<<ti hanno mai parlato di me?>>mi chiede James.
<<no, mi hanno detto solo che sei morto da quando sei nato...>>sussurro per paura che si rattrista. Il suo sguardo diviene vuoto, prima era felice.
<<ah...>>si limita a dire. Prendo un respiro profondo per bloccare le lacrime.
<<raccontami la verità>>non è una richiesta ma un ordine. Lui saprà la verità, e io voglio saperla.
<<me l'hanno detto i miei genitori adottivi. Alcuni di quelle infermiere che hanno aiutato mamma a partorire, erano incognito e facevano parte di una società. Rubavano bambini e li vendevano per soldi. Il nome del proprietario dell' "orfanotrofio" era Albert Beck. Quando i miei mi presero, ignari di tutto...hanno scoperto che avevo un bracciale con un numero, invece di un nome. Mi ricordo il numero...1647. Ero il milleseicentoquarantasettesimo bambino a essere rubato. Poi fecero delle ricerche su quel bracciale e del proprietario dell'orfanotrofio, ma il nome non risultava. Quindi capirono che si trattava di una società fasulla e avendo il vantaggio di essere avvocati, chiamarono la polizia e li condannarono all'ergastolo tranne chi fu costretto a lavorarci. Mi hanno dato molti indizi sulla mia famiglia biologica e ora ne ho trovato una parte. A proposito, mi racconti di mamma e papà?>>mi chiede con gli occhi lucidi. Anche io ho gli occhi lucidi, ma trattengo le lacrime. E' tutto così sconvolgente e ora dirgli che non abbiamo più un papà... Prendo un respiro profondo e apro la bocca.
<<papà è morto al mio diciasettesimo compleanno. Gli avevo chiesto una cosa, a quell'età mettevo il broncio su tutto. Dopo più di mezz'ora di capricci, accettò e andò a prenderla, ma solo che...>>non finisco che mi parte un singhiozzo. Ora se possibile James mi odierà. E' colpa mia se papà è morto. James ha abbassato lo sguardo e mi prende la mano sana.
<<la famiglia di Grayson l'ha ucciso>>continuo. Ora penserà che centra anche Grayson, quindi continuo.
<<perché la mia famiglia li ha superati in classifica delle migliore aziende...Grayson non centra>>finisco. Mi abbraccia. Ricambio e faccio scendere le lacrime che non sono uscite da un bel po'. Però la cosa che mi rallegra è che mio fratello è vivo.
<<mi dispiace tanto per papà, avrei voluto conoscerlo tanto...>>non lo faccio finire.
<<Dylan Davis>>lo guardo per vedere la sua reazione. Papà era nel mondo delle corse ma non clandestine, quelle legali. Automobilistiche e motociclistiche. In un primo moemtno sgrana gli occhi, ma poi, sorride.
<<almeno so che uomo era>>dice stringendo di più la presa.
<<mamma è viva. Si trova in Messico. Se vuoi possiamo andare a trovarla>>gli dico. Ha un sorriso che gli arriva alle orecchie.
<<anche domani>>ridacchio e lo abbraccio di nuovo. Devo ancora abituarmi a tutto questo. Sembra che la Roxy menefreghista, non esiste a Los Angeles.
<<sogni d'oro sorellina cara>>ridacchia e se ne va dalla stanza. Povera Hope. L'ho cacciata nella stanza di Cole ed Henry solo per stare con James.
ah...ho un fratello...
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<<AHIA!>>e così addio sogni d'oro. Mi ritrovo con il culo che bacia il pavimento e i ragazzi ridere. Succede che i cervelloni mi hanno buttata giù dal letto! Per cosa poi? Andare a lezione! Che senso ha?
<<ragazzi, cari ragazzi miei. Di chi è stata l'idea?>>chiedo. Stando zitti indicano Henry. Bene, bene. Prendo il cuscino di Hope, ricevendo un suo lamento e con questo picchio Henry.
<<Henry io ti uccido!>>continuo a picchiarlo fino a quando non urla "prendimi se ci riesci" correndo fuori dalla nostra stanza e nel corridoio del dormitorio femminile. Ance se sono struccata e con il pigiama. Accetto la sfida e lo rincorro sotto gli occhi divertiti dei ragazzi e qualche sguardo disgustato da oche sconosciute. Gli salto addosso sulla schiena e lo tempesto di pugni.
<<come osi svegliare la sottoscritta?>>chiedo urlando. Inutile dire che abbiamo gli sguardi puntati addosso, perché si, c'è li abbiamo. Siamo praticamente nel corridoio del bar. Pure il barista ci guarda divertito. Scendo perché sento che sto per cadere e quando mi giro trovo due occhi azzurri divertiti.
<<ma ciao, non vorrai mica scoparlo in mezzo ai corridoi>>mi dice facendo scoppiare a ridere Henry. Li guardo storti, anzi, lo guardo storto.
<<Cole Jones, preparati al cuscino infernale della sottoscritta>>lo picchio con il cuscino, ma lo prende e non mi resta altro che scappare. Vado dietro a Henry, ma resta dalla parte del suo migliore amico e non mi copre. Gli do dello stronzo e corro più veloce che posso. Sento gli sguardi dei ragazzi maliziosi e divertiti insieme a quello del barista e sguardi omicidi da parte delle oche. La mia corsa finisce che vado incontro a qualcosa...o meglio qualcuno. Alzo lo sguardo e vedo il ragazzo che frequenta il mio corso di francese. Non ci penso neanche un attimo che lo prendo come scudo. Inizia a ridacchiare.
<<ROXY DAVIS, SAPPI CHE VERRAI SEPOLTA CON IL TUO STESSO CUSCINO TRADITORE>>scoppio a ridere. Poi Cole mi individua e mi prende a sculacciate con il cuscino fino a farmi cadere a terra. Merda, io come pigiama ho una canotta e dei pantaloncini. Solo ora me ne accorgo. Si butta su di me con l'intenzione del solletico, ma riesco a liberarmene.
Merda! Ho il fiato come se ho corso 24 ore su 24. Il cuscino ormai è a terra. Finisce la mia corsa di nuovo e mi fa il solletico sui fianchi.
<<COLE JONES, GIURO CHE TI UCCIDERO' CON LE MIE STESSE MANI SE NON LA SMETTI E TI CASTRO QUELLE PALLE CHE HAI FACENDOTELE INGOIARE E CAGARE CON LA DIARREA SENZA FINE E NON AVRAI FIGLI IN FUTURO>>urlo di getto. Solo ora mi rendo conto di cosa aver detto. Davanti a tutti. Finalmente si ferma e mi guarda. Scoppia a ridere seguito dagli altri, ma che cessano.
<<non è il comportamento adeguato per mio figlio e chissà se questa insolente influenzi anche mia figlia!>>esclama una voce sconosciuta. Cole è pietrificato sul posto, mentre tutti gli altri studenti, sono ritornati a fare le loro cose. Mi giro e trovo una signora sulla quarantina. Mi scruta dall'alto con un atteggiamento da fare superiore. Mi avvicino a lei.
<<c'è qualche problema?>>chiedo.
<<si, c'è una brutta istruzione qui>>dice.
<<e lei chi dovrebbe essere?>>chiedo inarcando un sopracciglio.
<<sono la madre di Cole e Hope, insolente che non sei altro>>a questo punto mi ribolle l'anima, ma cerco di mantenere la calma.
<<si calmi, signora. Possiamo portare avanti questa discussione in un luogo più appartato?>>chiedo in modo gentile. E la parola "gentile"non è da me, ma le persone che sono qui all'UCLA e che sono mie amiche, mi hanno addolcita un po'. Non credo che sta vecia voglia finirla qua e andare in un luogo più appartato. Avanza di un passo e alza la sua mano per darmi uno schiaffo, ma un'altra mano la ferma prima di me.
<<non toccarla>>
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La mia bellissima cazzata di sempre
RandomRoxy, non è la ragazza come tutte le altre, rimane fredda e distaccata dal mondo per non soffrire di nuovo. Fa gare clandestine come se fossero un gioco. Per lei è tutto un gioco! Ma tiene nascosta la sua identità, nessuno sa il genere perciò la chi...