Sono sul muretto del Centro con accanto Harry, spalla contro spalla. Abbiamo appena concluso una sessione di ripetizioni che ormai non gli sono più necessarie, ma lui continua a chiedermele e non mi faccio domande, mi piace spiegargli filosofia, perciò non oso cambiare la situazione. Harry sta migliorando a vista d'occhio in quella materia, ha già preso un sette e mezzo e un otto, non potrei essere più fiero del mio lavoro. So che il mestiere dell'insegnante non si limita alla sola spiegazione, ma ma non riesco a spegnere la scintilla dell'orgoglio che sento e che mi sussurra che sarei eccellente come professore.
Osservo i movimenti di Harry. Si sfrega le mani tra loro e le unisce a coppa per poi soffiarci dentro per scaldarle. Si stringe nel suo piumino e si infila le mani in tasca con un broncio che non riesco a non trovare adorabile.
«Harry... Mi stavo chiedendo una cosa. Come hai scoperto di essere gay?». Non c'è una ragione precisa per cui glielo stia chiedendo, ma era quasi un anno che non ero più sicuro della mia sessualità.
«Non lo so» risponde. «Credo di averlo capito perché quando guardavo le ragazze che tutti credevano bellissime non mi dicevano nulla, mentre i ragazzi mi attraevano. Poi Internet ha fatto il resto».
«Quindi è stato istintivo» concludo.
«Sì, ma perché me lo hai chiesto?» mi domanda confuso.
«Curiosità», scrollo le spalle e prendo un altro tiro dalla sigaretta.
«Tu invece, come hai scoperto di essere etero?» mi prende in giro, spingendomi leggermente con la spalla. All'inizio non rido, ma poi mi sciolgo in un sorriso.
«Oh, non hai idea di che casino. Mi piaceva una ragazza in prima liceo, l'ho detto ai miei genitori e si sono delusi tanto! Non sapevano come prenderla, cioè etero! Ti rendi conto di che orrore?» racconto, mentre Harry ride di gusto.
«Che delusione devi essere stato!» esclama.
«Sì, per fortuna non mi hanno cacciato di casa, ma io mi accetto per chi sono davvero e ne vado fiero!» dico, gonfiando il petto in modo eccessivo per sottolineare l'ironia del mio racconto.
«Bravo! Non nasconderti» ridacchia.
Mentre sul viso di Harry spuntavano due fossette, la mia bocca decide di scollegarsi dal cervello e di non fermare la frase catastrofica che avevo solo pensato alla domanda di Harry.
«Ma, a dire il vero, non ho mai detto di essere etero» dico in un soffio, senza guardare il ragazzo di fianco a me. Lo guardo solo dopo non aver sentito una risposta. Harry mi sta guardando con gli occhi e la bocca spalancati, completamente sorpreso. Se in negativo o in positivo, però, non mi è dato saperlo.
«Ti ho stupito, linguista?» chiedo e un ghigno beffardo si fa strada sul mio volto.
«Spiegami, non credo di aver capito» dice, dopo aver riacquistato un po' di contegno.
«Non ho detto che sono gay, ma non sono completamente etero. Però non so se sono bisex» affermo, incerto.
«Ti ho chiesto di spiegarmi, non di confondermi di più, cavolo mi spieghi filosofia e hai problemi con la sessualità?» ribatte.
«È difficile essere chiari se non so cosa penso, sono confuso anche io, fidati» ridacchio amaramente. «Penso di avere la sessualità fluida, non lo so. Alle medie mi piaceva un ragazzino, ma è stata una cotta di due mesi e non conoscevo ancora l'atto sessuale, specialmente tra due maschi. Dopodiché mi sono piaciute solo le ragazze, magari è stata una fase. Diciamo che sono etero, ma non escludo la possibilità di avere una relazione con un maschio, tutto qui».
Harry non dice nulla, ma non è necessario: so che mi ha ascoltato e che non gli cambia nulla. O magari sta solo pensando a qualcosa da dire. Questo ragazzo ha la capacità di infondermi una tranquillità disumana e la confessione che gli ho fatto ha sorpreso pure me, dato che non ne avevo parlato neanche con Zayn.
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Standing in the place of you and me
Fanfiction|Larry Stylinson|Long| |High school|AU| Dal testo: "Mi ero impegnato tanto nella mia missione da Cupido che non mi ero accorto di essere all'interno del mito di Amore e Psiche, nel quale Amore si era rifiutato di scagliare la freccia perché, vedend...