Capitolo 11 - LOUIS

1.4K 67 67
                                    

Torno in casa in punta di piedi dopo la sera di venerdì. Mi sono divertito tantissimo, una serata tranquilla in compagnia era proprio ciò che mi serviva per sciogliere un po' i nervi dopo la settimana trascorsa piena di verifiche e di stress, nonostante avessi ancora delle interrogazioni in programma. Quando il pomeriggio avevo ricevuto l'invito sul gruppo di andare a casa di Liam, avevo letto il messaggio a bassa voce, ma mio padre aveva sentito tutto praticamente obbligandomi ad andare.

Io volevo restare a casa con lui per aiutarlo a tenere le mie sorelline, ma lui mi aveva assicurato di farcela e che sarebbero crollate a dormire subito. Sapevo che voleva tanto bene a loro quanto ne volevo io, ma resta il fatto che far giocare e accontentare quattro bambine nello stesso momento è complicato, specialmente se si è da soli.

Mi sentivo una merda, terribilmente in colpa perché lui si spaccava la schiena sette giorni su sette facendo straordinari a tutto spiano e io lavoravo appena, mantenendo una media appena sufficiente, per non parlare del fatto che, come mi aveva detto Lottie, mancavo a lei e alle altre mie sorelle, che volevano solamente passare un po' di tempo con me. Ma mio padre mi aveva quasi buttato fuori di casa, intimandomi di divertirmi e assicurandomi che si sarebbe divertito anche lui, perciò non potevo fare altro che accontentarlo.

Appena fuori casa, avevo sospirato e, mettendo i sensi di colpa da parte, ero andato dai miei amici.

Adesso sono le undici passate e mio padre è crollato esausto sul divano in soggiorno, mentre la televisione sta ancora andando, così la spengo dato che nessuno la sta guardando. Prima di svegliare mio padre, porto a letto prima Daisy e poi Phoebe, che erano accoccolate su di lui, probabilmente stavano guardando un film e si sono addormentati tutti e tre insieme. Mi chiedo solo dove siano le due mancanti.

Metto a letto le gemelline, do loro un bacio sulla testa e accosto la porta senza far rumore, poi vado a svegliare mio padre affinché vada a letto. Lo scuoto leggermente e lui mi sussurra mezzo addormentato che Fizzy e Lottie sono nella mia stanza prima di andare a dormire.

Scivolo piano in camera mia e mi cambio velocemente i vestiti mettendomi il pigiama e vedo che Lottie e Fizzy hanno occupato l'intera piazza e mezza del mio letto. Sorrido intenerito e divertito da come due corpicini così esili riescano a coprire tutta la superficie del materasso stando comunque abbracciate.

«Fizzy, Lottie, dai andate a letto» sussurro scuotendo prima una e poi l'altra.

«Lou!» esclamano loro in coro gettandosi in due addosso a me, che non reggo il peso e cado per terra, mentre le due bambine sono stravaccate su di me. Lottie mi schiocca un bacio sulla guancia e Fizzy mi abbraccia, nascondendo il visino nell'incavo del mio collo e con le sue ciglia che mi solleticano la pelle non riesco a rimanere serio e scoppio in una risata genuina.

«Dai Lou! Facciamo qualcosa» dice Lottie.

«Ma sono le undici, è ora di andare a letto» ribatto.

«Ma è venerdì» esclama Fizzy, imbronciandosi.

«E il vostro fratellone ha scuola domani, infatti» le spiego dolcemente, mentre le prendo le braccia, prima conserte, e le sposto lungo i suoi fianchi.

«Non puoi stare qui con noi?» mi chiede con occhi supplicanti Fizzy, mentre Lottie annuisce.

Ci penso un attimo e mi sembrano stanche tutte e due, potrei mettere sul computer un film e quando si addormentano, portarle a letto.

«È tardi, non possiamo giocare, perciò che ne dite di un film tutti e tre?» sorrido speranzoso che accettino la proposta.

«Sì!» esclamano in coro, felici.

Standing in the place of you and meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora