3.Fellows

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"You've seen how i've grown.

You took all my doubts,

'cause you were home"

Control-Zoe Wees

Draco Malfoy uscì dal bagno 20 minuti dopo,si sentiva rinato,finalmente pulito. Odiava ammetterlo a se stesso e ancor dii più si rifiutava di dirlo ad alta voce,ma il moro si era dimostrato gentile e disponibile nei suoi confronti.

Harry era piegato sulla scrivania,era tornato da poco da una breve chiacchierata con il Primo Ministro e quando lo vide uscire dal bagno lo guardò quasi compiaciuto.
Escluse le battute taglienti e le occhiate affilate che gli aveva rivolto,aveva faticato a riconoscere il ragazzo che aveva interrogato,ma ora colui che gli si parava davanti gli ricordava perfettamente il Draco Malfoy degli anni ad Hogwarts: i capelli biondo platino che prima erano eccessivamente lunghi e sporchi ora ricadevano corti e ordinati sulla fronte,gli occhi grigi chiari come l'acqua,il viso pulito e dannatamente pallido,ma disteso ed elegante.
Solo in quel momento si accorse di quanto in realtà fosse magro. La felpa che Harry gli aveva prestato era di almeno una taglia più grande nonostante il biondo fosse più alto e slanciato rispetto a lui,i jeans erano stretti sulle gambe snelle e il viso era leggermente scavato.
Il moro quasi si pentì di non avergli offerto nulla da mangiare,conoscendo il suo stato da vagabondo. Lo invitò nuovamente a sedersi di fronte a lui con l'intenzione di rimediare.
Il suo spirito Grifondoro non lo abbandonava mai,notò. In fondo bisognava avere coraggio con Draco Malfoy.

Mentre il biondo si sedeva in una posizione composta sul divano,cozzando completamente con la qualità dei vestiti che aveva addosso,Harry si piegò dietro la scrivania aprendo tutti i cassetti in cerca di qualcosa da dare all'ex Serpeverde.
Trovò due barrette di cioccolata con nocciole e ne prese una dopo aver controllato che non fosse scaduta. Gliela porse,consapevole dell'insolito gesto che doveva star compiendo agli occhi dell'altro.

Infatti,lui la guardò sospettoso e con le sopracciglia inarcate.

<< Non è avvelenata Malfoy >> disse il moro alzando gli occhi al cielo. Quel ragazzo si sarà mai fidato di qualcuno che non fosse sé stesso?

Il biondo sbuffò sonoramente ma sentì il suo stomaco supplicarlo di prendere la barretta dalla mano di Potter,così si arrese fingendosi riluttante. Staccò un paio di cubetti con uno schiocco e se li portò alla bocca,assaporando quel sapore dolce che per anni non aveva più sentito sulla lingua.

Gli porse indietro il resto ma l'altro rifiutò scuotendo il capo

<< E' tutta tua,non ho altro al momento ma appena arriverà l'ora di pranzo andrò a prenderti qualcosa dalla mensa del Ministero >> Harry si alzò dalla scrivania e fece il giro di essa,poggiandovisi mollemente contro con i fianchi e guardando il biondo che incurante ritirava la mano e continuava a mangiare con lentezza. Il moro sentì la punta di una scatola di plastica del cibo surgelato spingergli contro la schiena. Cazzo,pensò,l'ufficio era un disastro. Non se ne era veramente preoccupato fino a quel momento,in fondo non aveva avuto il tempo per sistemare. Decise di continuare a far finta di niente.

<< Mentre eri in bagno sono andato da Shacklebolt. Sei affidato al sottoscritto,quindi passerai le giornate qui >>
Harry ricambiò il ghigno sulle labbra di Malfoy con uno sguardo che diceva tutto: fammi passare le pene dell'Inferno e te ne pentirai. Il biondo decise di prolungare il silenzio per un po',ma poi lo interruppe lui stesso

<< Sempre così disordinati voi Grifondioti,vero Potty? >> chiese,gli occhi lasciavano vedere il divertimento che lo aveva scosso a quella domanda.

Harry lo guardò e gli rubò un pezzo di cioccolata dalle mani
<< Sempre così pungenti voi Serpi,vero Malferret? >>

Il biondo ghignò e si trattenne dal ridacchiare mettendo in bocca l'ultimo pezzo di dolce.
A Harry stranamente,ma forse mica tanto,quel ghigno era mancato.
E a Malfoy stranamente,ma forse mica tanto, quel tono di sfida era mancato.




Erano passate ben sette ore da quando avevano ritrovato il corpo di Theodore Nott a Londra e Harry Potter ancora non aveva notizie da Blaise. Strano,pensò,dovrebbe aver avuto tutto il tempo per gli accertamenti. Fu in quel momento che Ron entrò nel suo ufficio dicendogli che dovevano andare nel suo studio medico.
Malfoy si era steso sul divano e si era addormentato con sopra la coperta blu,accompagnato dal calore del fuoco. Harry lo guardò,sembrava così innocente.

Ron,come suo solito,era entrato senza bussare. Lanciò un'occhiata al nugolo di coperte sul divano ed emise un sospiro seccato.

<< Sveglialo,dobbiamo andare da Blaise >> Harry annuì in risposta.

<< Non rendere le cose più difficili di quanto già non siano,Ron,lo sai che è l'opzione migliore >> si spostò dalla finestra e raggiunse il rosso vicino alla porta.

<< Si,certo >> borbottò. Si voltò e chiuse la porta alle sue spalle. Lo aveva guardato stranito,odiava ammetterlo,ma forse un po' gli dispiaceva per quel ragazzo dalle compagnie discutibili.

Harry guardò Malfoy,indeciso su come svegliarlo. Insomma doveva scuoterlo finché non avesse sentito gli organi interni rimbalzare? Schiaffeggiargli una guancia per toglierli quel cadaverico pallore dalla faccia? Tirargli i capelli nel tentativo di trovarne anche solo uno di un colore diverso? O magari doveva solo chiamarlo a suon di insulti?

<< Come lo sveglio? >> decise di esternare i suoi dubbi al rosso,che scambiò il suo sguardo spaventato con un'espressione sconvolta.

<< Oh no,è un tuo problema,non guardare me >> cercò di richiamarlo,ma l'amico era già filato via chiudendosi la porta dietro e,nella fretta,facendo un gran baccano.

Il ragazzo sul divano mugugnò un paio di volte,poi aprì gli occhi.
Inizialmente vide sfocato,poi si ricordò dove si trovasse e si alzò di scatto a sedere,la coperta scivolò lungo il petto e Harry fece in tempo a spostarsi vicino alla porta per sfuggire il prima possibile alla sua lingua molesta e ai lampi nei suoi occhi.

<< Sono le undici passate e non posso lasciarti qui da solo,mi sono già preso una strigliata da Shacklebolt per averlo fatto prima. Perciò ora alzi il culo dal divano e mi segui. Dobbiamo andare dal medico legale >> Harry parlò velocemente e non diede a Malfoy il tempo di ribattere che sparì subito dietro la porta. Imprecò e,un po' più lucido,si infilò le sue vecchie scarpe e uscì dall'ufficio.
Molta gente lanciava occhiate poco amichevoli nella sua direzione,ma non ci diede peso. Durante l'anno extra per i M.A.G.O. si era più che abituato.

<< Stiamo andando da Zabini, mi dispiace che tu debba vedere Nott o sentire ciò che gli hanno fatto,ma sono le regole >> disse Harry camminando davanti a lui,sicuro che l'altro lo stesse seguendo.

Malfoy parlò con tono ghiacciato
<< Ho visto ciò che gli hanno fatto e anche di peggio,vederlo ripulito da del sangue incrostato non cambierà le cose >>

Il moro lasciò cadere il discorso e il biondo parve apprezzare.
Poco dopo aver svoltato a destra un altro paio di volte si trovarono di fronte a una porta bianca dalle venature invisibili,al centro su un rettangolo di metallo nero sfoggiava un nome scritto in oro

Blaise Zabini
lesse Draco,e solo in quel momento si rese realmente conto di ciò che significava oltrepassare quella porta.

Harry la aprì e gli fece segno di entrare per primo,le voci nella stanza si zittirono improvvisamente e quattro teste si voltarono verso di lui,mentre la porta si chiuse alle spalle del Capo.
Draco riconobbe immediatamente Blaise Zabini,in piedi dietro un tavolo di acciaio con sopra un corpo steso e ricoperto da un lenzuolo bianco. Aveva delle leggere occhiaie agli occhi e probabilmente era più alto di quanto ricordasse,ma era sempre lo stesso. Quello era sempre Blaise,e lo capì subito.
L'uniforme da Medimago,bianca come il latte,e in mano una cartellina piena di numeri e tabelle e una penna babbana lo mostravano impeccabile per il suo ruolo.
Gli altri tre avevano la divisa da Auror,che però era diversa da quella di Potter: mentre quella del moro aveva delle fasce dorate ai bordi del mantello e sui dettagli della camicia,quelle di fronte a lui avevano le fasce di un rosso vermiglio.
Vide Weasley dietro al tavolo accanto a Zabini,solo in quel momento notò un piccolo accenno di barba e il viso meno paffuto. Un altro ragazzo sulla destra del tavolo,i capelli castani e sbarazzini,gli occhi neri come la pece e le labbra sottili quasi quanto le proprie,lo guardava dal basso verso l'alto.
L'unica ragazza aveva i capelli neri e due occhi blu che non riuscivano a incrociare i suoi,probabilmente per soggezione.

guilt and feelings-DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora