♔ 𝐒𝐨 𝐟𝐚𝐫 𝐚𝐰𝐚𝐲 ♕

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Avevo osservato quella chiave per non so quanto tempo, indeciso sul da farsi

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Avevo osservato quella chiave per non so quanto tempo, indeciso sul da farsi.

Il suggerimento di Seokjin era chiaro, ma davvero Jungkook avrebbe voluto vedermi dopo ciò che aveva sentito? E, soprattutto, davvero avrebbe voluto vedermi nel suo rifugio?

Alla fine, mi alzai dal prato su cui ero ancora seduto, dirigendomi verso la biblioteca, stringendo con forza quell'oggetto fra le mani, come se fosse una cosa preziosissima.

Pensandoci, però, lo era eccome.

Quella piccola chiave dorata garantiva l'accesso al mondo di Jungkook, il posto in cui si mostrava indifeso, senza alcuna barriera e, in cui, il buio non sembrava raggiungerlo.

Una volta ritrovato mi davanti la porta, tutto il mio coraggio sembrò svanire.

Cosa gli avrei detto una volta entrato?
Certo, mi sarei scusato, ma lui mi avrebbe creduto?
Dato il modo in cui lo trattavo e tutte le proteste che avevo tirato su da quando avevo saputo del matrimonio, di sicuro avrebbe pensato che stessi mentendo.

C'erano stati attimi in cui mi sembrava che avesse capito cosa mi portavo nel cuore.
Come se avesse individuato perfettamente la causa per i miei comportamenti e mi ero sentito al sicuro.
Perché, in quel modo, non mi sarei dovuto giustificare per le mie azioni.

Ma avevo sbagliato anche su questo.

Con un sospiro, infilai la chiave nella serratura, cercando di girarla il più silenziosamente possibile, non volendo che mi sentisse dall'altra parte, per poi scappare da chissà quale passaggio segreto.

Era proprio come il coniglio di Alice nel paese delle meraviglie: quando pensavi di averlo acciuffato, riusciva a fuggire in qualche piccolo buco, lasciandoti sconsolato e al suo inseguimento.

Una volta che il panorama della biblioteca si parò davanti ai miei occhi, squadrai la stanza da cima a fondo con un sentimento ambivalente nel petto: da un lato speravo che fosse lì, in modo da sistemare le cose ma, dall'altro, avevo paura di quello che avrei potuto trovare nel suo sguardo.

Non ero pronto ad affrontare di nuovo la sua espressione di dolore e non pensavo lo sarei mai stato.

Perché per le persone come Jungkook, quelle che ti chiudono fuori dai loro sentimenti, mostrarsi deboli è un avvenimento raro ma quando accade ti paralizza.
Perché ti rendi conto che sono arrivati ad un punto limite di sopportazione.
Che una determinata azione li ha davvero feriti e finisci per chiederti quanto abbiano affrontato prima di arrivare a questa tortura.

E la sua figura la trovai lì, nell'angolo più nascosto della stanza.

Era seduto contro la libreria, come la scorsa volta, solo che, adesso, non aveva alcun volume enorme fra le mani, ma il viso rivolto verso il soffitto, in contemplazione.

Moonchild // TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora