Capitolo 5 - LOUIS

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Sono in quinta, ho l'esame. Ci sta pensando la mia prof di latino a ripetercelo per l'ennesima volta dopo che non ho saputo rispondere alla sua maledetta domanda. È solo ottobre e devo già pensare a giugno? Non so nemmeno cosa mangerò questa sera, maledizione!

«Tomlinson, sei un ragazzo intelligente, non saresti arrivato fino in quinta al liceo classico altrimenti, ma ti devi impegnare, quest'anno avete l'esame. Non siete più in quarta!» mi rimprovera indignata.

Mi trattengo dall'alzare gli occhi al cielo e urlarle che sto prendendo praticamente le veci di un genitore da quando mia madre non c'è più, ma mi limito ad abbassare lo sguardo e a stringere la penna fino a che le nocche non mi diventano bianche. Respiro lentamente, ma in modo impercettibile e continuo a seguire la lezione con una punta di fastidio, detesto questa professoressa e di conseguenza non sopporto la sua materia. Si crede al di sopra del mondo solo perché insegna latino e pensa che solamente al liceo classico si studi, dopotutto siamo l'élite, no? Non è vero, ma cerca sempre di dimostrare questa sua teoria dandoci talmente tanti compiti e cose da studiare che mi ritrovo a copiare ogni volta perché non riesco mai a trovare il tempo di fare tutto. Una volta ci ha dato quattro versioni per un solo weekend, e noi al sabato andiamo a scuola!

Grazie a Dio, la campanella suona e tutta la classe si alza per l'intervallo. Maya e Bleta, detta Bebe, guai a chi la chiama con il suo nome di nascita, corrono fuori dalla classe per il solito caffè prima dell'ultima ora, ne ho bisogno anche io, perciò prendo i soldi e le seguo. Approfitto del fatto che sono arrivate per prime per saltare la fila sotto lo sguardo indignato di alcune primine, cosa volete piccole pulci? Dovete subire il potere delle quinte.

Maya mi lancia un'occhiata divertita mentre mi prendo il mio solito caffè macchiato, assolutamente indispensabile per sopravvivere a cinque ore di scuola.

«Balzone della coda, eh?» mi dice senza farsi sentire dalle ragazze dietro.

«Certo, siamo i padroni della scuola. Quelli più piccoli devono solo abbassare la testa» rispondo tranquillamente, è la legge della natura, non è colpa mia. Al liceo sono anche tutelati i più piccoli, per esempio alla scuola di Zayn non ci vanno neanche alle macchinette altrimenti vengono buttati fuori dalla stanza in cui ci sono i distributori. Il mio migliore amico mi aveva raccontato che quando era ancora in terza, un ragazzino di prima era entrato nella saletta delle macchinette e uno di quinta lo aveva preso per il colletto e portato "gentilmente" fuori.

«Il solito tradizionalista» mi canzona Bebe alzando gli occhi al cielo esasperata.

Prendo il mio caffè, ci appoggiamo al calorifero e vedo arrivare anche Stan e Josh che hanno affinato la sottile arte del derubare le macchinette a spallate. Liceo classico. L'élite. Come no! Spesso mi unisco a loro, ma lo faccio per una nobile causa: poi tutte le merendine finiscono tra le mani delle mie sorelle. Sono un po' come Robin Hood. Del cibo. Avventuroso, giusto?

«No, ha ragione. Ci siamo passati tutti, ora tocca a loro subire e tra quattro anni faranno i bulletti. È il ciclo della vita!» Maya fa spallucce e beve un sorso di caffè.

«Disse l'anticipataria!» la prende in giro Bleta.

«Oh smettila Bebe, non sono un anno più piccola, sono di gennaio!», Maya le dà una gomitata scherzosa, ma rischia di farle rovesciare addosso il caffè.

«Ehi attenta, deficiente!» esclama l'altra. Quelle due si insultano dalla mattina alla sera, eppure riescono ad essere amiche per la pelle da tempi immemori. Da quando sono in classe con tante ragazze ho notato una somiglianza tra l'amicizia tra maschi e quella tra femmine: il trattarsi male. La differenza è che le ragazze si insultano e basta, i ragazzi si prendono a pugni. Trova un'amica che ti chiama cogliona e sai che è vera amicizia, trova un amico che ti dà un cazzotto senza senso e sai che è una vera amicizia. Avvertenza: se sei un uomo risulta difficile essere amico di una donna se la prendi a pugni, ma può valere il contrario.

Standing in the place of you and meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora