Gli auguri festosi dalla mia parte pazzerella ti sono già arrivati questa mattina... lo so. Ma ora che sto per addormentarmi, emerge spontaneamente la parte di me che solitamente mi fa creare, dipingere, scrivere, sognare, fantasticare, piangere di malinconia, o commuovere dalla gioia.
È in questo modo che le mani a un certo punto iniziano a scrivere poesie e pensieri, quasi senza rendersene conto... senza sforzarsi di farlo.
Questa mattina dopo averti fatto gli auguri, pensavo a te, a Ste, a fagiolo... a noi.
Poi osservavo attraverso gli occhi del mio cuore il sogno che Dio ha dipinto sulla tela dei nostri.
Vedevo un puzzle. Ciascuno di noi ne costituiva un pezzo, e ogni parte stava custodendo preziosamente un dettaglio unico, meravigliosamente autentico, vero, come a ricordare la verità di Cristo, perciò stupendamente diverso, proprio come lo fu lui, spiccando come una "follia" in mezzo all'omologazione religiosa.
Ecco la bellezza della diversità che invece di allontanarsi si abbraccia, fino a trasformarsi in unicità rara.
Fino a divenire l'inchiostro che scriverà la favola che ha in mente il Signore.
Fino a divenire il pennello che dipingerà un'opera d'arte ispirata dalla creatività del Creatore.
Tante fragranze diverse mescolate insieme che daranno vita qui sulla terra, al profumo dei fiori che per ora, esiste solo in cielo.
Cuori diversi ma amalgamati, come fossero lo scrigno di un tesoro celeste da custodire.
Mi guardavo dentro... sentivo i miei desideri più profondi. Quelli che consideravo "superati" e persi per sempre. Per anni ho sperato, perché umanamente lo credevo possibile. Poi la vita mi ha costretta ad abbandonare questa speranza, ritenendola ormai irrealistica, dunque irrealizzabile. Per tutta la mia infanzia ho fatto spesso lo stesso identico sogno, ripetuto più volte. Immaginavo che mamma e papà arrivassero da me e all'improvviso mi dicessero "Cri dobbiamo dirti una cosa..." e io nel sogno sapevo già il continuo di quella frase... alcune volte era "avrai un fratellino", altre invece, "avrai una sorellina".
Il sesso per me non era rilevante. Rilevante era la mia sensazione di gioia intensa, al pensiero di condividere questa vita con qualcuno di simile a me, che ha parti di me dentro, che "appartiene" a me e al quale "appartengo", poichè apparteniamo alla stessa famiglia, condividendo la stessa mamma e lo stesso papà.
Come qualcuno a cui vorrò tenere la mano e al quale importerà tenere la mia, nel bene e nel male, per sempre.
Qualcuno che anche se si allontanerà per un tempo, non potrà mai abbandonarmi, nemmeno volendolo... perché anche andandosene, porterà comunque con sè un pezzo di me... essendo "nostri" reciprocamente.
Per intenderci lo paragonerei a un migliore amico, o una migliore amica.. ma in realtà la sensazione provata nei miei sogni, si riferiva a un sentimento ancora più speciale, a un legame ancora più profondo, rispetto a quello di queste due parole, seppur meravigliose.
Mentre meditavo tutto ciò, ho provato una gratitudine così forte verso Gesù... perché contro la mia razionalità umana, ha reso possibile un sogno che da sola, avrei per sempre reputato ormai impossibile da realizzare.
Spesso tra cristiani si sente dire la classica frase "sei un dono per me"... ma la usiamo così spesso, che a volte pronunciarla, sembra aver perso di valore. Quasi come fosse una frase di circostanza... "religiosa".
Ecco... vorrei che provaste ad andare oltre il pensiero normale, oltre l'apparenza di queste parole così semplici, per riuscire ad assaporarne l'essenza con cui la mia anima desidera dedicarvela.
Voi siete davvero, realmente, sul serio, a tutti gli effetti, un dono piovuto dal cielo, come fosse pioggia pura, che è scesa per innaffiare il terreno dei miei sogni ridotti a un deserto, a causa della siccità della mia realtà sulla terra.
Ogni vostra goccia, come una carezza da parte del cielo, sopra le mie paure. Ogni abbraccio, come un mantello che mi protegge, mandato da nostro Padre.
Ogni mio errore, come una benedizione contro il mio orgoglio, come una grazia dal cielo regalatami per imparare l'umiltà e il perdono.
Le vostre braccia sempre aperte, ogni volta che mi sono voltata per guardarvi, pronte a ricordami l'amore puro e perfetto del Padre, lassù, che non desidera altro che accogliermi, pulita o sporca che sia, noncurante della mia "puzza".
Ogni vostro sorriso, quando sorrisi non avevate, perché la mia vita non li dipingeva sui vostri volti, mi ha ricordato come l'amore di Dio verso di me non cambia mai, nonostante io possa cambiare.
Quegli occhi e quel sorriso, come a ricordami il volto di Gesù, che mi promette "non temere, io non ti lascerò e non ti abbandonerò".
Per ogni pranzo e ogni cena mangiata insieme, che mi ha mostrato la spontaneità della Vita chiamata Gesù.
Ogni momento in cui insieme abbiamo chiuso gli occhi, e cantato a quel Dio così divinamente umano, così "immensamente piccolo", tanto da farsi umile come la statura dei nostri cuori, pur di starci dentro.
C'è un luogo che sogniamo ad occhi aperti.. e sappiamo bene quale sia.
Ma aldilà di come sarà, casa non è solo un luogo.
Casa è molto di più.
Tipo quando vi penso.
Doveva essere una frase dolce per augurarti buon compleanno... ma ho fatto fare a Gesù quel che voleva delle mie mani, ed è uscito questo, per voi.
Vi voglio un bene immenso. Grande come il Regno dei cieli,
dato che è eterno.
#lfdc🎀 10/12/20 22,42