XXIV

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«Tu cosa?!» squittì Jungkook portandosi una mano al petto.

«Sei sordo piccoletto? Aish...sono il suo ex tipo» disse con tono più duro, quasi scocciato da Jungkook che si sentì tradito da Jimin.

Jimin aveva tradito la sua fiducia.
Gli aveva raccontato la sua vita, praticamente tutta e gli aveva detto più di una volta che non aveva mai avuto un ragazzo o una ragazza. Allora perché questo ragazzo -di cui non sapeva nemmeno il nome- diceva di essere l'ex ragazzo di Jimin?

«Scusa come ti chiami?» chiese Jungkook prendendo la busta che precedentemente aveva poggiato sul divano.

«Seo Hajoon, e tu piccoletto?»

«Jeon Jungkook...dov'è Jimin ora?»

«Bho penso sia in cucina o in camera sua» alzò le spalle quasi non interessato e questa cosa diede molto fastidio a Jungkook e sbuffo rumorosamente e andò in cucina.

Cercò Jimin, ma lui lì non c'era.
C'era solo un grande ammasso di tazze e piatti sporchi gettati nel lavandino.
Le cose erano due; o a pranzo era venuto un esercito militare a mangiare, o quei piatti non venivano lavati da giorni.

Jungkook sistemò la sua piccola spesa in uno degli scaffali presenti in quella stanza e si incamminò verso la camera del suo amico. Conosceva la casa oramai, da quel giorno che aveva fatto compagnia al minore la ricordava alla perfezione.

Fece il suo ingresso nella camera di Jimin e si pietrificò all'istante. In quella camera regnava il caos. Maglie sparse ovunque e lo stesso era per i pantaloni e intimo. Il letto era disfatto completamente e c'era un forte odore di fumo, lo stesso che portava addosso Hajoon.

Poco dopo il corvino posò lo sguardo sulla figura che tanto cercava. Jimin. Anche lui era in condizioni pessime. Due grandi occhiaia erano presenti sotto quei bellissimi occhi da cerbiatto, ma quegli occhi erano rossi, rossi di pianto. Perchè il suo Jimin aveva pianto? Poi si concentrò sul suo aspetto fisico, non mangiava da giorni e questo era ben visibile. 

«Jiminie...» sussurrò il corvino attirando l'attenzione del nominato.

«Kookie...c-che ci fai tu qui?» 

«Sono venuto qui, per te...che ti succede Jiminie?» chiese preoccupato il corvino mentre si avvicinava con attenzione al minore che in quelle condizioni sembrava ancora più piccolo e indifeso.

«K-kook...non è il momento per parlarne...»

«Jimin...lascia solo che ti abbracci...e magari ti aiuto anche con la stanza...» Jungkook voleva abbracciarlo da tanti giorni. Non sapeva nemmeno lui il motivo di tutto ciò ma ne sentiva un estremo bisogno. Come i fumatori dipendenti...che non riescono a fare a meno del loro amato fumo, Jungkook non riusciva a fare a meno del suo amato Jimin.

«A-aiutami e basta...» disse Jimin prima di girarsi nuovamente verso l'armadio e iniziò a risistemare le sue maglie. Stava soffrendo internamente però, voleva abbracciare il corvino anche lui...e voleva piangere sul suo petto, dirgli quello che gli era accaduto in quei giorni che non si erano sentiti e non allontanarsi mai più da lui per quel "lunghissimo" lasso di tempo.

Anche Jungkook voleva sapere quello. Voleva sapere tante cose da parte del biondino, ma forse doveva aspettare del tempo per avere le risposte alle sue domande.

 Voleva sapere tante cose da parte del biondino, ma forse doveva aspettare del tempo per avere le risposte alle sue domande

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E secondo voi cos'è successo al piccolo Jimin?~(⁰▿⁰)~

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