Anne Dell'Isola

CAPITOLO 20: Gilbert parla

"È stata una giornata noiosa e prosaica", sbadigliava Phil, stendendosi pigramente sul divano, avendo precedentemente espropriato due gatti estremamente indignanti.

Anne alzò lo sguardo da Pickwick Papers. Ora che gli esami di primavera erano finiti, si stava concedendo a Dickens.

"È stata una giornata di prosa per noi", disse pensierosa, "ma per alcune persone è stata una giornata meravigliosa. Qualcuno ne è stato estasiato. Forse oggi da qualche parte è stata fatta una grande azione - o è stata scritta una grande poesia - o è nato un grande uomo. E ad alcuni si è spezzato il cuore, Phil".

"Perché hai rovinato il tuo bel pensiero scrivendo quell'ultima frase, tesoro?", brontolò Phil. "Non mi piace pensare ai cuori spezzati - o a qualcosa di spiacevole."

"Pensi che riuscirai a sottrarti alle cose spiacevoli per tutta la vita, Phil?"

"Povera me, no. Non sono contro di loro adesso? Non chiami Alec e Alonzo cose piacevoli, vero, quando semplicemente mi tormentano la vita?"

"Non prendi mai niente sul serio, Phil."

"Perché dovrei? Ci sono abbastanza persone che lo fanno. Il mondo ha bisogno di persone come me, Anne, solo per divertirsi. Sarebbe un posto terribile se TUTTI fossero intellettuali, seri e profondamente, mortalmente seri. La mia missione è, come dice Josiah Allen, "affascinare e sedurre". Confessa ora. La vita al Patty's Place non è stata davvero molto più luminosa e piacevole lo scorso inverno perché sono stata qui a lasciarti"?

"Sì, è così", disse Anne.

"E voi tutti mi volete bene, anche la zia Jamesina, che pensa che io sia completamente pazza. Allora perché dovrei cercare di essere diversa? Oh, cara, ho tanto sonno. Sono stata sveglia fino a un'ultima notte, leggendo una storia di fantasmi straziante. L'ho letta a letto, e dopo averla finita pensi che potrei alzarmi dal letto per spegnere la luce? No! E se Stella non fosse arrivata per fortuna in ritardo, quella lampada avrebbe bruciato bene e brillante fino al mattino. Quando ho sentito Stella l'ho chiamata, le ho spiegato la mia situazione e le ho fatto spegnere la luce. Se fossi uscita io stessa per farlo, sapevo che qualcosa mi avrebbe afferrato per i piedi quando sarei rientrata. A proposito, Anne, la zia Jamesina ha deciso cosa fare quest'estate?".

"Sì, lei resterà qui. So che lo fa per il bene di quei gatti benedetti, anche se dice che è troppo faticoso aprire casa sua, e odia le visite".

"Cosa stai leggendo?"

"Pickwick."

"È un libro che mi fa sempre venire fame", dice Phil. "C'è così tanto buon cibo. I personaggi sembrano sempre divertirsi con prosciutto, uova e punch al latte. Di solito vado a rovistare in una credenza dopo aver letto Pickwick. Il solo pensiero mi ricorda che sto morendo di fame. C'è qualche bocconcino nella dispensa, Regina Anna?".

"Stamattina ho fatto una torta al limone. Potresti averne un pezzo".

Phil si precipitò nella dispensa e Anne si recò al frutteto in compagnia di Rusty. Era una notte umida e piacevolissima all'inizio della primavera. La neve non era del tutto scomparsa dal parco; un piccolo squallido banco di neve era ancora sotto i pini della strada del porto, protetto dall'influenza dei soli di aprile. Manteneva la strada del porto fangosa e rinfrescava l'aria della sera. Ma l'erba cresceva verde in punti riparati e Gilbert aveva trovato un corbezzolo pallido e dolce in un angolo nascosto. Era salito dal parco, con le mani in mano.

Anne era seduta sul grande masso grigio del frutteto e guardava la poesia di un ramo di betulla nudo, appeso al tramonto rosso pallido con la perfezione della grazia. Stava costruendo un castello in aria - un palazzo meraviglioso, le cui corti illuminate dal sole e i saloni signorili erano impregnati del profumo di Araby, e dove regnava regina e chatelaine. Si accigliò quando vide Gilbert attraversare il frutteto. Di recente era riuscita a non rimanere sola con Gilbert. Ma lui era riuscito a catturarla, e anche Rusty l'aveva abbandonata.