Taehyung p.4

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Dopo vari colloqui con potenziali manager, tutti falliti, perché interessati più a farsi un nome che prendersi cura degli di Jungkook, contattammo Kim Minsuk un amico del nostro vecchio manager Sejin, che viveva a LA e aveva aperto un'agenzia proprio qui.
La fiducia che suscitò in noi fu immediata, sarà stata per la somiglianza con Sejin o per la buffa camicia a fiori che indossava, decidemmo di assumerlo seduta stante e convocato anche l'avvocato, fissammo nel giro di due settimane la svolta decisiva alla carriera di Jungkook.

Minsuk si dimostrò da subito una buona scelta, decisione che più che Jungkook rassicurò me, volevo affidarlo nelle mani migliori e non potevo permettermi errori. Ora dovevamo solo trovare una nuova casa discografica che accettasse quel ragazzo dagli occhi profondi per quello che era, e non lo usasse solo per i propri scopi.

Tra le tante proposte del nuovo manager una catturò la nostra attenzione, era una piccola etichetta, entrata nel mercato da pochi anni. La cui caratteristica più inusuale era di preoccupasi di creare un percorso di crescita per i propri artisti, senza abbandonarli in balia delle classifiche e delle cattiverie dei social.

Quando io e Jungkook ci presentammo nell'ufficio della presidente, la donna quasi non svenne sul colpo. Susan era poco più grande di noi e al contrario di molti suoi colleghi aveva sempre amato "quei ragazzi coreani".
Ci disse che aveva seguito le nostre strade già dal nostro debutto, tanto che ritrovarsi a gestire la carriera di uno di noi un po' la intimoriva, ma il sorriso sornione rassicurante di mr Kim Taehyung e lo sguardo da cucciolo del golden Maknae, non le lasciarono scampo.
Sarebbe stata dalla nostra parte, o meglio dalla parte di Jungkook e per la seconda volta nel giro di pochi giorni capii di aver fatto la scelta giusta.

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Mancava solo l'ostacolo più grande da superare, dovevamo annullare il contratto con la major e riscattare la libertà di Jungkook.
Era ormai metà dicembre, a LA faceva caldo anche se si respirava un po' di aria natalizia, la sala riunioni nel grattacielo dell'etichetta, era addobbata con un grande albero di natale, posto in un angolo, mentre il grande tavolo con tutti i dirigenti e il direttore generale, occupava tutto il resto della stanza.
Quando io e Jungkook arrivammo, li trovammo tutti ad attenderci con finti sorrisi e frasi di cortesia. Ma armati di coraggio, di Minsuk e Sejin che per l'occasione aveva deciso di assisterci e una squadra di 5 avvocati, avanzammo la nostra richiesta.

"Voglio sciogliere il contratto e lasciare questa casa discografica."
Furono solo queste le parole che disse Jungkook, con lo sguardo fisso negli occhi del direttore e la mia mano a stringergli il ginocchio sotto il tavolo, per dargli coraggio.
La sala riunioni fu invasa dalle risate divertite di tutti i dirigenti e dalle parole sarcastiche del direttore: "Come se tu potessi farlo. Ahah Il contratto che hai firmato è direttamente legato a tutto il tuo patrimonio, una cancellazione anticipata comporta la cessione alla società del 70% dei tuoi beni, sei sicuro di potertelo permettere?" sputò ironico.

Le risate in quella stanza continuarono per minuti interi, sotto gli sguardi scuri dei presenti. Fu solo quando il silenzio tornò sovrano che l'avvocato che ci aveva seguiti dall'inizio, si alzò in piedi e con sicurezza disse: "L'annullamento del contratto del mio assistito avverrà con o senza il vostro benestare. Le violazioni che avete messo in atto non riguardano solo le clausole di un contratto, ma violano le leggi di questo stato, se siete contrari vi porteremo in tribunale e vi assicuro che per i danni che avete creato toccherà a tutti voi cercarvi un nuovo lavoro, perché con la musica non potrete più vivere."

"Certo che ne avete di fantasia, voi asiatici, in tribunale finireste in mutande." Le parole uscirono acide dal direttore, ma il resto gli morì in gola quando la sua stessa voce, uscì da un telefono poggiato sul tavolo.
-'Questo Jonhcoo è una rottura di coglioni, lui e tutte le ragazzine che lo seguono finiranno per rovinarci la pizza, e poi ci costa una fortuna.' ... 'Si questa è la soluzione più conveniente, gli blocchiamo ogni brano, al massimo lo facciamo collaborare con uno dei nostri più scarsi, lo facciamo accusare di plagio, gli cancelliamo la vita pubblica, e tempo due anni questo rescinde dal contratto, noi ci prendiamo i soldi, e quei quattro cretini che abbiamo in scuderia si spartiscono i suoi fan.'

Il silenzio e l'espressione sconvolta sul volto dei dirigenti fu quasi comica. Fu solo l'avvocato a parlare: "Entro stasera aspettiamo il fascicolo relativo all'annullamento senza penali nel nostro ufficio, o domani mattina queste registrazioni e tutto il materiale in nostro possesso finirà sul banco del giudice." Detto questo con un cenno del capo, abbandonammo la sala con il sorriso sulle labbra.

Finalmente il mio Jungkookie era tornato.

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Le settimane successive furono terribilmente frenetiche, Susan voleva ascoltare tutto ciò che Jungkook aveva da proporle, lanciare un suo brano il prima possibile e un album subito dopo. Fu così che mi ritrovai a festeggiare il Natale lontano dalla Corea, in una villa sulla spiaggia con tutta la famiglia di Susan, ma a me non mancava nulla, c'era Jungkook seduto al mio fianco e io non potevo chiedere di più.

Quei giorni al suo fianco, sono stati i più belli di tutta la mia vita, erano bastati due mesi trascorsi da solo con lui per mandare a puttane tutte le promesse che mi ero fatto, di amarlo da lontano, di stargli vicino solo come amico. Trovarlo ogni mattina in cucina a preparare la colazione solo per me, con il sorriso felice, mi faceva battere il cuore così forte che temevo lui potesse sentirlo.

Quella mattina ero seduto come sempre su uno degli sgabelli dietro il bancone della cucina, mentre lui era impegnato ai fornelli... quando si girò aveva tra le mani un piatto con un mega pancake e una candelina.... e disse
"Buon Compleanno Taehyungie grazie per tutto quello che hai fatto per me... oggi è il tuo giorno e lo renderemo indimenticabile. "

Indimenticabile fu proprio la parola più adatta, tra Disneyworld e Universal Studios ... cibo spazzatura, corse per nasconderci da chi ci aveva riconosciuti, buste piene di regali, una montagna di palloncini legati al polso che non entravano nemmeno in macchina, e tante tante risate il mio compleanno, fu il più perfetto di sempre, tanto che la sera dopo cena ero così stremato che mi addormentai in macchina al ritorno.

Ritornai in Corea il 20 gennaio, la chiamata che infranse la bolla che mi ero creato arrivò il giorno di capodanno, dall'altro capo c'era il mio manager, mi ricordava che era cominciato un nuovo anno solare e chiedeva quando sarei tornato. Domanda difficile quella, perché fosse stato per me, sarei rimasto per sempre lì con Jungkook, ma avevo degli impegni da rispettare. Così a malincuore gli dissi di prenotare il volo.

Avrei dovuto salutare quella nuova quotidianità che ci eravamo creati, tornare, sarebbe stato difficile, terribilmente difficile. Quando, lo dissi a Jungkook vidi i suoi occhi diventare tristi e alcune lacrime rigargli il viso. Lo abbracciai, provando a trasmettergli tutto quello che provavo per lui, finendo con il piangere io stesso.
La sua mano che mi accarezzava dolce la schiena e la sua voce dolce mi riportarono alla realtà.
"Lo capisco Tae, non piangere ti prego, ho scombussolato fin troppo la tua vita, ti ho tenuto qui con me senza pensare a tutti gli impegni che hai dovuto lasciare.
Non smetterò mai di esserti grato per quello che hai fatto. Sei stato la mia ancora di salvezza in questa notte, ma so che devi andare, è solo che mi mancherai, mi mancherai tanto." Sospirò. " Avrei voluto averti accanto per l'uscita del disco. È merito tuo, se potrà essere ascoltato. lo devo solo a te." Ora era lui quello che piangeva.

Avrei voluto fermare il tempo, restare stretto a lui per sempre, ma lo lasciai, gli accarezzai i capelli e con la voce un po' rotta gli dissi. "Io sarò sempre al tuo fianco e sarò sempre fiero di te qualsiasi cosa farai. Non ho nessun merito, le tue canzoni cono meravigliose e meritano di essere ascoltate. Quindi ora basta frignare come due ragazzine e non sprechiamo questi giorni che ci restano. Voglio vederti sorridere." Feci un profondo respiro forzai un sorriso e continuai.
"Dobbiamo sistemare il tuo look Jungkookie, lo stile trasandato non va più di moda." ... " Poi dobbiamo controllare il visual per l'advertising, mi devi ancora portare a visitare Hollywood e andare a mangiare in un sacco di posti." Aveva ancora lo sguardo un po' triste, ma per fortuna ora sorrideva.
Mi sarebbe mancato tutto questo.

....To be continued

Angoletto: perdonatemi il capitolo è un po' lungo ma non volevo spezzare questi momenti.
Ringrazio chi sta leggendo questa storia, spero non sia un completo disastro.

Kim Art Gallery  - TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora