cuore, ma sapevo che in lontananza lui vegliava su di me.

Le uniche volte in cui si avvicinava a me, era quando lo vedevo chiudersi per giorni nel suo studio, aspettavo con ansia il momento in cui dopo, avrebbe bussato alla mia porta con in mano una cuffietta, per farmi ascoltare cosa aveva composto, e dopo poterlo stringere per pochi secondi a me, era rimasto solo quello il momento in cui si mostrava debole ai miei occhi, in cui potevo intravedere lui.

Mi sono chiesto tante volte se le canzoni che scriveva parlassero di me o di quei ragazzi, ma non avevo il coraggio di domandarglielo perché avevo il terrore della risposta, io che per paura di soffrire ero rimasto fermo, mentre lui era maturato tanto, come potevo affrontare la realtà?

I suoi testi erano malinconici e bellissimi come i suoi occhi. Potevo immaginare perché scriveva, era liberatorio, anch'io mi ero ritrovato a comporre per notti intere, a gettare su quel foglio bianco tutto ciò che provavo, a scrivere in quei versi solo di lui.

Avrei potuto ribaltare tante volte la mia vita di bugie, ma l'immagine di Jungkook che mostravo al mondo mi faceva comodo, così ho continuato ad essere quel ragazzo. Tanto che per sopravvivere dopo la separazione della band, mi sono dovuto trasferire in America dove mi osannavano senza conoscermi davvero. Cosa avrei potuto fare io Jeon Jungkook da solo, senza i miei compagni e senza Taehyungie, nulla.
Così lasciai tutto, lasciai tutti, lasciai anche gli occhi tristi di Taehyung.

..... to be continued

Angoletto: raga non odiate Jungkook, nella realtà credo che sia molto diverso, ma in questa storia lo vedo così sorry.

Comunque sto andando a rivedermi l'ep 114 di Run BTS per vedere meglio i tatuaggi di kookie 😂

Kim Art Gallery  - TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora