Capitolo 18 - HARRY

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Louis, il ragazzo di Eleanor, si sta avvicinando a me per baciarmi. Se per un secondo avevo preso in considerazione l'idea di mandare a 'fanculo il mondo e stare con lui, la vocina fastidiosa della mia coscienza mi ricorda che quello è il ragazzo della mia migliore amica e che è completamente ubriaco.

Mentre i suoi occhi si socchiudono e il suo viso si avvicina al mio, giro la testa di lato e la appoggio sulla sua spalla, regalandogli un abbraccio e scansandolo dolcemente dopo averlo stretto brevemente, cosicché se qualcuno ci dovesse vedere, il gesto sarebbe sembrato solo uno scambio di affetto innocente.

«Lou, sei ubriaco, andiamo al tavolo, va bene?» dico, cercando di scacciare il senso di disagio che mi attanaglia il petto. Lo conduco al tavolo e lo faccio sedere sui divanetti, mentre lui ridacchia.

Non riesco a scacciare il senso di colpa, anche se mi rendo conto che non è successo nulla. Grazie al cielo, sono rimasto abbastanza sobrio per rendermi conto della situazione, altrimenti come avrei fatto a guardare in faccia Eleanor?

Come faccio ora? Dovrei dirle che il suo ragazzo ha cercato di baciarmi? mi chiedo. No, soffrirebbe e basta e oltretutto, nessuno mi ha detto che ha cercato davvero di baciarmi, l'ho pensato io, magari voleva solo darmi un innocuo bacio sulla guancia o abbracciarmi.

Però il modo in cui si era proteso verso di me, le labbra a due centimetri dalle mie, così morbide e invitanti, rosse e sottili, i suoi splendidi occhi azzurri che brillavano sotto le luci a strobo della discoteca, socchiusi, mi facevano pensare che non fosse un abbraccio fraterno ciò che voleva darmi.

Inoltre, il discorso che mi aveva fatto pochi giorni fa, sulla sessualità, la sua mano tra i miei capelli. Non potevo semplicemente dimenticarmi delle sue dita tra i miei ricci e non volevo neanche farlo. Louis mi sta confondendo parecchio.

Ma è il ragazzo di El, penso amaramente mentre lo guardo con tenerezza e lui si stringe in un angolo del divanetto facendosi piccolo piccolo e sfregandosi le braccia. Non capisco come faccia ad avere fretto con il caldo asfissiante della discoteca, però prendo la mia felpa e gliela appoggio sulle spalle. Si sta addormentando, ma se posa la bocca su uno dei cuscini prenderà migliaia di malattie sconosciute, perciò lo stacco dolcemente dal divanetto e lo appoggio a me.

Forse mi sto approfittando di lui, forse la premura con cui lo sto trattando può sembrare ambigua, ma per questa volta, solo per un pochino, mi permetto di essere egoista e mi giustifico dicendomi che non sta bene e che ha bisogno di qualcuno di sobrio che lo controlli e si dà il caso che nelle vicinanze ci sia solo io.

Non lo faccio sedere a cavalcioni su di me o potrebbe sopraggiungere un problema fisico non indifferente, perciò mi avvicino a lui fino ad essere spalla contro spalla e lo lascio appoggiare sul mio petto, sperando che non mi vomiti addosso, anche se sembra essere solo stanco.

Penso di chiamare Zayn, ma lo vedo nel mezzo della pista che sta baciando Gigi. Lei ride contro le sue labbra per poi baciarlo di nuovo e approfondire il contatto, mentre Zayn la tiene per la vita e la stringe di più a sé. Spero davvero per loro che la loro relazione duri e che Zayn non faccia cazzate con lei o se la vedrà con me e con El, che è eccessivamente protettiva con la sua amica.

Non augurerei a nessuno una Eleanor incazzata, nemmeno a Daniel, lo stronzo che aveva tradito Gigi un anno prima, che era finito tra le grinfie di El e ne era uscito piangendo. Non so cosa gli avesse detto quel giorno, ma Daniel era proprio disperato ed El aveva un sorrisetto soddisfatto. In quel momento lei mi aveva divertito e spaventato contemporaneamente.

Pensarci mi mette agitazione. Ora al posto di Daniel c'ero io. Ero il suo migliore amico e questo rendeva un tentato tradimento ancora peggiore siccome lei si fidava di me.

Standing in the place of you and meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora