Capitolo 15 - LOUIS

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Ho deciso di seguire il consiglio di Harry e di portare El a mangiare fuori, con i soldi del mio stipendio non mi posso permettere un pranzo da re, ma un'uscita al McDonald è assolutamente alla mia portata, anche offrendo a Eleanor la cena.

Non devo di certo sembrare un principe, ma al momento sono a petto nudo e cerco disperatamente una maglietta che non sia infantile, dato che il mio armadio pullula di T-Shirt con personaggi di Toy Story o qualsiasi altro cartone Disney esistente. L'unica bianca che possiedo e che avevo indossato al pomeriggio è nella lavatrice perché Daisy, durante la merenda, aveva pensato che fosse una buona idea lanciare il cioccolato contro il suo fratellone.

Mentre mi dispero con le mani nei capelli, sento il cellulare suonare a causa dell'arrivo di una notifica. È Harry, non guardo il messaggio e lo videochiamo per evitare di perdere tempo, siccome devo passare da Eleanor tra dieci minuti e non ho ancora trovato una maglietta decente.

«Louis? Perché mi hai videochiamato?» sento la voce di Harry dagli altoparlanti del cellulare. Lo afferro velocemente.

«Wow, ho interrotto qualcosa?» mi chiede Harry fissando il mio petto nudo, prima che possa domandargli cosa mi avesse scritto.

«No, non avevo tempo per risponderti, devo uscire con El. Cosa mi hai scritto?» gli dico, sbrigativamente, appoggiando il cellulare sulla scrivania e inquadrando il soffitto.

«El è andata in paranoia perché dovevi passarla a prendere mezz'ora fa...» mi risponde cauto.

Sbarro gli occhi e mi paralizzo, sono fottuto. Il primo appuntamento è già un disastro per colpa mia, mi sento un incapace e un idiota.

«Pensavo di averle detto alle otto» rispondo, riprendendo il cellulare e inquadrando me stesso.

«All'inizio sì, ma poi le avevi detto che passavi prima» mi dice.

Cazzo, era vero. Le avevo detto che sarei passato prima nella speranza di non tornare eccessivamente tardi, siccome è Venerdì e il giorno seguente la sveglia per entrambi era prima delle sette di mattina. E me l'ero scordato.

«Mi sono dimenticato...» ammetto abbassando lo sguardo.

Harry scoppia in una fragorosa risata e mi dice che sono un idiota e proprio non me la sento di correggerlo. Un po' perché è vero e un po' perché sentire la sua risata mi tira un po' su di morale.

«E adesso che cazzo faccio?» gli chiedo non appena smette di ridere.

«Dici a Eleanor che passi alle otto e ti scusi, tanto anche» decreta. Così, senza chiudere la chiamata, mando un messaggio a El.

A Eleanor Calder: "Scusami, davvero, mi ero completamente dimenticato, facciamo alle otto?".

Appena mi arriva un messaggio con scritto "Ok." dico: «Si è incazzata».

«Ma davvero? Che perspicacia, classicista!» esclama Harry, sarcastico.

«Zitto, linguista. Dimmi cosa devo mettermi, attiva il tuo gay interiore. Fai l'Enzo Miccio della situazione, sii utile» gli dico, prendendolo un po' in giro e facendolo ridacchiare. Mi chiede di mostrargli i miei vestiti e, dopo aver approvato i semplici jeans chiari che indosso, mi propone di mettere una vecchia camicia a maniche corte a quadretti sui toni del marroncino.

Posiziono il cellulare sulla scrivania verticalmente, facendo una veloce piroetta e Harry esclama un: «Sì, ci può stare. E, non farti venire strane idee, ma hai un culo della Madonna».

Scoppio a ridere e un "lo giuro!" di Harry e un suo augurio di buona fortuna dopo, lo saluto ed esco, montando sulla mia vecchia motocicletta ereditata da mio padre e passando a prendere Eleanor dove le avevo detto di incontrarci, siccome, vivendo distanti, non potevo raggiungere casa sua facilmente, per non parlare del fatto che mio padre mi avrebbe strozzato se avesse saputo che percorrevo le statali in moto.

Standing in the place of you and meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora