♔ 𝐈 𝐡𝐚𝐭𝐞𝐝 𝐦𝐲 𝐥𝐢𝐟𝐞 𝐛𝐮𝐭 𝐭𝐡𝐞𝐧 𝐈 𝐦𝐞𝐭 𝐲𝐨𝐮 ♕

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Ci avevamo messo esattamente una settimana per organizzare il tutto con i giornalisti e la TV

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Ci avevamo messo esattamente una settimana per organizzare il tutto con i giornalisti e la TV.

Avevo saputo da Jin che la popolazione era in fervente attesa di sapere che cosa stessimo tramando, pensando ad un possibile matrimonio improvvisato; Jiwook aveva mantenuto la massima discrezione, facendo entrare ed uscire Yoongi dal castello dei Jeon in modo da non dare troppo nell'occhio, per stabilire le ultime cose.

Perfino Jimin mi aveva letteralmente assillato affinché gli svelassi che cosa stava succedendo, ma riuscivo a scamparmela ogni volta dicendogli che era questione di giorni e che presto gli sarebbe stato tutto chiaro.

Una parte di me aveva paura si sarebbe arrabbiato.

Certo, stavamo facendo tutto quello per lui ma era comunque immischiarsi nella sua vita ed umiliare sua madre pubblicamente… Proprio per questo, ogni sera mi sfogavo con Jungkook, illustrandogli i miei dubbi, eppure, lui, ogni singola volta, riusciva a farmi stare meglio.

Gli bastava passarmi una mano fra i capelli, darmi un bacio o dirmi semplicemente che sarebbe andato tutto bene e io mi calmavo.
Aveva un potere spaventoso su di me quel ragazzo.

E, nel bel mezzo di questi preparativi, ero tornato ad abitare nel suo palazzo.

Ai miei genitori — a conoscenza anche loro del piano e più che favorevoli alla cosa — avevo detto che fosse a causa di ciò che stavamo organizzando, ma ero sicuro non mi avessero creduto.

La verità era che non volevo passare nemmeno un momento senza Pollicino, per quanto ridicola e schifosamente sdolcinata sarebbe potuta sembrare come cosa.

E così, fra miei ripensamenti, paranoie e andirivieni di consulenti per tutte le pratiche legali della cosa, era arrivata domenica.

Il giorno della conferenza.

Non appena scendemmo nella sala del trono, in cui appunto si sarebbe tenuta, c'erano già una marea di telecamera, giornalisti e anche altre personalità importanti, fra cui proprio i Park.

Il mio sguardo finì prima sul mio migliore amico e poi su sua madre, abbastanza tranquilla. 
Mi stava venendo la nausea.

Avvertendo il mio tentennamento, Jungkook mi strinse la mano, rivolgendomi uno sguardo di incoraggiamento, mentre ci sedevano sul trono, accanto a quello di suo padre, già davanti al microfono.

«Buongiorno a tutti. Innanzitutto vi ringrazio per essere venuti. La cosa di cui vorremmo parlare è abbastanza seria e importante quindi vi chiederei di prestare la massima attenzione» si prese qualche secondo per analizzare le espressioni del pubblico, prima di continuare. «So che non è un avvenimento comune quello che sto per comunicarvi, ma ho sempre creduto nella bontà d'animo del mio popolo, quindi sono sicuro che tutti capiranno il perché di questa decisione»

Con un cenno del capo verso le guardie, fece capire loro di aprire la porta della sala.

Yoongi sembrava un pulcino spaventato.

Moonchild // TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora