Ero esausto.Non avevo chiuso occhio quella notte dato che Pollicino si era messo in testa di controllare le finanze dello stato all'una di notte fino alle quattro, lasciando la luce della stanza accesa.
Inutile dire che avessimo battibeccato per quasi tutto il tempo e il ragazzino si era permesso anche di dirmi che se tanto mi dava fastidio potevo andarmene nella stanza degli ospiti, con quel materasso scomodo come un letto di spine!
Alla fine, mi ero addormentato verso le cinque, quando si era deciso a spegnere tutto ma, se pensavo di poter recuperare le ore perse, mi sbagliavo di grosso; mio padre mi era venuto a prendere verso le sette per svolgere alcuni compiti importanti e avevo dovuto lasciare il calore del piumone.
Purtroppo, la mia abitudine di abbracciare il corvino mentre dormivo non era ancora passata, ma svegliarmi prima di lui aveva significato non prendermi lo spintone mattutino, ritrovandomi così sul pavimento.
Avevo potuto osservare quanto il suo corpo fosse rilassato e ridicolmente muscoloso ma, allo stesso tempo, fragilissimo.
Non sapevo come spiegarlo, ma pur nella sua stazza, Jungkook mi sembrava minuscolo; forse anche per questo non riuscivo a sostituire la sua presenza con un misero cuscino, per compensare la mia abitudine di avere qualcosa fra le braccia.
Quel pensiero non mi abbandonò per tutto il giorno ma, per fortuna, riuscii a concentrarmi su quello che stavo facendo, avendo anche il tempo di fare una chiacchierata con mio padre, come non succedeva da un po'.
«Come sta andando al castello?»
Seduti in macchina, diretti proprio verso il palazzo dei Jeon, feci mente locale di tutto ciò che era successo in quelle due settimane, stringendomi nelle spalle.
«Bene, presumo. Seokjin mi sta dando un sacco di lezioni inutili su come camminare o mangiare. E io che pensavo di avere più di due anni» scherzai, ottenendo una risata da parte sua.
«Devi ammettere che io e tua madre siamo stati un po' troppo leggeri, con te. Avresti dovuto imparare queste cose molto tempo fa, ma volevamo che avessi un'infanzia normale»
Quel pensiero mi rattristò.
Jungkook non aveva mai avuto una vita normale; fin da piccolissimo era stato abituato alle sue mansioni e si era perso anche cose banali.
«Non sono ancora convinto di questo matrimonio» confessai dopo un po', spostando lo sguardo verso il finestrino, per osservare il cielo, privo di nuvole. «E non lo dico solo per me. Anche il principino dovrebbe avere la possibilità di scegliere. Da sempre ha dovuto seguire un cammino programmato, scegliendo ciò che era giusto invece ciò che voleva...»
«Come puoi sapere che questo non è ciò che vuole?»
Ritornai di scatto con gli occhi su mio padre, alzando un sopracciglio e squadrandolo come se fosse impazzito.
STAI LEGGENDO
Moonchild // Taekook
Fanfiction❝𝙈𝙚𝙩𝙩𝙚𝙧𝙚 𝙪𝙣𝙖 𝙥𝙚𝙧𝙨𝙤𝙣𝙖 𝙙𝙖𝙫𝙖𝙣𝙩𝙞 𝙖𝙡𝙡𝙖 𝙥𝙧𝙤𝙥𝙧𝙞𝙖 𝙤𝙢𝙗𝙧𝙖 𝙚𝙦𝙪𝙞𝙫𝙖𝙡𝙚 𝙖 𝙢𝙤𝙨𝙩𝙧𝙖𝙧𝙡𝙚 𝙖𝙣𝙘𝙝𝙚 𝙘𝙞𝙤' 𝙘𝙝𝙚 𝙞𝙣 𝙚𝙨𝙨𝙖 𝙚' 𝙡𝙪𝙘𝙚.❞ -𝒞. 𝒢. 𝒥𝓊𝓃𝑔 ♛┈⛧┈┈•༶ C'erano delle volte in cui mi sembrava ch...