♔ 𝐈 𝐰𝐚𝐧𝐭 𝐢𝐭 𝐭𝐨 𝐛𝐥𝐨𝐨𝐦 ♕

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Quando mio padre mi aveva proposto di rimanere un mese al castello Jeon, come prova, mi ero ribellato, sostenendo che questo matrimonio mi stava rovinando la vita, così come avrebbe fatto quel principino dallo sguardo enigmatico

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Quando mio padre mi aveva proposto di rimanere un mese al castello Jeon, come prova, mi ero ribellato, sostenendo che questo matrimonio mi stava rovinando la vita, così come avrebbe fatto quel principino dallo sguardo enigmatico.

E, invece, eravamo arrivati quasi alla fine dei giorni e la cosa mi faceva paura.

In questo lasso di tempo erano successe così tante cose che quasi non avrei saputo elencarle, ma quella più eclatante, quella a cui non smettevo di pensare era che, finalmente, ero riuscito ad avvicinarmi a Jungkook.

Certo, ero sicuro che la strada da fare fosse ancora tanta, ma riuscivo a leggerlo nelle sue iridi che ora si fidava di me. Aveva messo da parte la sua barriera per permettermi di vedere le sue ombre e, per quanto mi facessero paura, significava che mi stava dando l'occasione per farle svanire.

Stavolta, allungando la mano, ero certo di riuscire a toccarlo.
Perché Jungkook non si sottraeva più dal mio tocco.

Aveva abbassato le difese, riempiendomi il cuore di un'emozione che non sapevo identificare.

Perfino da parte di Jin vedevo una contentezza che non faceva altro che dare più luce al palazzo, facendomi accorgere che, in realtà, non era mai stato inquietante o scuro come pensavo... Semplicemente, era come uno specchio: meno luce Jungkook emanava, meno questa si rifletteva nella struttura.

Ma ora, mentre il corvino sorrideva, si lasciava andare, si comportava come se la notte potesse non essere eterna, il sole sembrava splendere di più.

Proprio questo, pur filtrando dalle tende, non sembrava svegliare Pollicino per niente al mondo, contrariamente a quanto accadeva prima.

Tenendolo ancora fra le mie braccia, gli accarezzavo delicatamente i capelli, sentendo il cuore mancare un battito ogni volta che mi rendevo conto che non mi avrebbe fermato. Che non si sarebbe allontanato.

Tutte queste sensazioni mi facevano paura, tanto da farmi comportare come avevo fatto qualche giorno prima, durante la lezione di ballo, dicendo cose sbagliate solo per sentirmi meglio.
Per mentire a me stesso e farmi credere che ancora odiavo i maschi.
Che con Jungkook sarebbe stato lo stesso.

Ma era impossibile continuare con quella bugia.

Perché lui non era come tutti gli altri.
E aveva bisogno di me.

«Le tue mani sono freddissime»

Al suo mormorio, mi riscossi da quei pensieri, puntando lo sguardo sui suoi occhi, ancora socchiusi e il piccolo broncio che aveva sulle labbra.
Carino.

«Ma se sono sempre più calde delle tue! Tu sembri essere uscito da un congelatore» ribattei, non togliendo le mani da quelle ciocche scure nemmeno quando si girò su un fianco, verso di me, per osservarmi meglio.

«Mai sentito parlare del principe di ghiaccio?»

«É così che ti chiamano? Oltre che "rottura di palle", certo»

Moonchild // TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora