50.Epilogue

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GIURO SOLENNEMENTE DI NON AVERE BUONE INTENZIONI

Ho scritto questo epilogo in due giorni,non perchè non avessi l'ispirazione-anzi- ma perchè non riuscivo a credere che questa storia fosse finita. Ho iniziato a scriverla esattamente 3 anni fa ed ora,dopo averla resa come l'avrei voluta leggere sin dall'inizio,ho solo lacrime da versare.
La sua scrittura mi ha accompagnata in un periodo difficile,in cui lì'unica via d'uscita era immergermi in una realtà immaginaria,quella creata dalla Rowling con Harry Potter.
Mi sono appassionata a questa storia ogni giorno,ad ogni singolo capitolo.
Sono felice,per averla terminata,ma terribilmente triste per lo stesso identico motivo.
Lunedì per me inizierà un nuovo anno scolastico e non so se avrò il tempo per scrivere ancora,ma l'idea di un'altra Drarry(questa volta ambientata al così detto "ottavo anno") bazzica tra i miei pensieri già da un po'. Chissà,magari un giorno tornerò qui per pubblicarvela.

Ringrazio a tutti coloro che hanno letto questa storia,ringrazio chi lo farà in futuro,chi ha lasciato una traccia del suo passaggio e ha commentato.

Grazie davvero a tutti.

Ora vi lascio all'epilogo di questa storia,con le lacrime agli occhi e il cuore colmo di gioia.

FATTO IL MISFATTO

"Half's my life

In books,written pages

Live and learn from fools and

From sages
You know it's true

All the things come back to you"

Dream On-Aerosmith

5 giugno 2015
18.00


Aprì il cassetto in basso a destra della scrivania,una spessa pila di fogli bianchi e scritti a macchina occupava il fondo. Sospirò,guardandosi attorno e osservando i dettagli di quell'ufficio di cui molte volte aveva analizzato i dettagli.
Due cornici nere erano posate sulla scrivania accanto al calamaio pieno d'inchiostro. Una era la vecchia foto di lui e Ginny che conservava nel suo ufficio al Ministero,che era ormai diventato di Draco. L'altra era una foto risalente a circa due anni prima,rappresentava lui e il biondo il giorno del loro matrimonio. Proprio come la prima,non era una fotografia magica e quindi non si muoveva,ma ricordava alla perfezione il momento in cui era stata scattata.
Harry,senza giacca e cravatta,le maniche della camicia tirate su fino ai gomiti,i capelli lucidi e un enorme sorriso in viso. Le sue braccia lo avvolgevano,una mano era posata su una sua spalla e l'altra era stretta alla sua. Le labbra di Draco erano stese in un sorriso,le sue guance erano imperlate di sudore e i suoi occhi erano luminosi. I capelli erano mossi verso un lato,parzialmente incollati alla sua fronte. Una sua mano era stretta a uno dei fianchi del moro,l'altra aveva le dita intrecciate a quella del moro. La sua camicia nera rifletteva le luci stroboscopiche della pista da ballo del loro matrimonio.
Sorrise guardando quelle foto,metà della sua vita rappresentata in sole due cornici.
Su una delle due poltrone di pelle nera due sciarpe erano piegate con cura sul bracciolo. Erano di Serpeverde,Scorpius e Albus le avevano dimenticate lì il giorno in cui erano tornati da Hogwarts e nessuno si era ancora preso il disturbo di spostarle da lì.
Spostò gli occhi sull'arazzo che occupava sempre la stessa parete,si era modificato ulteriormente negli anni ma il vuoto lasciato dal nome di Sirius era ancora lì.
Il cassetto ancora aperto alla sua destra,lo fissò.

Draco era sempre stato una costante nella sua vita. Aveva visto per la prima volta quel bambino biondo in un negozio a Diagon Alley,si era subito vantato di cose che Harry non poteva capire.
Quando sulla larga scalinata che portava alla Sala Grande si era presentato come Draco Malfoy,porgendogli la mano insultando quello che al momento poteva considerare il suo unico amico,si disse che non avrebbe mai avuto a che fare con persone come lui,perché lui,le sue amicizie le sapeva scegliere.
Ma,inevitabilmente,con lui ci aveva avuto a che fare per tutto l'anno e per quelli seguenti.
Harry all'inizio aveva creduto che Malfoy avesse deciso che se il leggendario Harry Potter non lo avrebbe accettato come suo amico,allora avrebbe dovuto sopportarlo come suo nemico.
E così era stato,per anni.
Tra dispetti,insulti,scherzi,prese in giro. Per i primi quattro anni tutto si era limitato a parole,azzuffate,e rivalità sulla scopa. Poi,con il passare degli anni,tutto si era fatto più serio.
Dopo la resurrezione del Signore Oscuro,al Torneo Tre Maghi alla fine del quarto anno,qualcosa era cambiato.
Perché Harry Potter non era più una persona da idolatrare,ma da temere. Perché era un bugiardo,un meschino.proprio come Silente. E in quel periodo Harry capì cosa passassero ogni giorno i Serpeverde,perché tutti i maghi che sono finiti per fare cose orribili erano dei Serpeverde.
Nessuno però credeva alle parole di Harry,i suoi amici gli stavano alla larga,La Gazzetta del Profeta e il Ministero stesso infangavano il suo nome e quello di Silente.
Ed Harry aveva sempre sospettato di Draco,perché suo padre era un Mangiamorte,lo aveva visto,riconosciuto nella cerchia di uomini mascherati che avevano seguito Voldermort nella resurrezione.
Al sesto anno,quella seria ventosa e fredda sulla Torre di Astronomia,aveva confermato ogni suo dubbio.
Piton era un Mangiamorte,Draco era un Mangiamorte,loro erano i nemici,dovevano esserlo.
Ma Harry non riuscì mai a pensarla in quel modo,né quella sera,quando il biondo aveva abbassato la bacchetta di fronte alle parole cariche di speranza di Silente,né per tutto l'anno successivo.
Non su Draco almeno.
Non era riuscito a pensare a lui come un vero e proprio nemico perché li aveva protetti,aveva mentito per lui davanti a Bellatrix,sua madre e suo padre,pur di non consegnarlo al Signore Oscuro e proclamare vittoria. Gli aveva lanciato la sua bacchetta durante la battaglia finale,poi era scappato senza combattere.
Ed Harry quella volta si disse che per quanto un Serpeverde fosse codardo,un vero Mangiamorte non sarebbe mai scappato dinanzi alla possibilità di combattere il nemico.
Forse lo aveva realizzato troppo tardi,ma a quello che a lui e i suoi amici piaceva chiamare l'ottavo anno, aveva capito ogni cosa. Aveva capito come mai il biondo non lo stuzzicava più con i suoi soliti giochetti,se ne stava da solo con Zabini e la Parkinson,spesso e volentieri nella loro Sala Comune o la sera al Lago Nero. Non voleva farsi vedere da nessuno,tutti conoscevano la verità,tutti sapevano il razza di mostro che fosse diventato.
Le persone lo evitavano e per quanto questo giovasse all'entusiasmo di Ron e Hermione,ad Harry un po' dispiaceva.
Realizzò solo quell'anno che il solito Malfoy prepotente e spocchioso gli mancasse.

guilt and feelings-DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora