«E quindi lui ti sta ignorando?» mi chiede Eleanor. «È giovedì, Harry e lui ti ignora da questa domenica».
«Sì, lo so, grazie. Dimmi cosa fare» la prego. Avevo provato a chiamarlo, cercarlo a scuola, andare nella sua classe durante gli intervalli, i messaggi che gli inviavo non gli venivano nemmeno recapitati. Invece che arrabbiarmi, mi ero preoccupato immediatamente e ormai sono quattro giorni che sono in ansia. Il punto è che non avevamo litigato, o meglio, lui mi aveva dato buca, ma parlando con Zayn avevo scoperto che è un periodo no per lui, perciò non ci avevo dato peso.
Appena avevo chiamato Louis, però, non mi aveva risposto, facendomi preoccupare immediatamente.
«Hai provato al lavoro?» domanda Eleanor afferrando un marshmallow e masticandolo nervosamente.
«Sì, ma Asia mi ha detto che si è preso una settimana di pausa» dico lasciandomi cadere sul letto con le braccia spalancate.
«In classe avevi detto che non c'è. Zayn?» domanda. Prende una caramella gommosa e me la porge.
«Niente, mi dice solo che sa che è vivo» dico prendendo la caramella e ficcandomela in bocca. «Sono preoccupato però».
«Direi che è normale» si stringe nelle spalle, ma appena vede che mi sto mordendo nervosamente una pellicina, mi mette una mano sulla spalla e inchioda lo sguardo nel mio. «Adesso calmati, fai un bel respiro, agitandoti non risolvi nulla».
«Ho paura che voglia mollarmi, El» mormoro. È questa la cosa che mi spaventa di più, dopo il pensiero che potesse stare male, il fatto che potesse essersi stancato di me o che avesse scoperto che non gli piacessero i ragazzi. Dopotutto, anche prima che cominciasse ad ignorarmi, ero riuscito a vederlo solo durante qualche sporadico incontro sul balcone e anche lì lo avevo visto sempre più stanco e sfuggente, senza capire cosa gli stesse succedendo.
«Non si deve azzardare» dice categorica e il modo in cui alza la voce, come se la mia fosse un'ipotesi impossibile, mi fa scoppiare a ridere genuinamente. «Se Louis si azzarda a lasciarti, giuro che prendo un'ascia e lo minaccio finché non torna da te strisciando».
Ridacchio. «Potrebbe essere illegale».
«Anche mollarti lo è» ribatte scrollando le spalle e facendo ondeggiare così i capelli lunghi. Ha un'espressione talmente seria che quasi mi fa paura, come se intendesse davvero quello che ha affermato. Dovrei nascondere tutte le asce nel raggio di cento chilometri?
Mi alzo di scatto dalla mia posizione e mi butto su di lei inavvertitamente. Lei ride e mi dà uno schiaffo sul braccio. «Stupido elfo! Potevi uccidermi».
Scoppio a ridere di nuovo. Aveva persino usato il tono di voce di Bellatrix in Harry Potter, che le riusciva alla perfezione. Mi alzo un po' per lasciarla libera, ma prima le schiocco un bacio sulla guancia.
«Sono le undici» annuncia non appena mi alzo. «Andiamo a dormire?».
«Sì, mi metto il pigiama» le rispondo, per poi chiudermi nel bagno per cambiarmi. Ho sempre desiderato di avere un bagno come il suo: innanzitutto è il suo personale, non lo deve condividere con nessuno. È modernissimo e spazioso. La doccia occupa quasi un'intera parete e i vetri sono pulitissimi, mentre all'interno le luci a led colorate decorano l'intero box. Il lavandino quadrato di un bianco scintillate è posizionato sotto uno specchio immenso, che occupa metà parete. Le uniche due cose semplici e normali sono il gabinetto e il bidet, ma anche quelli sono pulitissimi, facendomi quasi dubitare che El tocchi qualsiasi cosa in questa stanza. C'è persino una piccola vasca bianca con l'idromassaggio all'angolo tra la doccia e il lavandino, ma so che lei non la usa mai perché "è una cosa troppo di lusso, mi mette a disagio". Personalmente, io farei un bagno lì dentro ogni giorno.
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Standing in the place of you and me
Fanfiction|Larry Stylinson|Long| |High school|AU| Dal testo: "Mi ero impegnato tanto nella mia missione da Cupido che non mi ero accorto di essere all'interno del mito di Amore e Psiche, nel quale Amore si era rifiutato di scagliare la freccia perché, vedend...