♔ 𝐄𝐜𝐥𝐢𝐩𝐬𝐞 ♕

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«Hey, Pollicino, come ti senti?»

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«Hey, Pollicino, come ti senti?»

Con un sorriso flebile, Jungkook aprì gli occhi, puntandoli immediatamente nei miei, essendo sdraiato io al suo fianco.

«Quanto ho dormito?»

«Contando che ti sei addormentato ieri a mezzanotte e ora sono le quattro del pomeriggio... Direi sedici ore»

Scoppiai a ridere non appena notai la sua espressione allarmata, intanto che si metteva a sedere, costringendomi a fare lo stesso.

«Mi sono perso il giorno di Natale...» fece un piccolo broncio, prima di irrigidirsi leggermente ed ero sicuro dipendesse dai ricordi che gli stavano pian piano ritornando.

In verità, mentre lo osservavo dormire, mi ero posto il problema di come approcciarlo, una volta che sarebbe stato sveglio, ma, in quel momento, sperai davvero che non facessimo dei passi indietro.

«Mi dispiace per ieri... Ero così sotto shock che sei stato costretto a farti carico di me e mi ricordo bene quanto sono stato restio a lasciarti andare» ridacchiò lievemente, facendomi sentire più sollevato: non sembrava pentito di avermi detto la verità.

«Non importa. Ora come ti senti?»

«Meglio, credo... Mio padre-»

«Ti é venuto a trovare mentre dormivi, ma non gli ho detto niente»

Si limitò ad annuire, rimanendo qualche secondo in silenzio, probabilmente per decidere cosa fare.

«So che dovrei dirglielo, Jin me lo ripete da anni, ma non sono pronto a collare di nuovo... Non quando questa cosa mi tormenta ancora così tanto»

«Ma potremmo fare ancora qualcosa! Quei pezzi di mer-» mi bloccai, notando la sua occhiata, emettendo, invece, un semplice sospiro.

«Non mi piace la vendetta. E poi cosa dovrei fare? Esiliarli? Farli arrestare? Questo non cancellerà le mie cicatrici, Tae»

«Perché non sei arrabbiato? Perché non li odi? Perché non desideri che gli capiti lo stesso?» strinsi i pugni, non riuscendo a sopportare quella sua gentilezza d'animo.

Io fremevo dalla voglia di prenderli a pugni, uno ad uno, ma Jungkook non sembrava affatto turbato.
Lui ricordava quella vicenda con tristezza e dolore ma mai, mai, nel suo tono di voce avevo notato odio o rabbia.

Spostai lo sguardo sulle mie mani, ora prese fra le sue, alzando poi gli occhi sul suo viso.
Mi stava sorridendo come se tutto questo non lo avesse distrutto, giusto la sera prima.
Come se fossi io quello da calmare.

«Perché non voglio diventare come loro. L'odio porta solo altro buio e io sono stanco di rimanere nelle tenebre. È il momento di lasciarle andare. E non permetterò che sia tu a sopprimere la luce, per un desiderio di vendetta»

Moonchild // TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora