Capitolo 16 - HARRY

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Lasciare Nick si era rivelato più facile di quanto pensassi. Credevo che avrei vissuto la rottura come qualcosa di insuperabile tra lacrime e gelato, ma in realtà ora mi dispiace solo non poterla prendere come scusa per affogare nel cibo davanti alla televisione mentre le scene di un film sdolcinato scorrono davanti ai miei occhi, cosa che, in realtà, avevo fatto comunque.

«Nick, non mi trovo più in sintonia con te, credo dovremmo lasciarci» gli avevo detto ieri, dopo la partita, appena si era avvicinato a me. Le parole erano scivolate fuori dalla mia bocca senza sforzo o balbettio. Ero stato diretto, conciso e completamente chiaro, affinché fosse rapido e indolore, per una volta aveva recepito il messaggio, grazie a Dio.

Non l'aveva presa molto bene. Mi aveva detto che era tutta colpa mia, che non ci vedevamo abbastanza e che era ovvio che la nostra relazione sarebbe finita, ma sono sicuro che non si sia fatto alcun esame di coscienza, non che me lo aspettassi, naturalmente. A quel punto, stufo delle sue chiacchiere, gli avevo regalato un sorriso fintamente dispiaciuto, gli avevo dato una pacca sulla spalla ed ero tornato da Eleanor e dagli altri.

Mi ritrovo addirittura a ridacchiare pensando alla sua faccia sbigottita e indignata, completamente rossa, in parte per lo sforzo della corsa durante la partita e in parte per la rabbia causata dalla rottura.

Il mio sorrisetto divertito si spegne non appena la mia mente ripercorre la sera, fino al litigio con Louis. Quello mi aveva scosso. Non conoscevo Louis da tanto, né avevamo avuto una discussione particolarmente aspra, ma non riuscivo a capire il motivo per il quale si fosse tanto arrabbiato con me.

Un ragazzo che conosceva da un mese gli aveva mentito leggermente solo perché voleva che non ci fosse troppa tensione tra un amico e la sua migliore amica.

Ma dopotutto, anche io avevo reagito un po' troppo eccessivamente, ma l'accusa mi aveva punto sul vivo, senza che neanche io ne capissi il motivo.

Lascio che i pensieri vaghino per trovare una risposta che non arriva e sono distratto dal campanello di casa mia che suona. È Niall, gli apro. Avevo promesso al mio amico di suonare un po' insieme, magari completare anche la canzone che avevo deciso di battezzare "Two Ghosts", ancora bloccata al solo ritornello e due parole della seconda strofa.

«Il tuo migliore amico porta un po' di felicità nella tua stupida vita» esclama non appena entra in casa, si toglie le scarpe e si butta sul divano prendendo la chitarra.

«Oh sì, salvami, mio eroe» ridacchio. «Cosa facciamo oggi?».

«Un video, dai Harry, apriamo il canale YouTube e pubblichiamo le nostre cover, siamo bravi» dice Niall. Questa idea me la propone da un anno, ma non ho ancora preso abbastanza confidenza e sicurezza in me stesso per farlo. Non ho problemi a espormi completamente con i miei amici, ma sul web è diverso. Centinaia di occhi che non ti conoscono sono pronti a scrutarti e a giudicarti, senza nemmeno conoscerti davvero e tutto ciò mi terrorizza e riempie la mia testa di dubbi: se non dovessi piacere? Se mi credessero uno sfigato? Se subissi offese omofobe pesanti?

Avrei voluto essere quel tipo di persona a cui non importa del giudizio degli altri, ho sempre cercato di essere me stesso e ho il terrore di non piacere, nonostante cerchi di non darlo a vedere.

«No, Niall, troppo impegnativo» dico, cercando una scusa.

«Cosa c'è di impegnativo?» domanda «Registriamo una cover e pubblichiamo, non dobbiamo né montare il video, né inserire effetti speciali».

«Sì, ma dobbiamo trovarci, registrare e controllare il canale. È un impegno, preferisco suonare perché mi piace, non per obbligo» dico, cercando un appiglio a una cosa non completamente falsa, ma neanche vera al cento per cento perché il giorno in cui non canterò perché non mi va, bisognerebbe controllare che gli alieni non mi abbiano rapito e sostituito con un clone.

Standing in the place of you and meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora