♔ 127° ♕

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«Pensavo che avessimo finito con queste lezioni» sbuffai, seguendo Jin verso la solita sala in cui ci ritrovavamo di solito, per niente entusiasta di imparare altre cose

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«Pensavo che avessimo finito con queste lezioni» sbuffai, seguendo Jin verso la solita sala in cui ci ritrovavamo di solito, per niente entusiasta di imparare altre cose.

Nonostante fossi io quello che aveva spostato tutti i mobili nella nostra stanza, dovevo ammettere che ci avevo messo un po' a prendere sonno, la sera prima, a causa della luce che filtrava fin troppo dalle tende, ma quel tempo in dormiveglia mi era servito perché avevo potuto osservare Jungkook dormire.

Era stata una giornata molto stancante per lui dato che, subito dopo avergli mostrato i cambiamenti che avevo fatto, era stato richiamato per finire il colloquio con suo padre su non so quali questioni.

E poi, una volta tornato in camera, dopo cena, era letteralmente crollato, forse anche per questo non aveva patito molto la nuova disposizione del letto, contrariamente a me.

Così mi ero disteso sul fianco, posando una guancia sul palmo della mano, passando gli occhi su ogni suo minimo particolare: dalle ciglia lunghissime che gli accarezzavano il viso, al neo sotto le labbra, ai respiri regolari che emetteva.

Era tranquillo.

Mi ero sentito quasi come una mamma che sentiva il bisogno di controllare il proprio figlio quando questo si addormentava, dopo aver fatto un incubo.
Chissà da che cosa era spaventato...

Prima che me ne accorgessi, si erano fatta mezzanotte e, dopo aver avvolto un braccio attorno ai suoi fianchi, ero riuscito a prendere sonno.

Quei pensieri — non tanto positivi — che facevo di tutto per ignorare, stavano iniziando a venire a galla; proprio per questo, concentravo la mia attenzione soltanto sul far stare bene Pollicino.

Che fosse per gentilezza?
Perché mi dispiaceva?
Perché Jimin aveva confermato che aveva bisogno di me?

Oppure era davvero-

«Principe? Ci siete?»

Tornai con i piedi per terra al richiamo del corvino, annuendo distrattamente.

«Sì, certo. Che cosa devo fare oggi?»

Nonostante il sorriso che mi rivolse — quel dannato sorriso che sembrava sempre celare mille cose non dette — mi informò semplicemente che ci saremmo concentrati sul ballo.

«Ma a che mi serve? Ogni volta che ci sono questi eventi, mi limito a scolarmi dieci bicchieri di vino» borbottai, sentendo la porta della sala aprirsi, mostrando Jeon Jungkook in tutta la sua regalità.

Il suo modo di vestirsi era nettamente migliorato.
Ora sembrava davvero avere una personalità.

«La linea di confine tra un principe conosciuto e gli alcolisti anonimi è sottile, sire» mi prese in giro Pollicino, avvicinandosi a noi con le braccia incrociate e la sua aria da saputello.

Moonchild // TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora