24.So Sorry

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"Don't blame me,love made me crazy"

Don't Blade Me-Taylor Swift


Quando Harry si ritrovò davanti al viso di quella che doveva essere la donna della sua vita si pentì di aver anche solo pensato di chiarire. Le mani strette a pugno nelle tasche del pesante cappotto nero,scrutava la rossa ad occhi spenti.
Ginny aveva le palpebre strette a due fessure,le labbra tanto premute tra loro che andarono a formare una sottile linea color ciliegia. Era così pallida che le lentiggini risaltavano come spruzzi di sporco,gli occhi contornati da profonde borse viola dimostravano quanto poco avesse dormito.
Con le braccia incrociate sotto al seno,squadrava Harry come se fosse stato la peggior feccia del Mondo Magico.

Harry sospirò sotto quello sguardo adirato << Non sono venuto per litigare >> disse.

Imbarazzato,era solo imbarazzato,non seppe neanche lui come fece a non arrossire. Alzò gli occhi e li puntò in quelli di Ginny. Lei non riuscì a dire di no a quegli occhi. Harry si sentiva fuori posto,sulla soglia di quella che doveva essere casa sua.
Passò un minuto,forse due,poi sciolse le braccia dalla posa stretta che aveva tenuto fino a quel momento e poggiò una mano al bordo della porta << Entra,sto congelando >>

Si accostò di più alla porta e fece entrare Harry in silenzio.
La sua casa la ricordava proprio così com'era. Niente era cambiato in tutte quelle settimane: la lampadina tremolante nel salotto,le coperte di pile sul divano,la grossa libreria impolverata e le porte della camera da letto e del bagno sempre chiuse. Le cornici con le loro foto preferite,che ritraevano i loro amici,i loro genitori o più semplicemente loro due,erano ancora sparpagliate per la stanza.
Ginny richiuse la porta e si passò le mani lungo le braccia un paio di volte nel tentativo di scacciare il brivido di freddo che le aveva attraversato la schiena. Guardò distrattamente l'uomo di fronte a lei e si diresse in cucina invitandolo a seguirla.
Aprì la dispensa in cui facevano bella mostra decine di barattoli di spezie e tazzine di tutte le forme e colori.
Ne prese una chiara piuttosto alta,Harry intanto aveva tolto il cappotto dalle spalle,sistemandolo su una delle sedie e sedendosi poco dopo.

<< Vuoi del thè? >> gli chiese la donna ancora di spalle,macchinava con una serie di pentolini alla ricerca di quello più piccolo.

<< Si grazie >> rispose incerto Harry. Ginny sospirò.

<< Perché sei venuto Harry? >>

<< Credo che tu sappia bene il motivo >> disse,per poi mettere la mano in tasca e poggiare l'anello sul tavolo.

Ginny sospirò di nuovo mentre metteva sù l'acqua per il thè

<< Non volevo davvero trattarti in quel modo,scusa >> disse lei

<< Perché? >> chiese Harry

<< Perché cosa,Harry? >> Ginny sembrava spazientita. Quella domanda era così stupida.

<< Perché è successo tutto questo >>

<< Le cose tra noi non andavano bene da un po',Harry. Quelle cose che ti ho detto,non le penso veramente,sai che non hai colpe e non avrei mai dovuto rinfacciarti tutte quelle cose,ti chiedo scusa per questo >>
L'acqua nel pentolino iniziava a bollire,quindi Ginny si voltò per prendere le bustine dalla scatola.

<< Lo capisco,eri arrabbiata con me. Ma Gin',se andava tutto così male per te perché non me ne hai parlato fin da subito,senza fare scenate? >>

Ginny smise di riempire due tazze con l'acqua bollente e si voltò

<< Perché l'unica volta in cui ho avuto il coraggio di tornare da te per farti tornare a casa,per parlare dei nostri problemi,tu eri tranquillo nel tuo ufficio a sghignazzare con Malfoy per chissà cosa >>

Posò lo sguardo sull'anello luccicante.

<< Sinceramente,pensavo di trovarti abbattuto, speravo di mancarti >>

<< Ma tu mi mancavi Ginny,mi manchi anche ora >> ribattè Harry,le mani ora allungate sul tavolo

<< Ammettilo Harry,non mi hai pensata nemmeno una volta. Forse solo all'inizio ma poi- >> esitò << da quando è arrivato Malfoy non hai fatto altro che pensare a lui >>

Ginny sospirò e passò la tazza fumante al moro,che se la strinse tra le mani apprezzando il formicolio che gli risalì per le dita fredde

<< Ho solo cercato una distrazione >>

<< Io non ce la faccio più Harry. Hai sempre fatto così:discussione,distrazione,discussione,distrazione. Alla fine sono sempre io a venirti dietro per trovare un modo di sistemare le cose. Sinceramente mi stupisce che sia venuto tu questa volta >>

Quella volta Ginny non aveva urlato,non lo aveva cacciato di casa e non gli aveva lanciato contro nessun oggetto,ma le parole che gli disse e la sua calma furono più dolorose di qualsiasi arma che potesse scalfirlo. Lo pugnalarono dritte al cuore. Non perché lui non sapesse,anzi,in quegli anni aveva imparato a conoscere se stesso meglio degli altri,sapeva di essere stato sempre scorretto con lei. Sin dalle piccole e sporadiche discussioni che avvenivano agli inizi della loro relazione,fino ad ora,quando le discussioni erano decisamente di grande portata e molto più frequenti. Harry sapeva benissimo di averle fatto del male in tutti quegli anni a causa del suo tremendo orgoglio,la cosa che più lo uccideva era proprio quella. La consapevolezza di averla ferita.

<< Mi dispiace >> disse sincero

Ginny lo sapeva che lo era per davvero,perché anche se erano le due parole che terminavano sempre i loro chiarimenti e che quindi con il passare degli anni sarebbero potute sembrare più che fasulle,lei sapeva. Conosceva Harry e riconosceva la sincerità nei suoi occhi lucidi e nella sua voce lievemente incrinata.

<< Lo so,Harry. Ma forse è meglio finirla così,per il bene di entrambi >>

Costò molto a Ginny dire quelle parole. Deglutì. Dopo tutti quegli anni,dopo tutti i momenti passati insieme,a gioire,a sostenersi,ad essere uno la spalla dell'altro. Aveva l'impressione di sentirsi terribilmente svuotata,ma allo stesso tempo così sollevata. Perché quel posto accanto al suo cuore che ora Harry aveva lasciato,prima si era fatto così opprimente che tutto ciò che vi era intorno era diventato sempre più soffocante.
Finirono di bere il thè in silenzio,scambiandosi di tanto in tanto delle occhiate dispiaciute. Quando la tazze furono vuote Harry capì che era meglio andare via.

<< Gin >> disse poggiando la tazza sul tavolo con un lieve tonfo

<< Si? >>

<< Rimarremo amici vero? >> il tono di Harry era carico di speranza,pensò Ginny,e forse anche un po' di paura.

<< Non potrei mai starti lontana >> ad Harry,quelle parole e il sorriso che gli riservò subito dopo,bastarono.

Harry annuì sorridendole a sua volta,quando lo accompagnò alla porta non riuscì a trattenersi dal dire delle parole che avrebbero potuto rovinare la loro tregua o che in caso contrario,avrebbero solo migliorato il loro rapporto.

<< Dagli una possibilità >>

Ginny lo guardò in silenzio << Lo sto già facendo,non credi? >>

Harry annuì,si voltò e se ne andò da quella che ora non era più casa sua.
Ginny chiuse la porta,poggiò la schiena su di essa con un sospiro e,inaspettatamente,sorrise.







guilt and feelings-DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora