CAPITOLO 87

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Era Chase, di corsa presi la mia borsa e portai con me anche il libro, uscì di casa ed entrai nella macchina.

-Ei bellissima, come va?- mi salutò Chase non appena chiusi lo sportello della macchina dietro di me. Poi accese la macchina e partì.

-Bene dai. Guarda cos'ho qui- dissi io estraendo il libro dalla borsa.

-Non dirmi che ti sei messa a studiare per versare un po' di alcool a degli alcolizzati di merda- disse lui in tono ironico.

-Sappi che è stato il primo libro che ho letto completamente e in minor tempo- risposi io.

Chase rise. -Onorato di essere la tua prima volta-

A quella frase sorrisi.

**skip time**

Ero seduta sul divano aspettando l'arrivo di Chase, che si stava facendo attendere. 

Una volta arrivato prese posto affianco a me e mi porse un drink, che però io rifiutai. Chase fece spallucce e bevve anche il mio.

-Qua quella che dovrebbe offrire i drink dovrei essere io, non te- dissi io ridendo.

-Per oggi salti, c'è già Diego al bar. Sono apposto- disse sorseggiando la sua vodka alla fragola. -Goditi la festa- aggiunse dopo un lungo sorso.

Annuì. Presi la mia borsa, e da essa estrassi il libro e continuai la mia lettura. Non avevo molta voglia di fare casino, così mi accostai verso l'angolo del divano, che era appoggiato al muro. Così mi ci appoggiai contro, con la schiena al muro incrociando le gambe e proseguii con la mia lettura finchè, una voce, non richiamò la mia attenzione.

-Non balli?- chiese la voce. Io non sollevai nemmeno lo sguardo, pensando che fosse riferito a qualcun altro, ma poi due dita mi toccarono il mento per farmi alzare lo sguardo. Era Mattia. Esatto, Mattia Polibio.

-No- mi limitai a rispondere, staccai le sue dita dal suo mento e ritornai a leggere il libro. Il materasso ai miei piedi si stava muovendo, ciò voleva dire che qualcuno si era seduto affianco a me.
Alzai lo sguardo per vedere chi si fosse avvicinato, e non appena vidi che era nuovamente Mattia, roteai gli occhi con fare strafottente e tornai alla lettura. Ma Mattia mi strappò il libro dalle mani.
-Ma sei scemo? Ridammi il libro- dissi allungandomi per riprendere il libro, ma Mattia mi alzò il braccio, allontanandomi ancor di più dall'oggetto.
-Ridammelo!- ribadì nuovamente allungandomi verso di lui. Essendo che lui si era seduto abbastanza distante da me, ma non troppo da non darmi fastidio, sfortuna volle che il mio senso dell'equilibrio mi abbandonasse così da farmi cadere sopra le gambe del ragazzo. La mia testa era finita proprio sopra il cavallo del pantalone del ragazzo. Mi alzai non appena mi resi conto dell'accaduto.
-S-scusa- dissi in totale imbarazzo.

-Ecco. Ora che ho la tua attenzione: perchè stai seduta sul divano, a leggere un libro ad una festa. Chiese il moro.

-Punto numero uno, ridammi il libro e io ti rispondo- ordinai e venni accontentata -In secondo luogo, non sono in vena di fare festa. Quindi se non ti dispiace torno a leggere la struttura molecolare dell'alcool, grazie- dissi riabbassando lo sguardo e tornando a leggere. Mi sentivo osservata, e la cosa mi dava abbastanza fastidio e soprattutto mi metteva a disagio.
-Cos'hai? Perchè continui a guardarmi?- chiesi infastidita

-Se vieni a ballare con me giuro che poi ti lascio stare- disse lui.

-no- risposi io chiudendo il libro e incrociando le braccia al petto

-Allora resterò qua a guardarti- disse lui girandosi verso di me indiziando a fissarmi.

La situazione stava iniziando ad urtarmi.
-Eh va bene!- concessi io -Una traccia e basta- conclusi.

Mattia fece un sorrisetto compiaciuto e mi portò in mezzo a tanti ragazzi ubriachi che ballavano. Io non ballai, mi muovevo solo a tempo, sperando che la traccia finisse il prima possibile. Mentre eravamo in "pista" a ballare un pensiero mi colpì: Chase aveva bevuto, quindi di conseguenza non mi avrebbe potuto accompagnare a casa. 

A metà canzone tornai sul divano, seguita però da Mattia che mi stava richiamando nuovamente -Ehi Ehi Ehnno! Non te ne puoi andare così- disse lui.

-E invece si che posso. Infatti me ne sto andando- dissi io raccattando tutte le mie cose avviandomi alla porta d'ingresso, ma qualcosa mi trattenne tirandomi dal braccio.

-No, tu resti qua con me- disse il ragazzo.

-No, si è fatto tardi e devo andare.- ribattei io guardandolo fisso negli occhi.

-Non era questa l'impressione che mi avevi dato prima- rispose lui strattonandomi il braccio.

-C-cos? Cosa vuoi dire con questo?-

-Dai Emily, non fare la santarellina. Lo sappiamo tutti cosa fai quando il tuo fidanzato non c'è- sbiascicò lui.

Stavo per alzare la mano per tirargli uno schiaffo ma qualcun altro mi precedette. 

Tanto avete indovinato. Era Chase. Oramai ci aveva preso gusto a picchiare i ragazzi eh.

Subito intervenni cercando di separare i due, ma con scarsi risultati, ma per fortuna intervennero dei ragazzi alti, e per di più molto carini, a separarli. Mattia si allontanò subito, mentre io invece mi avvicinai a Chase. Aveva lo sguardo basso, non voleva incrociare il mio sguardo, ma da quello che sono riuscita a vedere lui era rimasto illeso dato che era lui quello che menava.

-Grazie- dissi io al ragazzo che alzò il volto rivolgendomi uno sguardo confuso. -Si, grazie. Tanto anche se ti insulto la prossima volta picchierai qualcun altro, tanto vale non sprecare il fiato e ringraziarti- dissi io.

-Mi odi?- chiese Chase.

-no- risposi io accennando un sorriso.

-Vieni, ti accompagno a casa- disse uscendo dalla porta.

-Non preoccuparti, tu resta qua. Me la caverò- dissi io girandomi per andarmene.

-Neanche per sogno, piuttosto resti qui. Ma non ti farò andare a casa da sola a quest'ora- disse lui fermandomi con una presa delicata dal braccio.

-Ma- cercai di ribattere

-Perfetto, allora resti qui a dormire oggi?- disse lui senza farmi ribattere.

-Questo si chiama sequestro di persona- dissi io con un mezzo sorriso.

-Perfetto, allora denunciami- disse lui, e io mi limitai a ridere
-Io ora caccio tutta questa gente- disse allontanandosi, recandosi verso la console del DJ
-Okay ragazzi, la festa è finita andate in pace- disse ma le persone che erano nella casa continuarono a fare quello che stavano facendo prima -Se non avete capito, ve ne dovete andare. Ora.- aggiunse alzando la voce e pian piano la gente lasciò la casa.
-Perfetto, vado a prenderti le lenzuola pulite- disse lui salendo al piano superiore. Poi mi chiamò e mi disse di raggiungerlo.

SPAZIO AUTRICEEE

Ei guyss, come statee? Mi fa male un'occhio e la caviglia (if you know you know) e niente viva le pannocchie e le madri stupratrici 🌽🌽🌽 voi lasciate un commento e un mi piace e niente ci vedremo forse in un prossimo capitolo, sempre se non mi suicideró prima e niente cia-

|innamorata di te| Josh RichardsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora